CAPITOLO I - Francesca, la ragazza dei miei sogni

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Avevo 23 anni ed ero in vacanza in un paesino di mare quando conobbi in spiaggia Francesca, una ragazzina stupenda, di 17 anni, dal viso angelico, pelle chiara un po’abbronzata per il sole, capelli biondi molto chiari, occhi verdi dolcissimi, labbra stupende, non molto alta, un fisico niente male. Insomma, nel giro di poco tempo presi una cotta per lei, io che per la mia timidezza non avevo mai avuto rapporti con ragazze. E infatti ogni volta che la vedevo mi scioglievo, balbettavo parole incomprensibili, non incrociavo mai il suo sguardo ma lo tenevo sempre basso, verso i suoi piedi.

Lei si accorse fin subito di quanto ero cotto di lei, eppure non mi evitava come tante ragazze in precedenza, ma anzi mi permetteva di sederle affianco quando di sera andavamo in qualche bar in comitiva, e accettava sempre di farsi offrire qualcosa da me. Ogni tanto mi rivolgeva persino la parola, ridendo divertita dal mio imbarazzo e del mio essere imbranatissimo, mentre io puntualmente diventavo paonazzo e incespicavo in continuazione con le parole. Ma quelle sue risatine di scherno mi facevano impazzire. Adoravo il totale controllo che lei aveva di me.

Tutto peggiorò, però, quando confessai ad amici della comitiva quanto ero cotto di lei, nella speranza di un consiglio. Questo incauto gesto portò invece a continue prese in giro da parte del gruppo ogni qualvolta lei si avvicinava a me o quando ce n’era occasione. Mi deridevano perché sapevano che io nella mia nullità non avevo possibilità: Francesca piaceva a molti, e tanti ragazzi molto più belli e interessanti di me ci provavano con lei. Questi sfottò mi imbarazzavano tantissimo e portarono lei a distaccarsi sempre di più, l’ultima cosa che volevo. Già la sua vicinanza era tanto per uno sfigato come me, il suo contatto era il massimo e io a causa delle mie stupide azioni lo stavo perdendo.

Mancavano due giorni alla fine delle vacanze e io ormai da minidotato incapace mi ero arreso a dover solo sognare di poter stare con una come lei, come sempre d’altronde. Avevo avuto più di un’occasione per provare a dichiararmi ma non ero mai stato in grado di farlo, anzi avevo collezionato solo figuracce e motivi per cui vergognarmi con lei per tutta la vita. La penultima sera, a causa dell’aria più afosa del solito, Francesca mi chiese con mio stupore di accompagnarla fino a fuori casa per posare la maglietta che copriva il suo vestito. Subito partirono le prese in giro ad alta voce degli amici sul fatto che l’avrei accompagnata da solo, con il risultato che Francesca partì a razzo e io dovetti raggiungerla. Provai a cianciarle che avrei potuto portarla io in mano la maglietta durante la serata ma lei mi silenziò subito: <<Dai, stai zitto che fai solo figure di merda…>>. Fu un colpo, e io non proferii più parola. Arrivammo fuori casa sua, una bella villetta di sua proprietà, lei salì e poco dopo riscese di nuovo, lasciandomi ancor più senza parole. Sotto la maglietta nascondeva una scollatura da paura che mostrava tette morbide e sode, perfette, per metà abbronzate e metà no. Sbuffò vedendomi così rincoglionito a guardarla e sì incamminò sulla strada del ritorno.

Ritornammo quindi verso il punto in cui avevamo lasciato il gruppo, ma non trovammo più nessuno. Probabilmente erano andati via apposta per lasciarci soli, sapendo che tanto non avrei fatto altro che fare altre pessime figure. Francesca, un po’ scocciata, mi disse <<vabbè, andiamo in spiaggia dai>> e mi prese la mano. Arrossii, stupito da questa iniziativa, e mi lasciai portare. Ci togliemmo le scarpe, lei mi fece sedere su una sdraio e si stese appoggiando la testa sulle mie ginocchia, a mò di cuscino, e io, imbarazzato, cercai a fatica di non guardarle la scollatura, anche perché lei mi osservava da sotto.

Francesca mi chiese di raccontarle un po’ le mie ultime storie con ragazze. Io che ovviamente non avevo nessuna storia da raccontare, balbettai <<comincia tu dai>>, così lei mi raccontò dei suoi ultimi 2 morosi, alti, belli e palestrati, di come aveva lasciato il primo perché stufa del rapporto e del fatto che voleva sempre fare sesso, e mi fece vedere le loro foto sul cellulare. Inutile dire che io a confronto ero assolutamente ridicolo, senza un muscolo, probabilmente anche il mio pistolino a confronto con il loro la avrebbe fatta morire dal ridere.

Vacanze da SottomessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora