Scavalcando un cancello enorme color pece, ricamato con forme particolari ed astratte, Kirishima si avvicinò sempre di più al suo amore. Perché non voleva essere scoperto, nel cuore della notte, ad entrare in una proprietà che non gli apparteneva, ma che, probabilmente un giorno, sarebbe stata anche sua.
Si ritrovò dinnanzi agli occhi grandi e tondi un giardino, tanti alberi accompagnavano il rumore dei grilli in sottofondo, facendo rilassare un po' Eijirou. Bakugo adorava questo verso, diceva di sentire la tranquillità che la natura sapeva offrirti, se solo ti fossi concentrato di più. Ed aveva ragione. Bakugo aveva sempre avuto ragione, su tutto quanto. Nonostante, spesso, nessuno lo prendesse davvero mai in considerazione.
Si incamminò, lentamente, con il cuore schizzato in gola e le gambe, inevitabilmente, cominciarono a tremare. Dopo sei anni, poteva dirsi ancora non pronto a superare una cosa simile. Perché, lui, di prove, in passato, ne aveva fatte. Lo imparò assumendo il suo titolo da eroe, difendendo Tokyo dal male che l'oscurità sapeva offrirti. Ma questa, probabilmente, dopo sei anni, faceva ancora male. Come quando, a tre anni visibili, ti apri per la prima volta una ferita sul ginocchio, cominciando a piangere per il dolore inaspettato.
Il corpo pieno di lividi, faceva fatica a muoversi. Il sangue che scorreva su tutto il corpo non gli permetteva di usare il suo Quirk come avrebbe voluto. I denti serrati, mentre con gli occhi cercava i suoi compagni di squadra. Cercava lui. Non riusciva più a localizzare il fuoco, le sue esplosioni. Anche di Midoriya, Uraraka, Todoroki, Tsuyu... Non riusciva a trovare nessuno. Era come se, in quel momento, ci fosse stato solamente lui.
All For One era stato un nemico da non sottovalutare, la Yuei non era ancora pronta per qualcosa di simile. E per quanto potessero avere valorosi eroi dalla propria parte, niente sarebbe bastato a fermare una morte certa.«Bakugo, dove sei?!» Urlò, a squarciagola, camminando - flebilmente - ovunque.
Le gambe gli facevano male.
Il corpo era diventato pesante.
Come il piombo.Non riusciva a trovarlo da nessuna parte da un po', facendogli provare varie sensazioni negative. Avevano sempre combattuto insieme, senza mai separarsi, se non quando avevano un piano. Ma, dopo neanche dieci minuti, era sempre tornato da lui.
«Bakugo... Bakugo... Bakugo!» Continuò ad urlare il suo nome, sentendo il cuore battere velocemente ad ogni secondo che passava, ed il corpo cominciare a sudare freddo. Aveva paura. Paura di poter scoprire qualcosa che non gli apparteneva.
Cominciò a piangere, silenziosamente, asciugandosi le lacrime con i palmi delle mani. Dove era il suo ragazzo? Perché non riusciva a trovarlo, in mezzo a tutte queste macerie? Ed i suoi compagni, perché non riusciva a vederli?La sensazione che Kirishima poté riuscire a descrivere in quel momento, era meno di zero. Da solo. Con il mondo. Ed il terrore.
Si accasciò per terra, piangendo, scaricando tutto il suo stress così. Perché aveva paura a proseguire, per poi scoprire la verità che si celava dietro quelle lacrime che sapevano di sconfitta. Verso sé stessi. Verso il mondo. Verso la vita.
«Kirishima...» Sentì, improvvisamente, pronunciare. Di scatto alzò lo sguardo, trovando la figura di Bakugo a pochi metri di distanza dal suo corpo. Come lui, era ridotto male. Eppure, c'era qualcosa in Bakugo di diverso, quel giorno. Era come se, in quel momento, Kirishima si sentisse solo in uno e non più in due. Come se ci fosse solamente lui, al centro di tutto, al centro di niente. Anche Bakugo, in quel momento, si accasciò vicino al suo amore più grande, poggiando la fronte sulla sua spalla sporca e muscolosa.
«Sono tornato... Anche questa volta... Hai... Visto...?» Continuò, con voce spezzata. Anche solo parlare gli faceva male, gli spezzava il fiato in gola, come tante piccole lame conficcate senza pietà.
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Castle Of Glass - [KIRIBAKU ITA]
FanfictionKirishima sente il bisogno costante di vivere di ricordi, per tenere in vita il legame costruito con Bakugo Katsuki in questi anni. Un dolore lancinante, all'altezza del petto, che lo porterà a superare la sua paura più grande, invaso dalle lacrime...