«Quando sei qui con me, questa stanza non ha più pareti, ma alberi.
Alberi infiniti.»Lucca, 21 marzo 2023.
AliceEra il ventuno marzo, il gelido inverno che tanto ci aveva torturato era andato via, lasciando il posto alla primavera.
Quella mattina, mi svegliai sentendo il cinguettio degli uccellini e voltandomi, vidi sugli alberi antistanti la nostra casa le prime infiorescenze, quasi a segnalare una rinascita.
Mi alzai dal letto, controllai Matilde e Ginevra che dormivano ancora beate poichè era ancora presto per loro per alzarsi rispetto agli altri giorni, ed andai in cucina, dove trovai Damiano di spalle, intento a preparare la colazione.
«... Quando sei qui vicino a me, questo soffitto viola no, non esiste più.»
«Buongiorno amore mio» dissi, abbracciandolo da dietro e dandogli un bacio sulla guancia.
«Ben svegliata, babe» sorrise, adagiando le tazzine di caffè sul vassoio.
Ci sedemmo a fare colazione e lui mi prese in braccio.
«Mi ci voleva proprio, mi dà una carica pazzesca» ridacchiai, sorseggiando il caffè caldo.
«Ormai ti conosco bene, amore» sorrise, spalmando un velo di marmellata su di una fetta biscottata, per poi porgermela.
La osservai e notai che aveva disegnato un cuore, di proposito.
«Grazie amore» sorrisi.
Quando finii di mangiarla, Damiano mi fece notare di essermi sporcata le labbra.
«Qui?» chiesi, indicandomi il labbro superiore.
«Sì, proprio lì» rispose, per poi baciarmi.
Fu un bacio lento e soprattutto sentito.
«Vado a prepararmi, poi sveglio Ginevra e la sistemo, sistemo Matilde e poi le lasciamo dai tuoi prima di andare al lavoro» dissi.
«Fai con calma, rilassati» rispose, accarezzandomi le spalle.
«Vorrei stare così per ore, ma ti ricordo che abbiamo da lavorare» sorrisi, sfiorandogli il naso con un dito, per poi alzarmi dalle sue gambe.
«Sì, ma se fai le cose con calma non muore nessuno. Abbiamo tempo» rispose, abbracciandomi e baciandomi il collo.
«... Io vedo il cielo sopra noi che restiamo qui, abbandonati, come se non ci fosse più niente, più niente al mondo.»
«Mmh, mi hai convinto» ridacchiai, baciandolo per un secondo.
Indietreggiammo e uscimmo dalla cucina, ritrovandoci in salotto.
Continuammo a baciarci e stavamo per andare oltre, quando con la coda dell'occhio, intravidi Ginevra che stava arrivando in salotto.
«Amore, aspetta. Gin sta venendo di qua» sussurrai, interrompendo il momento.
«Buongiorno tesoro, come mai sveglia così presto?» le chiesi, avvicinandomi e accarezzandole il viso.
«Fame» rispose lei, indicandosi il pancino e facendoci ridere.
«Vieni con me, ti preparo subito una bella colazione come piace a te» disse Damiano, prendendola in braccio e andando in cucina, mentre io andai a prepararmi.
***
Lasciammo le bambine dai nonni, dopodiché ci rimettemmo in marcia per raggiungere la pasticceria, ma quando le passammo davanti, Damiano tiró dritto.«Amore, ma dove vai?» gli chiesi.
Lui non rispose, ma mi sorrise, si sistemó gli occhiali da sole e accese la radio.
In quel momento, passava una canzone d'amore di Gino Paoli: "Il cielo in una stanza".
In men che non si dica, ci ritrovammo nella splendida cornice di Camaiore, in Versilia.
Damiano amava il mare e sapeva quanto io lo amassi altrettanto, per cui aveva deciso di portarmici.
«... Suona un'armonica, mi sembra un organo che vibra per te e per me, su nell'immensità del cielo.»
Passeggiammo per un'oretta circa, mano nella mano, a piedi nudi, in riva al mare.
Sentire quella freschezza dell'acqua salata sotto i piedi, mi fece sentire in pace con me stessa.
Ad un certo punto, Damiano si fermò e si inginocchió davanti a me.
«Amore, ma..» gli dissi, ma mi bloccò.
«Aspetta, aspetta, mi sono ripetuto centinaia di volte le parole da dire ma, guardandoti negli occhi le ho scordate. Per cui, preferisco essere diretto. Stiamo insieme da sei anni, ce ne sono successe di tutti i colori ma ce l'abbiamo sempre fatta, abbiamo due bambine meravigliose e tre giorni fa abbiamo festeggiato il nostro quarto anniversario di matrimonio. Ci ho pensato molto e ti voglio dire che, beh, io ti risposerei centomila volte ancora. E tu?» disse, con le lacrime agli occhi.
«Che domande, è ovvio che ti risposerei anche io, milioni di volte» sorrisi, piangendo.
«E quindi... Mi vuoi sposare, di nuovo?» chiese, sorridendo.
«Sì, amore mio» risposi, asciugandomi le lacrime.
Ci baciammo a lungo, stretti in un abbraccio.
«... Per te e per me, nel cielo.»
«Ti amo e ti ameró per sempre» gli dissi, accarezzandogli il viso.
«Io ti amo dal venti aprile di sei anni fa, non ho mai smesso e mai smetteró» mi sorrise.
Ci baciammo ancora un po', prima di riprendere a camminare, mano nella mano.
Ero felice, molto felice.
Io e Damiano avremmo rinnovato le promesse di matrimonio e pensai alla faccia che avrebbero fatto le nostre famiglie appena appresa la notizia.
Il futuro ci avrebbe riservato ancora tante altre sorprese sicuramente, ma di una cosa ero sicura: avremmo sempre e comunque affrontato tutto insieme.
Guardai Damiano e sorrisi, dopodiché volsi lo sguardo al cielo.
Sicuramente il nostro destino era scritto da qualche parte lassú.
Il nostro era proprio un amore eterno, che superava tutti i limiti di tempo e spazio.
Pensai che la vita era bella, ricca di emozioni da dare e da ricevere e, ad un certo punto, lungo il tuo cammino, avresti incontrato una persona che ti avrebbe cambiata.
Una persona da amare, di cui prendersi cura e con cui passare tutta l'esistenza, un passo alla volta, ma sempre, mano nella mano.
F I N E.
STAI LEGGENDO
Eternal Love.|| Damiano Carrara [Sequel di "Perfect Half"]
FanficAlice e Damiano continuano a vivere serenamente, o quasi, la loro vita dopo il matrimonio e con due bellissime bambine da crescere. Cosa succederá?