Piccola.

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Quando mi sveglio Celine è ancora appoggiata al mio petto e sorrido guardandola. Dorme tranquilla e io non ho alcuna intenzione di svegliarla, è accoccolata a me che non faccio nulla, rimango a guardarla. Ha un’espressione così serena che passo una mano nei suoi capelli scostandoglieli dietro le l’orecchio. Questa donna è riuscita a far breccia nel mio dolore e ora sta cercando di rimettermi in piedi, perché? Questa domanda mi sorge spontanea mentre la guardo. Mi conosce appena eppure ha deciso di entrare nella mia vita e di rimettermi in sesto, le sono debitore anche se ho la sensazione che il dolore che ho sepolto infondo al mio cuore non mi abbandonerà mai. Come si dimentica un amore come quello che ho provato per Kathleen? Non ne ho la più pallida idea ma ci sto provando. Ho al mio fianco una donna fuori dal comune e posso anche dire di essere felice per questo.

Lentamente sgattaiolo fuori dal letto e lei emette un suono mentre si accoccola al cuscino, fortunatamente non si è svegliata. Le bacio la fronte e, dopo averle sistemato le coperte purché non senta freddo, mi infilo un paio di pantaloni della tuta e scendo al paio di sotto chiudendo la porta della camera da letto dietro di me. Lasciamola riposare un po’.

Mi passo una mano fra i capelli arruffati mentre con l’altra apro lo sportello del frigorifero e noto che è pieno di cose da mangiare, com’è possibile? All’inizio non ci penso ma poi mi viene in mente della donna delle pulizie, Dalia, deve essersi preoccupata che morissi di fame. Viene solo due volte a settimana ma dato che ieri sono tornato dalla vacanza avrà pensato che mi sarebbe servito da mangiare. Per una volta apprezzo il suo gesto, di solito mi basta il sangue che riposa in basso nel frigorifero ma essendoci al piano di sopra una bella donna addormentata posso prepararle la colazione. Sarò anche un vampiro ma so anche io cucinare, che credete.

..

Sto mettendo i pancakes nel piatto quando la vedo arrivare, mi sorride con addosso solo la mia maglia e, presumo, le mutandine sotto di essa.

<Hey bell’addormentata, ti sto preparando la colazione.>

Le dico sorridendo e lei si avvicina, mi posa un bacio sulle labbra e dopo avermi mormorato il buongiorno guarda quello che sto facendo. Metto lo sciroppo sopra i suoi e le porgo il piatto.

<Hai rovinato la mia idea di colazione a letto.>

<Mmm.. allora io ora me ne torno a letto e ti aspetto. Non mi piace il caffè perciò non farlo.. preferisco il latte caldo.>

<Va bene piccola, ora vai.>

Mi sta guardando un po’ stranita per come l’ho chiamata e in questo momento mi vorrei mordere la lingua per essermelo lasciato fuggire. Lei senza dire nulla se ne torna di sopra e io tiro un sospiro di sollievo. Non voglio che si faccia strane idee ma mi è scappato chiamarla così. È così strano ammettere che mi sto legando a lei? Non intendo che mi sto innamorando, ovviamente, ma inizio a formare un certo legame con lei e non mi dispiace affatto. Nonostante io la conosca a malapena.

Io e la mia stupida mania di dare nomignoli a tutti potrebbe aver appena fomentato una possibile discussione. Mi sono svegliato così bene questa mattina, non voglio litigare con lei, temo che possa accadere. Faccio un sospiro passandomi la mano sul viso e quando ho preparato la colazione la metto su un vassoio e la raggiungo in camera. È seduta sul letto che guarda fuori dalla finestra ma la mia entrata attira la sua attenzione così ora il suo sguardo è su di me, sta abozzando un sorriso e vorrei tanto avere il potere di leggerle la mente, se esistesse, dannazione.

Ricambio il sorriso e mi avvicino mettendo il vassoio con i piedi appoggiati ai lati delle sue gambe prima di sedermi accanto a lei.

<Ecco qua Celine, ora dimmi se ti piace.>

Un patto fra due anime dannate.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora