Chi ama, crede nell'impossibile.

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"Dimmi che sono la migliore" lo guardo negli occhi mentre mi riporto con l'indice gli occhiali sul naso, e gli porgo il cartone davanti al petto "Mi fai entrare o rimaniamo qui a fissarci per molto?" - "Che ci fai qui?" Sbuffo e tento di aprire il cartone della pizza, senza fare danni, ma la borsa mi cade e il contenuto si riversa nel patio di Daniel, e così il mio intento fallisce miseramente, come al solito. "Ho la pizza, che ti importa? Tempo fa mi avresti strappato di mano il cartone e tirato dentro casa senza fare tante domande" continuo a parlare guardando a terra, il casino ai miei piedi e nella mia visuale entrano le mani di Dan che recuperano velocemente le mie cose e le infilano nuovamente in borsa "Non sono in vena" - "Giusto, Grace mi ha detto che tipo sei uscito dalla pista? O qualcos'altro.. senti, lo sai che non seguo ste cose. Tu che giri attorno, poi mi annoio, e poi quando penso a quanto vai veloce mi viene l'ansia e così non guardo" - "Sono arrivato penultimo" alzo gli occhi al cielo e poi li riporto su di lui "È uguale" - "Non è uguale Bryana, doveva essere il mio Gran Premio ed invece ho fatto schifo" mi siedo a terra e lo guardo dal basso mentre ha, ancora, tra le mani la mia borsa "Ok, ma io ti ho portato la pizza, per tirarti su il morale" - "Non ho vinto" alzo le spalle e apro piano il cartone prendendo uno spicchio di pizza "Beh vorrà dire che mi guarderai mangiarla, da sola, non so che dirti" sbuffa ma sorrido quando lo vedo abbassarsi per sedersi di fronte a me per poi allungare una mano verso la pizza, che però tento di allontanare da lui "B, fai piano, che goffa come sei ti cade e ci tocca andare a prenderne un'altra" gli faccio il verso e lo vedo ridere mentre cerco di soffiare via dal mio viso una ciocca di capelli, che lui prontamente afferra e sistema dietro il mio orecchio "Grazie"

"Ora come va?" Lo guardo mentre mi allunga un barattolo di gelato al caramello salato e gli sorrido, mimandogli un grazie "Meglio" rimaniamo in silenzio per un po', com'è successo anche per gran parte della serata, finché non lo spezza Dan "Sapevo che mamma avrebbe mandato qualcuno, qui da me, ma non avrei mai pensato lo chiedesse a te, e che tu.." - "E che io venissi qui, dopo che te ne sei andato senza salutarmi, ne dirmi niente dopo il nostro primo bacio? Tipo, quanti anni sono passati? Otto?" Affondo il cucchiaio nel gelato e mi porto una generosa cucchiaiata alla bocca, e portando i miei occhi sullo schermo, esageratamente grande, della televisione appesa sulla parete opposta, continuo a mangiare facendo gocciolare il gelato qua e la "Io.." - "Non dire mi dispiace. Posso dispiacermi per averti appena macchiato di gelato il divano, ma non puoi dispiacerti ora per una cosa successa otto anni fa. È andata così. C'ho messo una pietra sopra un sacco di tempo fa" sospiro e mi allungo verso la borsa per recuperare un fazzoletto e ripulire il disastro che ho combinato sul suo divano per poi alzarmi ed andare verso la sua cucina per gettare il fazzoletto e recuperare una spugna per finire di pulire il divano "Bryana lascia stare il divano" mi prende tra le sue mani i miei polsi e mi scuote leggermente, facendo cadere a terra la spugna e facendo finire i miei occhi nei suoi. "Lasciami sistemare, almeno le cose che posso sistemare" - "Ho letto il tuo libro" mi blocco e mi divincolo dalla sua presa "No" - "Michelle me lo ha regalato per Natale. L'ho letto, inizialmente non avevo fatto caso al nome dell'autrice, solo dopo un po', quando le cose erano identiche alla mia vita, ci sono tornato sopra. Anay Brown, pseudonimo di Bryana Wong, ti sei sempre fatta chiamare così, anche a scuola, quando ancora ti vergognavi dei tuoi occhi a mandorla nocciola. L'ho letto, svariate volte e non c'hai messo una pietra sopra. Ti conosco e il libro l'ha solo confermato" - "Tu non sai niente" sistemo gli occhiali sul naso e mi guardo attorno, mi sento fuori posto, ancor più di prima. "L'ho sempre visto, ancor prima che lui mi vedesse. Non ho mai preteso nulla, ho sempre solo preso tutto ciò che lui mi dava. E quel bacio l'ho preso, come fosse acqua per un assetato, come fosse cibo per un affamato. Mi fermo ancora sul patio dei miei, aspettando di vederlo arrivare per poi sedersi con me su quei gradini, e forse lo aspetterò sempre. Perché forse non smetterò mai di amarlo" boccheggio, gli occhi mi si appannano, le gambe cedono e i muscoli si contraggono.

Appena riacquisto la mia mobilità e l'attacco di panico scema mi divincolo dalla sua stretta e mi alzo dal pavimento, seguita velocemente da lui "Tu non puoi farmi questo" - "Otto anni fa eri ancora più fragile di ora. Se fossi venuto a parlarti dopo quel bacio o meglio quella serie svariata ed infinita di baci, sul patio di casa tua. Saresti crollata. Perché io all'epoca avrei sminuito la situazione, e ti avrei solo fatto ancora più male. Avresti avuto una crisi di pianto, che sarebbe sfociata in un attacco di panico, e saremmo rimasti aggrappati l'uno all'altra, come oggi. Solo che poi non saremmo stati in grado di reggere la situazione, pian piano ci saremmo lasciati andare. Ognuno nella propria realtà, perché io avrei continuato a spostarmi da una città all'altra, da uno stato all'altro, da un continente all'altro, e tu saresti rimasta qui, a Perth, per continuare i tuoi studi" continua a parlarmi, puntando i suoi occhi marroni nei miei gonfi ed ancora lucidi "Ci siamo, involontariamente lasciati guidare solamente da noi stessi. E lo sai anche tu che ho ragione. Altrimenti mi avresti chiamato, subito. Ma non l'hai fatto, ne in quel momento ne nei giorni successivi. Ora entrambi siamo soddisfatti di chi siamo e di dove siamo arrivati. Io faccio il pilota di formula uno e tu hai scritto il tuo fantastico libro, su di noi" - "Su di me" - "B, in quel libro ci sono più io di te. Perché io faccio parte di te. Perché siamo sempre stati noi anche quando non lo eravamo" mi accarezza la guancia e spazza via l'ennesima lacrima che scivola via dai miei occhi "L'anno scorso sono incappata in un canale che trasmetteva la corsa. E.. -al ricordo il cuore inizia a battere più rapidamente, il respiro ad accorciarsi ed i miei occhi cadono sulle mie mani che si torturano- e c'eri tu, dentro quel aggeggio, e poi finivi addosso ad uno.." - "Tra tutte le corse proprio quella del gran premio in Azerbaigian dovevi vedere?" Mi alza piano il viso e finisco a guardarlo, mentre lui fa lo stesso sorridendomi. "Non riuscivo a staccare gli occhi dallo schermo, e continuavo ad avere paura per te, che ti fossi fatto male, che.." non riesco a terminare la mia frase sconclusionata, in balia delle emozioni, perché Dan mi bacia.
"Sto bene Bryana, sto bene" appoggia la fronte sulla mia e mi sorride sereno "Ho chiamato Grace, quando ancora stavano mandando i replay della scena" - "Avete pianto assieme al telefono?" Annuisco piano circondandogli il busto con le mie braccia appoggiando la testa sul suo petto, mentre continua a lasciarmi dei baci tra i capelli, e rimaniamo in quella posizione, in piedi al centro della stanza per un po', finché Daniel, come suo solito, non interrompe il nostro silenzio privo di imbarazzo "Vieni via con me. Resterai nel box a non guardare la gara, pregando che non mi accada niente, magari al telefono con mamma mentre piangete e vi disperate assieme, mentre scriverai al computer il secondo libro della nostra storia, anche perché quella fine non mi è piaciuta e non è piaciuta nemmeno a te"

"Sei rimasta in silenzio per troppo tempo. Ti ho rotta?" Inizia ad infastidirmi con il suo indice, puntandomelo ripetutamente sulla guancia "Smettila" - "Finalmente! A cosa pensi?" Alzo gli occhi su di lui e lo vedo pacifico, sorridente, come se non mi avesse detto niente. "In questi otto anni ti sei rincretinito? Mi hai lanciato addosso tutta questa cosa, ed ora pretendi cosa?" - "Che tu venga via con me. Possibilmente assieme, in tutti i sensi" alza le sopracciglia svariate volte, in modo allusivo ed io mi rassegno al fatto, che si, in questi otto anni si è rincretinito. "E se io non volessi?" - "Non sei mai stata con nessuno dopo quei baci, o almeno nessuno degno di nota, altrimenti mamma me lo avrebbe detto.." - "Grace cosa?" Lo guardo sbigottita e mi allontano da lui andando a sedermi sul suo divano, anche se inciampo nei miei stessi piedi, e Daniel prontamente mi afferra, per poi portarmi, si sul divano ma seduta su di lui, che affonda la sua testa sulla mia nuca. "Ho sempre chiesto a mamma o a Michelle se stessi con qualcuno, e non puoi dire nulla, dato che so, che lo facevo anche tu" sospiro ed alzo gli occhi al cielo, frustrata dalla situazione, da lui e dal fatto che non riesco mai ad avere l'ultima parola con lui. "Pro dello stare con me: i tuoi lividi sul corpo dimezzeranno, perché so prima di te quando inciamperai, la tua fonte di ispirazione per i libri, sempre presente al tuo fianco, girare il mondo e ultimo ma non meno importante stare con me" - "Vuoi i contro?" Sospiro, mi giro per guardarlo negli occhi e vederlo annuire "Vivere in ansia, piangere tutte le volte che entrerai in quel trabiccolo, avere paura tutti i giorni, di poterti perdere" - "Bryana, tutto questo lo fai già. L'hai sempre fatto, anche per tutti questi otto anni. E se ogni giorno potrebbe essere l'ultimo, perché non volere tutti i pro?" Gli prendo il viso tra le mani e sospiro appoggiando la fronte sulla sua "Non lo so" mi avvicino cautamente al suo viso e gli prendo un labbro tra i denti per poi baciarlo con trasporto ed allontanarmi subito dopo "No, B, non esiste. Ora aggiungiamo un altro pro, che non ti ho detto. Fare l'amore con me ogni volta che vuoi" si alza dal divano con me in braccio ed avanza verso la sua stanza "Ed i pro e i contro nello stare con me?" Mi lascia scivolare sul letto mentre lui si sfila rapidamente la maglia "Di pro ce n'è solo uno, tu. E i contro non ce ne sono"

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