°Somebody Stop This°

8.6K 391 193
                                    

Tutto andava troppo veloce.
Almeno, nella sua mente.
Avrebbe voluto che il tempo si fermasse;
Avrebbe voluto scappare via da lì, lontano.
Avrebbe voluto diventare invisibile, così da non farsi trovare.
Avrebbe voluto piangere lacrime amare, liberando il dolore che lo riempiva dalla testa al cuore.
Che razza di incubo era quello?
Forse definirlo "incubo" non era giusto. Se fosse stato davvero un incubo, prima o poi si sarebbe svegliato.
Lì invece no, lì non si sarebbe mai svegliato.
Si guardò allo specchio, accorgendosi di come si odiasse conciato il quel modo.
Quel lungo abito bianco che gli copriva per intero il magro corpo, accompagnato da quel velo sottile sulla nuca, tenuto su dai morbidi e delicati capelli azzurri.
Portava collane, gioielli e merletti di ogni tipo, ma dal quale potere raggiante veniva sconfitto dai blu occhi vuoti su quel candido viso.
Era disgustato.
Si passò una mano, coperta dal lungo guanto di seta, sul suo viso, continuando a pensare a quanto quello nello specchio non fosse lui.
Era un piccolo angelo incatenato ad un destino che non era il suo.
<<Nagisa-Chan, sei pronta?>>
"per l'amor di dio, chiudi quella bocca" pensò il ragazzo alla vista di una donna nel riflesso dello specchio.
La donna lo osservava con un sorriso ipnotico, occhi profondi e soddisfatti ed i tratti affilati del viso tirati in un espressione fiera e soddisfatta.
La signora si avvicinò al piccolo angelo, passando poi le dita affilate nelle ciocche lunghe ed azzurrine di quest'ultimo, osservandolo attraverso lo specchio.
<<sei più bella di me al mio matrimonio >> continuò con voce ipnotica, mentre l'altro continuava a pregare di poter diventare sordo e non poter più sentire quella maledetta voce.
<<sei davvero stupenda, Nagisa... Sarà il marito più felice del mondo ad averti come sposa!>> esclamò ancora la donna.
Nagisa si morse il labbro, abbassando lo sguardo ed irrigidendosi sul posto.
<<mamma... >> disse quasi sussurrando il ragazzo <<mamma, tu gli hai mentito...>> disse il celeste, mentre sua madre lo guardò perplessa, ridacchiando <<di che parli, Nagisa? >> chiese la donna, mentre il figlio si voltava verso di lei, guardandola negli occhi <<sai benissimo a cosa mi riferisco. >> disse serio.
La genitrice rimase immobile, per poi far comparire sul suo viso un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
<<Non gli ho mentito, Nagisa: quello che gli ho detto su di te è la pura verità. >> disse calma <<mamma! Se scoprisse che->> non finí la frase che la megera lo zittì <<sta iniziando la cerimonia, va al tuo posto, su! >> fece calma, uscendo da quella piccola stanza in cui si trovarono.
Rimase fermo, Nagisa, stringendo i pugni e abbassando lo sguardo nell'ombra.

Tutto quello che successe dopo fu tutto troppo veloce e quasi impercettibile: lui che camminava fino all'altare accompagnato da qualcuno, un ombra. Guardava davanti a sé e vedeva un uomo sull'altare sorridere, un uomo di cui a malapena sapeva il nome. Poi saliva su quella piccola piattaforma guardando in basso, riponendo l'attenzione sulle scarpette bianche che aveva ai piedi e sul fatto che gli facessero male come spine.
Il prete iniziò a parlare, dicendo qualcosa di sfocato e Nagisa semplicemente a volte doveva rispondere, quasi come se il cervello non fosse collegato e che lui fosse semplicemente un corpo vuoto che parlava a macchinetta. Anche l'uomo davanti a lui parlava qualche volta, quasi sempre dopo di lui.
L'angelo rimaneva fermo e pregava, pregava che tutto si fermasse. Pregava che qualcosa, qualcuno, fermasse quell'incubo. Pregava con tutto se stesso, stringendo i denti e soffocando le lacrime.
I due anelli dorati arrivarono da loro.
Il prete disse le ultime parole.
"fermatevi, vi prego: qualcuno fermi tutto questo" pensò ardentemente il celeste, mentre vedeva l'uomo di fronte a lui afferrare uno degli anelli dorati.
Ma prima che facesse in tempo ad afferrare la sua mano per mettere quel gioiello dorato al suo dito, le porte della chiesa si spalancarono, causando un forte rumore.
Tutti i presenti si voltarono verso la fonte del rumore.
Ed in quel momento, solo in quel momento, la mente del piccolo angelo si riaccese, voltando i suoi occhi blu verso l'ingresso del luogo sacro.
Sagome contro luce erano all'entrata, con sorrisi di diavoli placcati d'oro in volto, prandendo armi pronte a far fuoco.
<<ci dispiace interrompere un momento così commovente... >>
Nagisa spalancò gli occhi vedendo uomini armati, con un ragazzo in centro a loro, coi capelli color sangue e gli occhi brillanti, sorridente e maligno
<<...ma anche noi vorremmo divertirci>> disse quel diavolo, puntando l'arma nera verso i presenti.

&lt;||Take Me with You||&gt; {°Karmagisa°}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora