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YOUR POV
Aprì piano gli occhi e già potevo sentire la stanchezza assalirmi. Mi misi seduta continuando a tenere il lenzuolo al mio petto nel mentre cercavo di recuperare i miei vestiti da terra. Mi sentì afferrare dal polso e mi bloccai. «Te ne stai andando?» mi chiese sotto voce Youngkyun. «Sto solo recuperando i miei vestiti...» «Sì per andartene via» Sospirai e mi girai nella sua direzione. «Kyun...» «Resta ancora un po' qui...Solo un po'» mi baciò la mano. «Eh va bene» mi sdraiai di nuovo e ci scambiammo ancora qualche baci fin quando non crollò di nuovo dal sonno. Colsi il momento e senza svegliarlo un'altra volta, mi alzai lentamente rivestendomi e sistemando i miei capelli. Presi i soldi che mi aveva lasciato e poi gli scrissi un biglietto.
"Youngkyun perdonami per tutto, per essermene andata e per averti usato. Dimenticati per sempre di me, io farò lo stesso. Addio"
Mi sentivo tremendamente in colpa per tutto, ma avevo agito d'istinto... Un instinto che mi avrebbe fregata per il resto dei miei anni torturandomi dall'interno. Avevo usato il suo calore, il suo respiro, i suoi baci, i suoi abbracci... Avevo usato il suo cuore e il suo corpo solo per una notte, trascorsa troppo velocemente contro la mia volontà. Avevo agito d'istinto solo per il mio ego, solo per sentirmi bene e felice con me stessa, ma la verità è che sarei stata ancora peggio dopo quella notte. Youngkyun era stata la mia prima cotta durante i cinque anni delle superiori. Aveva sempre occupato il posto di quel fratello che non avevo mai avuto. Io ero sempre stata la sua "piccolina", un punto di riferimento. Quella sera però ero diventata una ragazza di strada, quello che ero d'altronde... Fissavo e seguivo la sua immagine lungo i corridoi di scuola. Mi era sempre stato accanto e aiutato in tutto. Da quel momento in poi sarei presto diventata la sua peggior nemica, un ostacolo da abbattere, un oggetto da prendere e buttare via. «Addio Youngkyun... Grazie per tutto e scusami» dissi una volta uscita da quel locale con la mia borsa sulla spalla sinistra e tanta voglia di ricominciare la mia vita da zero. Avrei cercato di dimenticare i brutti ricordi legati alla mia adolescenza e quelli belli legati a Youngkyun.
2 anni dopo
«Yeorim...» risposi al telefono, era mia sorella più grande «Sisi sto arrivando, sto uscendo ora» sistemai le varie scartoffie sulla mia scrivania e uscì dal mio ufficio avviandomi, a passo svelto, verso l'uscita. «Hey!» salutai mia sorella non appena la vidi «Forza sali» mi fece segno dal finestrino «Allora come è andato il secondo giorno di lavoro?» mi chiese cominciando a guidare «Tutto bene dai, pensavo fosse più traumatico e invece no» Lei annuì sorridendo «Te all'accademia?» «Mah siamo ancora un po' incasinati. Papà vorrebbe creare un nuovo spettacolo, ma non trova il tempo materiale per organizzare il tutto» «Mmh capisco, in effetti torna a casa sempre tardi e riesce a malapena a mangiare» le feci notare «Oh» il telefono di mia sorella cominciò a suonare e lo cercai nella sua borsa per poi passarglielo. «Pronto?» «Ciao papà» Io sbuffai... Quanto avrei desiderato anche io ricevere un giorno una chiamata da mio padre... «Va bene ti raggiungiamo lì, a dopo» «Aveva bisogno?» Lei scosse la testa «È al teatro in centro, ha detto che voleva parlarmi» «Ush che noia» sbuffai leggermente appoggiando la testa contro il finestrino. Tra me e mio padre non c'era mai stato un bel rapporto: io ero sempre stata vista, soprattutto negli ultimi anni, come un ragazza superficiale ed egoista, che non si meritava nulla se non insulti e noiose manfrine. Ho sempre fatto tutto da sola, anche pagare le tasse scolastiche grazie al mio piccolo lavoro notturno che mi faceva guadagnare il necessario. In più riuscì anche a crearmi quella cosiddetta maschera che indossavo non appena oltrepassavo la soglia della mia camera. Ero sempre stata la figlia con meno privilegi, al contrario di mia sorella a cui le era sempre stato concesso tutto e difatti grazie a mamma e papà aveva potuto iniziare l'accademia non appena dopo il diploma. A mia sorella però dovevo il mondo. Aveva sempre preso le mie parti durante una discussione e si era sempre resa disponibile ad aiutarmi nelle materie scientifiche, le più difficili per me. Negli ultimi anni però avevo cominciato a guardare mia sorella con occhi diversi, era cambiata tanto anche lei dopo la separazione dei nostri genitori tant'è che a volte per evitare una discussione correva in camera per nascondersi. I ruoli si erano invertiti... «Non ho voglia di venire a teatro» mi lamentai sbuffando «Y/n non posso lasciarti andare a casa da sola, sta facendo buio quindi dovrai portare pazienza» Buttai gli occhi al cielo e strinsi a me il mio piccolo zaino.
«Papà eccoci» urlò mia sorella nel mentre raggiungeva con passo svelto papà sul palco. Io rimasi indietro raggiungendo i due dopo qualche minuto. «Ciao» salutai a mia volta, tanto per educazione. Mi sedetti su una poltrona qualunque in prima fila ed incrociai le braccia nel mentre aspettavo che lo "spettacolo" tra i due cominciasse. «Avevo provato a contattare il figlio di un mio ex collega per sapere se fosse stato interessato a partecipare al nuovo spettacolo» «Ha accettato?» domandò mio sorella entusiasta «Purtoppo no» «Bene possiamo tornare a casa?» scattai in piedi fingendo un sorriso, ma ricevetti subito occhiatacce da entrambi quasi a volermi fulminare all'istante. Mi sedetti di nuovo e sbuffai. «Ho provato così a contattare un altro ragazzo apparentemente molto bravo in questo settore» «Allora?» «Lui ha accettato, il suo nome è Lee Hwiyoung e presto verrà qui per presentarsi e iniziare l'attività con te»
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come primo capitolo fa abbastanza cagare😳 a dire il vero avrei preferito terminare prima la storia e poi pubblicare pian piano i vari capitoli, ma come al solito ribalto ogni mio piano. qualche giorno fa in bacheca avevo anche scritto il mio intento di trasformare questa fanfic "a capitoli" in una one shot più semplice da gestire, modificare e pubblicare, ma indovinate un po'... rieccoci con la storia "a capitoli". cosa ne pensate come inizio? vi potrebbe piacere la storia?
