Capitolo 4.
Odio i cellulari, bisognerebbe creare un’opzione da “silenzioso quando dormo”, senza che ogni volta mi debba ricordare di metterlo io.
Mi metto il cuscino sulla testa ma quell’affare non smette di suonare. Ci può chiamarmi a quest’ora del mattino?
Sospiro tirando fuori al testa da sotto il cuscino e guardo il telefono, Julia, solo lei può svegliarmi a quest’ora. Rispondo al telefono e la sua voce squillante mi perfora un timpano.
<Buongiorno! Come va ad Amsterdam? Te ne sei andato senza di me, cattivo.>
Immagino già la sua faccia imbronciata a sentirle dire quelle parole, questo mi fa sorridere.
<in realtà sono nel letto.>
<Dimmi che sei solo.>
<Perché? Vuoi fare porcherie al telefono?>
<Bleah! Jonathan!>
<Sappiamo entrambi che non ti dispiacerebbe tesoro.>
<Si fantastica pure, io ti ho chiamato per sapere come te la passi e tu già pensi alle porcherie.>
<E non è una cosa positiva?>
La mia domanda è seguita da un silenzio un po’ troppo lungo, ho forse detto qualcosa di male? Sono single potrò anche scherzare su queste cose ora.
Quando riprese a parlare la sua voce era diversa, non sembrava la solita Julia.
<Si.. Quando torni dobbiamo vederci, ok? Ora devo fuggire.>
<Va bene, andremo a cena, a presto.>
<A presto Jo.>
Detto questo chiudemmo la telefonata e sospirai. Mentre tengo ancora il telefono in mano mi arriva un altro messaggio, Celine. Sorrido mentre leggo: “allora? Senti la mia mancanza?”
Mi mordicchiai il labbro pensieroso e presi a digitare velocemente.
“Stavo giusto pensando a te.”
“ah si? E cosa stai facendo?”
Mi guardai e scossi la testa. “sono nudo a letto.”
Sorrisi mentre immaginavo la sua reazione ed il messaggio non tardò ad arrivare.
“Spero che le tue mani siano a posto o mi vendicherò se ti dai piacere pensando a me.”
“E in che modo?”
“Torna e lo scoprirai.”
“non manca poi così tanto.”
Dopo il mio ultimo messaggio non mi rispose più così poso il telefono e guardo il soffitto della mia stanza. Manca solo un giorno prima di andare a casa e tutte le serate passate coi miei amici sono un po’ sfocate, fra erba alcool e donne.
A quel pensiero mi guardai intorno nella stanza e notai che la mia maglia, poggiata alla poltrona, aveva macchie di sangue. Ah si, eravamo andati ad una festa, molto carina.
Prima che iniziassi ad annoiarmi e mangiarmi metà degli invitati, fortunatamente nemmeno Marcus era di buon umore così si era unito allo spuntino.
Ora che ero sveglio mi ricordavo una cosa di Marcus, sospirai per via del mal di testa post sbornia mentre ricordavo le sue parole.
<Amico, tu pensi ancora alla tua Kathleen e io penso ancora alla mia ex.>
<Non ricordo come si chiamava.. sono troppo ubriaco.>
<Se l’avessi conosciuta non l’avresti dimenticata.>
Quindi, proprio il mio migliore amico, quello che voleva farmi dimenticare Kathleen ancora si struggeva per la sua ex. Che brutta situazione.
[…]
È l’ultima sera ed abbiamo deciso di iniziare cenando fuori, siamo solo io e Marcus, l’altro ci ha abbandonati.
C’è uno strano clima fra di noi e non capisco se è perché entrambi abbiamo ancora mal di testa o se è per la sua rivelazione di ieri sera.
<Senti Marcus, mi hai detto di pensare ancora alla tua ex.. anche io penso ancora alla mia, non è una tragedia.>
<Lo so, ma sono io quello che continua a dirti che dovresti andare avanti mentre io invece.. io se dovessi rivederla le correrei dietro. Tu sei diverso da me, Kathleen è stata la seconda donna importante della tua vita.. prima c’era..>
<No. Non nominarla, quella donna mi ha rovinato, per colpa sua io e mia sorella non ci parliamo più.>
<Lo so, ma ammetti che è stata prima di Kathleen.>
<Si, Anya è stata prima di lei e ha tirato fuori il peggio di me.. ma anche il lato dolce, mi ha insegnato ad amare ma ti ricordo che l’ho lasciata per Kathleen.>
Anya, era da tempo che non pensavo a lei, sospiro prendendo in mano il mio bicchiere di vino e guardo il suo colore rosso.
Qualche secolo fa non sapevo cosa volesse dire affezionarsi ad una persona ma con lei era successo, mi ero affezionato e pensavo anche di amarla, ero un povero ingenuo.
Anya era forte, spiritosa, piena di vita e naturalmente bellissima.. era stata la prima donna a farmi capire quanto fosse importante avere qualcuno al proprio fianco, perché trascorrere l’eternità da soli può essere un vero inferno.
Alzo lo sguardo e noto che Marcus mi sta fissando, deve aver intuito che sto pensando ad Anya perché sospira e continua il suo discorso.
<Amico, per me sei come un fratello e ti conosco fin troppo bene.. so che ora c’è quella donna che ti distrae ma devi promettermi che non tornerai da Anya, ti rovinerebbe.>
<Del buon sesso mi rovinerebbe?> gli chiedo inarcando un sopracciglio e sollevo il bicchiere bevendo un sorso di vino, a un attimo sapore sulla mia lingua prima che mi scenda giù per la gola.
<Promettimi di non dimenticarti di me.>
<Stiamo mettendo fine alla nostra relazione. Non ti sto escludendo per sempre dalla mia vita.>
<Ti conosco Jonathan, finirà che non mi parlerai più.. almeno finche starai con un’altra.>
Con quelle parole era corsa via sotto la pioggia.
Scuoto la testa per scacciare la nostra ultima conversazione, quella donna mi aveva fatto credere che fossi innamorato di lei, invece era solo sesso.
<E’ già successo secoli fa, usavi le donne come distrazione e non è finita bene. Si ripeterà.>
<Vedremo amico mio.>
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Un patto fra due anime dannate.
RomanceMi chiamo Jonathan, il mio cognome non vi serve, vi serve solo sapere che sono vampiro da oltre mille anni. Com’ero? Se ho ucciso qualcuno? A centinaia. Ma importa ora? No. Ciò che importa è cosa è stato della mia vita dopo che Kathleen, la donna de...