𝐰𝐡𝐚𝐭 𝐢𝐟..
un frivolo e leggero raggio di un sole nascente filtrasse dalle angolari tende tinte di chiaro, un bianco latte appena usurato dal tempo, posandosi sulle tue ciglia, sulle palpebre abbandonate fra le braccia di Morfeo.. portandoti ad avere l'impulso di stirare gli arti indolensiti e ancora intrisi dall'immobilità della notte..
ma ecco un formicolio sulla pelle calda al solo accingersi a sfiorare con le dita la parete fresca, liscia, tinteggiata di un azzurro pastello.
Un brivido a quel cambio improvviso di temperatura, peccato raggiunga la punta di uno degli alluci e delle ginocchia, scoperti nel ribalto fra quelle coperte morbide e accoglienti, ed ora esposte a pelle alla temperatura esterna a quel covo caldo.
Le lenzuola risalite di fianco, ed il bacino avvolto solamente da quello che ricordi essere il tuo intimo.
Le curve del petto, dello sterno, le spalle premute al materasso, avvolta da un tessuto non del tutto cotonato, anzi.. materiale sintetico, che scende largo sui fianchi e sulle forme del tuo corpo.
Sentirti letteralmente abbracciata da quella che sembra essere una taglia fin troppo grande per un corpo come il tuo.. un errore nell'acquisto? Il cervello rincretinito da lente informazioni, offuscato dai rimasugli di quelle che dovrebbero essere informazioni basiche quali nome, cognome, età.. perchè è tutto così dannatamente complicato?
Ma nell'affluire di mille pensieri inutili solamente per riuscire ad aprire quei dannati bulbi serrati dalla fanciullesca voglia di semplicemente girarsi di fianco e lasciarsi crollare ancora fino a tarda mattina, quella volta qualcosa, una misera informazione nella testa, ancora poco nitida, sà di importante.. sai di dover lustrare quel cervello e alzarti.
Ma è quando il naso è catturato da una fragranza a te sconosciuta, che ogni senso sembra riprendere vita in meno di due millisecondi.
Non è un profumo.. però sa di dolce, quasi come il pane appena sfornato.
Ti senti impedito dato il ritardo del tuo cervello nell'elaborare quelle informazioni, una semplice dormita riesce a storditi nel profondo, non ne vai molto fiera..
Quando hai poggiato la punta del naso su quel lembo di coperta? Da quanto stai annusando quella fragranza sconosciuta? Perchè le dita di una mano stringono quel tessuto e i polmoni chiedono solo di drogarsi di più di essa? Non capisci, non hai mai capito molto da appena sveglia, lasci solo risalire la coperta sulle tue gambe, scoprendole, lasciando che quella maglia grande facesse vagare la luce fioca del sole sulla pelle dei tuoi addominali, quasi scivolasse.
Le labbra si schiudono leggermente, le stesse che impastate dal sonno, non riuscirebbero a dire una parola senza far risuonare le corde vocali con una tonalità simile ad un mostro o ad una creatura raccapricciante, scivolano anch'esse sul tessuto profumato di dolcezza quasi tastabile a mano.
Ti chiedi solo che droga sia.. sembra apparentemente meglio di cocaina ed hashish, non che tu ne abbia mai avuto bisogno. Quando i polmoni, gonfiati in petto per i mille respiri rubati a quelle coperte, decidono di rilasciare un espiro lungo e quasi soddisfatto.. lasci il petto alzarsi ed abbassarsi lentamente, tornando a seguire un respiro regolare.
Un ginocchio si alza, muovendosi verso l'alto, e le dita risalgono sul tuo corpo, stropicciando con i polpastrelli quei poveri occhi che chiedono solo .. "altri cinque minuti". Ma basta solo, un azzardato tentare anche solo di lanciare un'occhiata per sentirsi meno spaesati, che la calma oscurità viene squarciata da quella luce fioca che basta a rendere quello sguardo fuggiasco una pessima idea.
Le dita velocemente, mosse da un impulso che manda letteralmente a quel paese la situazione di fermezza dei muscoli, copre gli occhi lasciando che dalle labbra appena secche fuoriescano mugolii infastiditi da quel lampo a detta tua troppo forte. Le restanti dita stringono e affondando le unghie nelle lenzuola, lasciando che le articolazioni della schiena la facessero inarcare.
I capelli della nuca si ritirano a quei movimenti, già precedentemente sfatti, ora intrecciandosi ed essendo ancora più impresentabili.
Ma non hai tempo per pensare a quei dannati capelli.. riesci finalmente, dopo un continuo muoversi che ti era sembrato interminabile, a schiudere quell'occhio, molto pacatamente, lasciandolo abituare alla luce esterna.
L'appanno svanisce dopo leggeri battuti di ciglia.
Ma è proprio quando anche l'altro bulbo si decide a raggiungerti nel mondo dei vivi, che il cuore si ferma letteralmente in petto, un brivido pervade la tua schiena. Il soffitto.. può un semplice soffitto lasciarti letteralmente congelato? Sai benissimo di essere tarda a quell'ora della mattina, ma sai di non stare sognando, o di non essere impazzita.. sei in una stanza che non corrisponde a quella in cui dormi ogni notte.
Gli occhi prendono velocemente vita, le pupille si ritirano appena per quella luce e vagano come lampi veloci su ogni particolare di quel luogo a te sconosciuto.
Un armadio bianco, una scrivania con quelli che sembrano rottami di componenti meccaniche, computer? E ancora maglie, abiti, libri sparsi alla rinfusa.. quasi abbandonate nel primo spazio libero in quel caos che in ogni caso non era così drammatico. Stessa cosa non si può dire del tuo respiro.. accellerato a causa della tensione.
Dalla posizione supina, il busto va a drizzarsi quasi tremolando.. mentre una mano raggiunge una tempia, quasi stessi cercando di vagare fra quelle informazioni passate e ancora dormienti del tuo cervello assonnato.