1985

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L'estate è terminata: i capelli sono diventati secchi e pesanti,il mare ha cambiato colore,la pelle è cadaverica,l'acqua è più fredda e le bibite sono calde,la musica è in sottofondo e le notti sono più lunghe,per avere più tempo da dedicare ai pensieri. Ci sono estati che ci porteremo addosso per sempre,che ricorderemo,estati che sogneremo di vivere ancora,senza dubbio,quella del '84 fu una di queste. Io e Luca tornammo insieme,non senza alcuni litigi;mi divertì molto con le mie amiche,camminammo a piedi nudi e i nostri cuori erano altrettanto liberi come le dita dei nostri piedi. L'invero era tornato. Inverno:i giorni di scuola infiniti,le corse sotto la pioggia,i soliti pomeriggi chiusi nel nostro bar riscaldato a sfogarci. Erano tornati i maglioni, le guance arrossate dal freddo,il caffè caldo e fumante,le partite a carte,le cose trovate nelle tasche dei cappotti. Era tornato l'Orizzonte che prova a trattenere la luce della sera ma non ci riesce. Era un semplicissimo lunedì mattina,nel sangue non avevo caffeina,avevo un compito a prima ora;correvo per essere una delle prime al bar e vidi un gran bel ragazzo sullo stipide;Era dell'ultimo anno ma si era appena trasferito e aveva una faccia familiare, mi ferma e mi dice:"Sei Marta?",io cerco di pensare se ci conoscevamo. Niente. Dico:"Tu sei?" e lui mi dice di essere il fratello di Luca e di essersi appena trasferito. La discussione finisce la,prendo il mio cappuccino bollente e andai a fare la mia versione di greco. La mia scuola si è sempre distinta per la sua politica interna gestita dai ragazzi,era un liceo essenzialmente di destra,composto da nipoti dei veterani fascisti; Io facevo parte del piccolissimo gruppo dei comunisti di una scuola fascista,non ero un pesce fuor d'acqua,però,sicuramente,ero molto giudicata. Partita con 30 alunni,la mia classe si ridusse a 20 alla fine dei cinque anni. Di questi,solo dieci sapevano cosa stessero facendo. Di quei dieci,otto divennero banchieri e solo uno divenne avvocato. La decima ero io. Eravamo un gruppo collaudato,con i suoi psicopatici,i suoi marxisti e i suoi laici. Non ricordo nessuna vera cattiveria,eravamo rudi e diretti: partiva un pugno e piangevi,partiva una scoreggia e ridevi. Una bella classe,dinamica e colta. Quel giorno scesi in cortile a ricreazione per uno dei tanti caffè e rincontrai il fratello di Luca,scoprì che si chiamava Giovanni. Avete presente quell'improvviso buco allo stomaco? Quel giorno ,non appena incontrai Giovanni,ebbi un buco allo stomaco;di questo se ne accorse la mia amica. Tornai in classe e scoprì di avere un ora buca, mi misi a leggere;andai in bagno e non appena tornai,sentì una discussione che mi toccava:"Ma li hai visti quei due?lei gli starà già rifacendo le corna!"disse una delle mie compagne di classe. Si,io e Luca ci eravamo lasciati per i miei continui tradimenti: non avevo bisogno di legami,non ne ho bisogno. A volte non basta solo l'amore,servono i colori,le note,gli sguardi e i silenzi. Forse lo feci per indole,forse per leggerezza,forse ancora per abitudine o forse semplicemente perché non riuscivo ad amare. Quel giorno la mia compagna di classe aveva ragione : come vedrete,sarebbe successo di nuovo. Era forse Febbraio dell '85 quando cominciai ad essere una stagista di una casa editrice,era quello che avevo sempre voluto fare e ci stavo riuscendo. Quella mattina finì un manoscritto e volevo subito parlarne con qualcuno : chiamai Luca, dato che le mie amiche erano impegnate, e ci incontrammo in un bar vicino il centro. Lo vedo,da dentro il bar,avvicinarsi con suo fratello:non so perché ma ero in subbuglio. Una volta insieme,parlai a loro del libro: quel mese era un manoscritto che parlava di una storia d'amore che affrontava problemi reali. Era una storia di perdono e amore incondizionato, e mostra quanto una persona possa cambiare, se ci prova abbastanza. Era il tipo di storia che dimostrava che tutto è possibile quando si tratta di auto recupero. Dimostra che se hai qualcuno su cui fare affidamento,qualcuno che ti ami e non rinunci a te,puoi trovare la tua via d'uscita dall'oscurità. Ricordo che,al contrario del mio fidanzato, Giovanni era molto interessato a ciò che dicevo; Più tardi,in quel pomeriggio,in quella discussione, capì che quest'ultimo conosceva bene la letteratura,aveva letto i più grandi scrittori: Marquez, Fitzgerald, Hemingway ... Senza dubbio ,durante i mesi in cui stetti con Luca, imparai a conoscere bene anche Giovanni , che si era rilevato un buon ascoltatore e il mio alter ego maschile. Verso Giugno,con le mie amiche,festeggiai il compleanno di una di loro. Ritengo giusto parlare anche di queste,mie amiche fedeli e sempre molto presenti nella mia vita. Nel gruppo,eravamo quattro e ci conoscevamo da 20 anni, anche se ne avevamo 16: c'era Claudia che era la mia ascoltatrice per eccellenza,colta,sofisticata e tanto forte esteriormente quando debole dentro; poi c'era Alessandra,perspicace,solare e tirchia;per ultima ma non per importanza, c'era Sandra,molto legata alla famiglia ma comunque una cittadina del mondo. Le mie amiche riuscivano a farmi ridere durante i momenti di broncio e nei giorni buio pesto;riuscivamo a chiudere le frasi perché pensavano quello che pensavo io. Ritorniamo al nostro racconto, era Giugno '85 e la mia amica Claudia festeggiava i suoi 16 anni in un piccolo pub del centro, dove andavamo spesso sia per la fantastica clientela sia perché i proprietari erano degli anarchici. A quei tempi era sempre festa. Bastava uscire di casa e attraversare la strada, per diventare come matte, ed era tutto bello, specialmente di notte, che tornando stanche morte speravamo ancora che succedesse qualcosa, che scoppiasse un incendio, che in casa nascesse un bambino, o magari venisse giorno all'improvviso e tutta la gente uscisse in strada e si potesse continuare a camminare fino ai prati e fin dietro le colline. Quella notte ballammo, bevemmo,piangemmo,ridemmo, gridammo, sudammo , lo facemmo fino a che  anche le ossa si sgretolarono. Molte ore dopo,non ricordo l'orario preciso ma ricordo il vino che avevamo ordinato, ricordo a cosa abbiamo brindato,sbronze ma molto felici, incontrai, tra un centinaio di ragazzi, l'unico che a cui pensavo. Da mesi ormai non facevo altro che guardare Giovanni in modo diverso e così feci anche quella sera. Ci allontanammo dagli altri e dopo il solito,una birra e qualche sigaretta,io e lui ci baciammo. Non fu "normale",non fui attratta dal suo viso o dal suo corpo, fui attratta dai suoi pensieri, dalle sue parole,dei suoi occhi a mandorla e dal suo sorriso. Decisi che quella cosa non sarebbe finita lì,infatti,Giovanni mi chiese di far sul serio ... Io parlai,dopo pochi giorni, con Luca: questo non la prese bene,ovviamente, mi disse che lo avevo di nuovo tradito perché fossi una troia e cose cosi. Dico soltanto che Giovanni avrebbe , dopo poco,finito il liceo. Quei mesi furono i più belli della mia vita, Giovanni non fu il mio primo amore ma fu quell'amore che rese tutti gli altri marginali; Avevamo tutto in comune: libri,musica,film,ideali,pareri... Quella che fu la mia ultima notte dell'estate'85 andammo in spiaggia con una birra scadente e tanta voglia di berla,Giovanni mi parlò e mi disse che ad Ottobre si sarebbe trasferito a Firenze per studiare filosofia. Io, appena 17enne,egoista come poche e forse un po' acida, la presi con filosofia (per restare in tema). Lui andò via il 31 di Ottobre e non era previsto che mi mancasse.

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