°Stay Here°

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Al celeste scappò uno sbadiglio.
Aveva bisogno di dormire o ancora una notte sveglio e sarebbe morto.
Guardò l'orologio appeso in quella stanza: erano 22:30.
Notte,giorno: ormai non faceva più nessuna differenza.
Poggiò delicatamente la forchetta nel piatto vuoto, Nagisa, guardando poi Karma con la coda dell'occhio dentro al bagno a lavarsi i denti: osservava la sua figura di spalle, i suoi capelli rossi scarlatti e la sua corporatura robusta che, in confronto, quella del minore era decisamente imbarazzante.
Lo guardava grato per tutto ciò che faceva per lui in quei giorni: adesso gli portava da mangiare anche a colazione e a pranzo ed assecondava ogni bisogno del piccolo angelo.
Assecondava anche tutte quelle manie affettive che il celeste aveva bisogno di avere, facendosi coccolare come un bimbo dalla mamma, facendosi rassicurare e sentire al sicuro.
A dire la verità, anche Karma voleva stringerlo forte a lui e coccolarlo fino a farlo sentire sicuro, lasciandogli libera la testa: non voleva ammetterlo neanche a se stesso, ma vedere Nagisa sorridere rassicurato grazie a lui gli scaldava il cuore.
Il rosso finí di lavarsi i denti, avviandosi poi fuori dal bagno e guardando il piccolo angioletto sul letto <<hai finito di mangiare?>> chiese il ragazzo, mentre l'altro annuì di tutta risposta. Akabane si avvicinò al minore, prendendo il piatto con una mano, per poi avviarsi verso l'armadio e frugarci all'interno.
Il celeste continuava a guardarlo, osservando il rosso tirare fuori una coperta e due cuscini dal grande mobile di color bianco perla e le maniglie argentee che facevano risaltare l'aria moderna dell'oggetto. <<c-che fai?>> chiese Shiota, fissando il diavolo rosso <<prendo le cose per dormire >>rispose l'altro, non guardando il suo interlocutore negli occhi. A Nagisa scappò uno sguardo abbattuto. <<vai a dormire s-sul divano in salotto?>> chiese con tono più basso, facendo annuire l'altro <<già. >> rispose.
L'angelo guardò quel ragazzo con occhi malinconici. Insomma: per lui stava facendo un sacco di cose, ma anche un sacco di sacrifici. E il minore che aveva fatto per ripagarlo? Assolutamente niente.
Si sentiva così inutile ed in colpa per tutti gli sforzi irripagati che stava facendo fare al rosso, tant'è che il solo pensarci gli faceva venire voglia di sparire e lasciargli la vita libera da quel peso che era diventato per lui.
L'angioletto abbassò lo sguardo in colpa <<Karma... >> lo richiamò a basso tono il minore, facendo girare il suo interlocutore e fare in modo di ritrovarsi quegli occhi dorati addosso <<n-non voglio che tu debba r-rimetterci per colpa m-mia... Il letto è tuo: q-quello che dovrebbe dormire altrove s-sono io... >> fece con voce tremolante il ragazzino, mentre l'altro lo guardava sorpreso <<s-stai facendo troppo per m-me... È meglio se m-magari dormi tu s-sul letto... >>
Akabane lo guardò fisso per qualche secondo, sorpreso da quelle parole, per poi scuotere la testa ed avvicinarsi un po' di più al più piccolo <<ma che dici? Io posso stare tranquillamente in salotto a dormire: voglio solo che tu possa stare al sicuro e sentirti bene>> disse il diavolo, mentre l'altro era rimasto in silenzio.
Perché? Perché stava facendo tutto questo per uno come lui?
Uno stupido ragazzino non in grado di difendersi, con un aspetto indecente e che continuava a chiedere senza ridare.
Nagisa era semplicemente patetico.
Perché mai una persona come Karma avrebbe voluto aiutare uno come lui?
Ed ora quel patetico angelo che non se n'era stato al suo posto era preso da una sensazione amara, riluttante, per quanto sapesse di essere solo un peso: per Karma e per il mondo.
<<I-io non mi sento bene se so di starti facendo solo da peso... >> sussurrò il ragazzino dai capelli azzurri, facendo spalancare incredulo gli occhi dorati del rosso. <<m-ma... Che dici, Nagisa?>> chiese incredulo e confuso il maggiore, mentre l'altro aveva finalmente alzato lo sguardo rivelando gli occhi blu pieni di lacrime <<non è g-giusto che tu ci rimetta a causa mia s-solo perché sono c-così... Stupido ed i-idiota da n-non sapere fare nulla d-da solo...! >> aveva praticamente vomitato quelle parole, soffocando quasi nelle sue stesse lacrime <<s-sono buono solo a f-farmi sottomettere e s-sfruttare! N-non so pensare di t-testa mia! Non riesco quasi n-neanche a camminare da s-solo! Ed ora sapere di star dando peso alla t-tua vita non fa che f-farmi venire voglia di sparire! >> pianse ancora il piccolo angelo, bagnando il lenzuolo di lacrime salate.
Karma se ne stava lì: fermo ed immobile, senza riuscire a capire come reagire.
Si trovava nella situazione di non sapere che cosa fare: poteva essere un eccezionale stratega e calcolatore, ma non capiva perché davanti a quel ragazzino si sentisse sempre così sprovveduto e abbandonato al caso.
Ed in quel momento sentiva di dover fare solo una cosa.
Si avvicinò piano a quel ragazzino in lacrime e, piano, senza fargli arrivare tutto all'improvviso, lo aveva avvolto con le sue braccia, stringendolo forte a sé. Nagisa aveva afferrato la maglietta dell'altro con le candide mani e l'aveva stretta, con tessuto tra le dita, facendo uscire tutte quelle colpe che sentiva dentro di lui, ma lasciando la sensazione dell'essere maledettamente patetico.
Akabane gli accarezzò i capelli come faceva da una settimana.
<<ok, Nagisa: dormirò sul letto... >> fece a voce bassa il rosso <<ma giuro che se provi a dire di nuovo di essere un peso o essere patetico ti sparo.>> fece, guadagnandosi quegli occhi blu pieni di lacrime puntati addosso.
Mentre il suo sguardo dorato era serio, freddo.
Shiota tirò su col naso, riflettendo sul fatto che forse sarebbe stato meglio farsi uccidere e mettere fine alla sua insulsa e penosa vita.

Il rosso era andato a portare il piatto vuoto in cucina, mentre Nagisa era rimasto sul letto ad aspettarlo: Karma aveva detto che avrebbero dormito entrambi sul letto, così da mettersi d'accordo tutti e due.
Adesso il celeste non sapeva cosa provare: dentro di lui vi era un completo miscuglio di emozioni tutte diverse che gli rendevano la testa pesante ed aumentando il senso di stanchezza già presente in lui da giorni. Era completamente confuso che quasi non capiva cosa stesse accadendo, ma, sinceramente, non gli importava più di tanto: in quel momento aveva solo bisogno di chiudere gli occhi e sentire Karma vicino a lui.
Il rosso tornò in camera, chiudendosi la porta alle spalle; guardò Nagisa davanti a sé, osservando gli occhi rossi e gonfi, il viso ancora umido di lacrime ed i capelli azzurri cadenti su quelle piccole e gracili spalle. Gli fece cenno di andarsi a sistemare sotto le coperte e così fece Shiota. Il rosso lo raggiunse poco dopo, spegnendo la luce e sistemandosi sotto le coperte.
Non si dissero una parola: semplicemente si misero di spalle l'uno all'altro, forse anche leggermente imbarazzati dal fatto di dormire insieme nello stesso letto, in silenzio.
Passarano alcuni minuti, ed il celeste era ancora sveglio.
Le palpebre erano pesanti, ma il sonno proprio non arrivava.
Si voltò verso il rosso, guardandolo da dietro con quegli occhi assonnati: quei capelli color sangue erano sparsi su tutto il cuscino ed il suo respiro era lento, rilassanto, con in petto che si alzava ed abbassava a ritmi regolari.
Sentiva di aver tanto bisogno di lui: sentiva di aver bisogno di quel diavolo più di qualsiasi altra cosa.
Si avvicinò, Nagisa, andandogli così vicino da sfiorare il suo naso contro la sua schiena. Sentiva quel dolce profumo che amava tanto solleticargli il naso: cosa poteva essere? Mh... Sembrava odore di fragola o magari di un frutto simile.
Com'era buono quell'odore.
E, senza neanche accorgersene, Shiota si addormentò dopo giorni, con la testa leggera e quel calore familiare a scaldargli il corpo.

&lt;||Take Me with You||&gt; {°Karmagisa°}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora