Una piccola ape era posata su un fiore, intenta a prenderne il polline concentrata sul suo lavoro con lo stesso impegno che ci aveva messo il giorno prima, e quello prima ancora, come ogni giorno della sua vita.
Non cosciente che era diventata il punto d'interesse di una giovane ragazza dai capelli blu notte, trovando in lei una bellezza e un importanza infinitamente più alta rispetto a quello che l'insegnante che tanto odiava stava spiegando.
La ragazza non degnava nemmeno uno sguardo a quell'essere, così lo chiamava lei, perché non meritava in nessuna maniera il nome Uomo, non era della terra né tantomeno un degno abitante di essa, era solo uno sporco umanoide, che pretendeva di tenere tutto nel suo palmo della mano."Stai ascoltando Hayashi?" Disse risoluto l'umanoide, la ragazza ancora lo ignorava, appositamente, solo dopo qualche secondo si decise di girare lo sguardo verso di lui, prima con freddezza, poi lo sguardo si ammorbidì, lasciando poi spazio a un sorriso beffardo.
"Per ascoltare non ho bisogno degli occhi, ma piuttosto delle orecchie non crede? O ha bisogno che la gente tenga lo sguardo su di lei per sentirsi importante? E in principio ho già studiato queste cose" rispose con superiorità la ragazza, con un leggero tono di sfida, l'insegnante strinse i pugni, chiaramente nervoso per il modo di rispondere che aveva la giovane, che continuava a sorridere beffarda, adorava farlo irritare."Non rispondere in quel modo! Vai fuori!" Irritato urlò, la ragazza rise e si alzò prendendo il telefono e uscendo.
"Esco, ma è un comportamento infantile reagire così solo perché ho ragione io" Disse poco prima di uscire, lasciando l'ultima goccia che quasi fece traboccare il vaso, divertita.
La ragazza prese a camminare lungo il corridoio scolastico, che a dirla tutta assomigliava più a un corridoio di un ospedale, zero decorazioni, zero poster zero di tutto.
E questa cosa ad Ayano annoiava, è una scuola se fosse decorata di più e tra gli insegnanti ce ne fosse almeno uno umano sarebbe meglio, quegli umanoidi sono tutti scontrosi e noiosi, e troppo autoritari, sapeva che l'insegnante intendeva di andare dal preside ma non ne aveva voglia, quindi non andò li, piuttosto si diresse sul tetto di quell'edificio monotono.
Appena arrivata andò a sedersi sul bordo, per poter vedere bene il cielo e le nuvole, sorrise, sapeva, che prima o poi lei, che trovi dei compagni o meno, si ribellerà a questo schifo di società, doveva solo trovare i mezzi.
Questo un tempo era il pianeta degli umani, non degli umanoidi, non dovrebbero giudicarsi i padroni ne pretendere di essere loro al comando.
"Se solo... se solo potrei essere come lui" si chiese lei prendendo un piccolo libro con scritto ormai solo le iniziali C e H erano leggibili, ma sapeva benissimo che libro era, vi era inoltre un simbolo di un jolly roger che la ragazza riconosceva con troppo bene, si mise così a rileggere, leggendo di quella volta che il capitano dell'arcadia sconfisse per la prima volta gli umanoidi.
La ragazza sperava in cuor suo che un giorno arrivasse qualcuno pronto ad aiutarli, lo sperava con tutta se stessa, perché quello in cui lei abitava era un pianeta bellissimo, e non voleva vederlo deteriorarsi ancora più di quel che già è.
Così passò tutta l'ora a leggere, quelle grandi storie che quel libro raccontava, non ne aveva mai trovato un altro uguale, quello che lei possedeva le era stato regalato dal padre, poco prima di andarsene per sempre... diceva sempre che era importante, che non doveva mai perderlo e che raccontava un pezzo della sua vita di quando era un po' più giovane, ovviamente si riferiva al periodo in cui lo leggeva.
Chiude il libro infine, rialzandosi e iniziando a dirigersi nuovamente alla sua classe, dovendo ora rientrare, sorrise, non sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe parlato di quel che lei credeva.
La giornata passò velocemente per il resto delle ore, così finite le lezioni lei corse fuori, mettendosi delle cuffie stile vecchio stampo, rispetto i suoi tempi, per mettersi poi ad ascoltare la musica, camminando verso la fermata del mezzo che l'avrebbe portata a casa, ma nel mentre su una stradina che divideva due edifici sentii parlare, e rumore di...spade e spari?
La ragazza girò lo sguardo notando in lontananza due persone che stavano combattendo, perché lo stavano facendo?
Si avvicinò, sapeva che probabilmente non sarebbe stato saggio farlo, ma qualcosa le diceva di farlo, così andò li, in silenzio, come era abbastanza vicina notò che a combattere erano un ragazzo, vestito di quella che sembrava pelle o qualcosa di simile con un teschio sul petto in direzione del cuore, piccolo, l'altro un umanoide.
Ora tutto le era più chiaro, uno doveva essere un pirata, e quello che la lasciava ancora più sconvolta era il jolly roger, era identico a quello del libro, davvero uguale, e l'altro, l'umanoide, doveva essere un soldato.
Fortunatamente ce ne era uno, aveva pensato la ragazza, prese così lo zaino e al momento giusto colpi in piena nuca l'umanoide, facendogli perdere conoscenza, lei sorrise soddisfatta poi guardò il ragazzo con preoccupazione."Tutto bene? Non ti ha ferito, vero?" Disse lei, controllando con lo sguardo che non avesse ferite, cosa che fortunatamente non fu così.
"Si sto bene.. ti ringrazio, non avrei mai immaginato che qualcuno potesse venirmi ad aiutare" Disse il ragazzo, riprendendo fiato, prendendo poi una borsa che sembrava piena di qualche cosa che lei non sapeva che potesse essere, ma non si fece domande.
"Di nulla, non sono dei simpaticoni" rispose solamente.
"Ma che c'era nello zaino per farlo svenire?" Chiese mezzo divertito, riprendendo lo zaino alla ragazza e passandoglielo.
"Il libro e dizionario di latino" Disse con tranquillità lei, per poi ridacchiare, alla risata si aggiunse anche il ragazzo."Beh... devo andare, mi ha fatto piacere conoscerti" Disse lui, la ragazza ricambiò un sorriso che lui gli aveva fatto. "Anche a me, ma ora va prima che riprenda conoscenze" Disse lei, per poi separarsi entrambi, correndo in direzioni opposte, le sarebbe piaciuto conoscerlo, come mai aveva sulla giacca un jolly roger come quello del libro?
Ayano entrò in casa, sbuffando e posando lo zaino sul divano e andò in cucina per mangiare qualcosa.
"Bentornata Ayano" rispose la madre con un sorriso.
"Ciao mamma" Disse la giovane, addentando infine un panino che si preparò.
"Com'è andata la giornata?" Chiese la donna che andò accanto alla figlia e abbracciandola per salutarla.
"Mi hanno fatto uscire dalla classe, ma ho solo esposto la mia opinione" Disse lei, con tranquillità e sincerità.
"Lo sai che loro non vogliono un opinione apposta, dovresti evitare" Disse sospirando la madre, teneva alla figlia e non voleva che le accadesse qualcosa.
"E fingere di stare secondo le loro regole? Mai, piuttosto preferisco morire" Disse seria la ragazza.
"Non dirlo nemmeno per scherzo Ayano! Teniamo a te e sai bene che potrebbero farlo seriamente se lo decidessero, non devi più fare così, seriamente" Disse la madre più seria.
La ragazza sospirò e decise di non risponderle, non l'avrebbe ascoltata anche se sapeva che poteva portarla alla morte.
Tornò in camera e si sedette sul letto, ripensando a quel che era successo quel pomeriggio dopo scuola, aveva evitato di parlargliene per evitare rogne, dopotutto era più che maggiorenne, sapeva gestire le sue scelte.
E se anche prima riusciva un minimo a trattenersi, per evitare problemi con gli umanoidi, ormai non poteva più sopportare certi atteggiamenti.
Quel ragazzo aveva lo stesso simbolo del libro, ma Ayano non capiva, era un fan? Conosceva seriamente la storia? Non c'era altro motivo se non che esistesse davvero qualcuno che aveva quel libro, come lei, in qualche modo; se lo avrebbe mai incontrato di nuovo si promise che glielo avrebbe chiesto, voleva sapere.

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Freedom
Fiksi PenggemarPuò esistere, in un mondo corrotto, dove l'utopia ha preso completamente possesso della mente di ogni uomo, qualcuno che si fermi a guardare il grande mare stellato che si presenta a noi la sera? O le grandi nuvole che passano sopra di noi con i rag...