NON FIDARTI DI NESSUNO

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Quando finalmente riuscì ad arrivare a casa la prima cosa che feci fu buttare lo zaino nell'ingresso per poi mettermi il mio amato pigiama felpato rosa e correre sul divano ad accendere la televisione. Avevo delle importanti cose da fare, come finire la serie tv di cui mi ero recentemente appassionata, mangiare i pop-corn ed infine allenarmi per smaltirli.

Sin da piccola ho avuto una passione sfrenata per lo sport, in particolare per la corsa. Quando correvo riuscivo a non pensare a niente se non dove volevo arrivare, durante quegli istanti mi sentivo libera da tutto e tutti; ci sono solo io con il mio obiettivo per la testa e la voglia di migliorarmi. Quando non riesco a raggiungere i risultati prefissati non mi abbatto mai, ma cerco di migliorarmi e metterci più grinta ancora. Penso sia la lezione di vita che mi sia servita di più senza il bisogno che qualcuno me la desse.

Dopo aver visto diversi episodi e aver svuotato la dispensa della casa , decretai fosse ora di fare qualcosa, perciò mi andai a cambiare i vestiti metterdomi qualcosa di sportivo e acciuffai le mie cuffie e andai a correre. Solitamente amavo farlo nelle strade della città e poi risalire per la montagna che offriva salite e discese utili per allenarmi con più intensità ma in questa occasione non era una buona idea a causa dell'ora tarda, quindi decisi di andare nel seminterrato e allenarmi con il tapis-roulant.

Due ore e dieci litri di sudore dopo mi accorsi che era ora di mangiare e che finalmente era tornata mia mamma. Lei lavorava come dottoressa nell'ospedale della città e questo implicava orari e turni estenuanti e di conseguenza la sua presenza in casa durava breve tempo e la sua stanchezza rendeva più difficile il tempo insieme, siccome dormiva più che poteva. Nonostante la città fosse piccola era connessa con altre città vicine in cui non avevano un ospedale, perciò era necessario più personale possibile presente nonostante fosse poco, a causa del basso budget.

Quando salì i gradini per ritornare in casa sentì un forte profumo di carne arrosto, allora mi diressi velocemente in cucina dove trovai mia mamma intenta a cucinare la cena, con i capelli lunghi e ricci come i miei raccolti in un mollettone e un grembiule giallo. Andai subito a salutarla con un caloroso abbraccio e le baciai le guance morbide e delicate; era davvero una bella donna: gli occhi di un azzurro intenso e la carnagione olivastra la rendevano unica ai miei occhi e la sua figura fatta di curve abbondanti e morbide le donavano l'aria dolce. L'unico segno evidente dell'età che aveva erano delle leggere rughe intorno agli occhi che si accentuavano quando rideva e per lo stesso motivo le amavo.

Era l'unico genitore che mi fosse rimasto, mio padre era un militare e perse la vita in battaglia esattamente sette anni fa. La sua morte non fu facile da superare, soprattutto quando sei grande abbastanza da poter capire cosa voleva dire l'assenza permanente di una persona ma abbastanza piccola da non volerla capire. La mia reazione fu la ribellione, in fondo quando credi di non avere più niente da perdere ti senti più forte, non temi la morte e non hai paura delle conseguenze del tuo comportamento sugli altri perchè fondamentalmente non ha più valore. Ad oggi mi rendo conto quanto soffrisse davvero mia mamma che non aveva perso solo il marito ma rischiava di perdere anche una figlia, quindi non mi vergogno a dire che se oggi sono qui è solo grazie a lei e a Shelly che mi aiutò come solo una sorella avrebbe potuto fare.

Mi vergogno, invece, di dire quello che davvero facevo; avevo iniziato a frequentare delle brutte compagnie che mi portarono sulla cattiva strada. Quando toccai il fondo fortunatamente non fu tardi per recuperarmi e per rimettermi in sesto. Ripensando a quel momento della mia vita inorridí. Nonostante io temi ancora di ricaderci cerco in tutti i modi di tenermene il più lontano possibile sfogandomi con lo sport e facendo attenzione alle persone che frequento, che oramai si potevano contare sulle dita di una mano.

Aiutai mia mamma ad apparecchiare e a finire di preparare la cena e quando ci mettemmo a tavola ci raccontammo la nostra giornata nonostante della mia non ci fosse molto da dire se non di Michael.

Come di rito lei si ritirò molto presto in camera sua e io decisi di andare in camera mia per ripassare le materie del giorno dopo nonostante non avessimo ancora cominciato il programma di quest'anno.

La distrazione mi portò a pensare all'incontro con Michael. Che fosse davvero bello era indiscutibile ma non era quello ad avermi incuriosito, aveva qualcosa di misterioso e impenetrabile negli occhi. Non lo conoscevo ma avevo bisogno di capire chi era e cosa mi spingeva a essere attratta da lui, non sentimentalmente, solo dal punto di vista umano; d'altra parte, oltre a poche persone, non avevo altre conoscenze e mi avrebbe fatto bene conoscere qualcuno di nuovo.

Dopo aver formulato questo pensiero mi resi conto quanto andasse contro la mia regola di tenere tutti a distanza di sicurezza.

Mi addormentai mentre ripetevo il mio mantra e con la promessa di stare lontana da Michael.

-non fidarti di nessuno-








Cosa ne pensate del passato di Daphne?
Riuscirà a mantenere la sua promessa o cederà?
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti o se vi è piaciuto il capitolo lasciate una ⭐
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