Cos'era la donna per gli antichi Greci? La moglie legittima era solo una fattrice adatta a far figli e da tenere al sicuro nel gineceo fuori dalla vita cittadina mentre nell'immaginario potevano essere come le figlie di Zeus quali Estia, desiderata da Poseidone ed Apollo o Artemide che non poteva essere guardata dagli uomini altrimenti sarebbero tutti morti immediatamente, cosa poi successa ad Atteone che ne vide il suo bel corpo nudo. Sui vasi antichi sono raffigurate anche come donne-uccello, arpie o sirene quest'ultime irresistibili, ammalianti e pericolose tramandate a noi dall'iconografi a del 700 nelle più conosciute sembianze di donne-pesce.
Per i Greci le sirene erano le ancelle che dovevano vegliare su Persefone quando fu rapita dal dio delle oscurità Plutone , affrante dal dolore riuscirono a mettere le ali per cercare invano la loro padrona . Le sirene come tutti gli uccelli cantano e hanno una voce melodiosa e seducente , talmente seducente da attirare i marinai sugli scogli per farli naufragare . Chi ascolta il canto delle sirene perde la vita , solo Ulisse riuscirà ad ascoltarlo dopo essersi fatto legare dai compagni di viaggio. Ma perché Ulisse affronta le sirene nel suo mitico viaggio? Quali conoscenza hanno e quale sapere possono trasmettere? La risposta non può che essere una sola: il sapere dell'amore e l'arte della seduzione. Il canto delle sirene è un invito sessuale, una provocazione dei sensi è l'arma invincibile con cui le donne attraggono gli uomini.Ulisse d'altronde nel suo mitico viaggio incontra oltre alle sirene anche altre due famose seduttrici: Circe e Calipso e trascorre con loro otto anni, un anno con la prima e sette con la seconda. Quindi, i suoi famosi dieci anni di peregrinazioni scendono a due, mentre gli altri otto sono trascorsi su isole nelle quali non è tenuto davvero prigioniero e in realtà tappe e nemmeno forzate come momenti non del tutto spiacevoli della sua esistenza. Ulisse ci racconta delle sue avventure e una delle più affascinanti è quella passata tra i mangiatori di loto «Chi mangia il loto dimentica tutto, la propria vita il proprio presente e il proprio passato» secondo alcune ipotesi moderne, consumatori di hashish o marijuana che avevano come vicini il popolo dei Gindani noti per un singolare costume: ogni volta che una donna veniva amata da un uomo, aveva in dono un bracciale di cuoio che lei stessa legava alla caviglia, la donna che aveva più bracciali godeva della più alta considerazione sociale poiché essendo stata amata da più uomini era certamente la migliore. Certo è che per i Greci le donne sono diverse e sconosciute, diverse tanto da non appartenere alla stessa razza degli uomini, discendenti di Pandora che dal suo mitico vaso fece uscire tutti i mali, quindi le figure femminili sono anche pericolose e accanto a quelle che portano alla rovina come Circe ce ne sono altre che usano le misteriose arti magiche per condurre l'uomo alla perdizione eterna, un anticipo di quella che diventerà poi la futura strega del Medioevo.
I Greci quindi imparavano a individuare le seduttrici e a distinguerle dalle donne oneste quali ritenevano potessero essere le mogli, madri o sorelle. Ulisse nel suo viaggio probabilmente cerca anche la donna "oggetto sessuale" come un adolescente che ai primi segni della pubertà deve staccarsi dalla madre e dal gineceo per seguire il percorso verso l'età adulta certo di poter tornare dalla donna onesta sia moglie che madre. In quanto alle relazioni sessuali , i Greci avevano imparato a distinguere il semplice godimento che apparteneva alla dea Afrodite dal desiderio ossessivo per una persona particolare, in questo caso parlavano di èros o "amore" nel senso che noi usiamo di essere innamorato. Afrodite è anche la gioiosa realizzazione della vita sessuale , dea dell'amore e della bellezza è la più bella tra tutte le dee; Omero la immaginava sempre con il sorriso , gli artisti pittori e scultori la ritraevano nuda o semivestita . Il mito racconta di Urano e Gea che per i Greci sono il cielo e la terra , una coppia smisurata che produce creature mostruose , tra queste il titano Crono che taglia i genitali al padre Urano e li scaglia in mare dove producono una bianca spuma aphròs da cui nasce Afrodite , dea capace di risvegliare l'amore con magiche cinture. Afrodite veniva associata ai colombi che tubano inseparabili o ai cigni noti per bellezza e fedeltà nonostante avesse molti amanti e molti figli . Con Ares dio della guerra ebbe due maschi Deimo (terrore) e Fobo (Paura) e una femmina, Armonia, con Ermes messaggero degli dei ebbe un figlio bisessuale Ermafrodito però si accompagna più spesso a altri due figli Eros e Himeros, la bramosia.
Eros e Himeros sono stati rappresentati come due giovani alati o anche putti, espressione di una certa divinizzazione della sessualità che persiste ancora oggi. Altre divinità erano dedicate alla sessualità e ai suoi piaceri, dalla fornicazione all'adulterio e pure alla sodomia poiché il senso di colpa dell'era cristiana non era certo presente tra i pagani eppure delle regole erano comunque accettate, ad esempio i rapporti sessuali erano vietati nei templi e santuari e persino in quelli in cui la divinità rappresentava una forte propensione al sesso. Contraddizioni con le donne certo non mancavano nella società greca, essendo organizzata come una società schiavista la schiava ad esempio non poteva rifiutare le richieste sessuali del suo proprietario inoltre le giovani schiave o straniere intrattenevano gli uomini nei festini come danzatrici e suonatrici dove potevano essere molestate e malmenate, cosa che se invece fatta a una cittadina poteva costare la vita al colpevole, per certi aspetti extracomunitarie del passato. Schiave particolari erano poi considerate le donne etere, famosa la citazione di un poeta comico a proposito dei greci che assediarono Troia per dieci anni:
«.... non videro mai un'etera e alla fine avevano il buco del culo più largo delle porte di Troia...»
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