Atto I

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Louis è un ragazzo normale. Voglio dire ogni mattina, si alza, si lava i denti e  si mette i vestiti per andare a scuola. Le solite cose che fanno tutti. Suo padre, Mark, è un civilista. Sono gli avvocati più spaventosi. Anche Lucy, la loro domestica, ha paura di lui. È così bravo nel suo lavoro che viene pagato cinquecento euro all'ora solo per litigare, ma litiga con suo figlio gratis.

"Papi!" Urla Louis in cucina, cercando di dare a suo padre un bicchiere di spremuta d'arancia appena fatta.

"Louis, per favore non continuare con questa storia del succo," gli risponde, provando a leggere il giornale per non guardare quello che fa suo figlio.

"Papi, hai bisogno della tua vitamina C," insiste.

"Dov'è la mia valigetta?" Pensa ad alta voce Mark, guardandosi intorno.

"Sono passati un paio di mesi, dovremmo andare a Malibu," cambia discorso Louis, provando a fare conversazione.

"Non dirmi che quella feccia senza cervello ha chiamato di nuovo."

Sbuffa. "Sono i tuoi genitori. Oggi non provare ad uscire di nascosto dal tuo ufficio, il dottor Lovitz deve farti il vaccino per l'influenza."

"Oh, Harry è in citta. Verrà per cena," dice Mark senza ascoltarlo.

"Perché?" Piagnucola Louis.

"Perché è il tuo fratellastro!"

"Ma sei stato a malapena con sua madre cinque anni fa. Perché devo continuare a vedere Harry?"

"Divorzi dalle mogli, non dai figli," risponde secco.

"Ecco," dice Louis, provando di nuovo a dargli il bicchiere con la spremuta.

"Scordatelo," dice suo padre prima di andarsene.

Louis non si fa scalfire l'umore da quell'uomo burbero, corre fuori di casa ed entra subito nella mia nuova fighissima Jeep che gli ha comprato il padre. È una quattro per quattro, due airbag e un impianto stereo da paura. Non ha ancora la patente, ma deve pur iniziare da qualcosa anche se a volte gli capita di colpire qualche vaso sul marciapiede. Come è successo proprio ora. "Oops," sussurra, girandosi indietro a guardare per poi rimettere subito gli occhi sulla strada.

Sta andando a casa di Gigi, una bellissima ragazza che ha il piacere di chiamare sua migliore amica. Sono amici perché entrambi sanno cosa significhi avere qualcuno invidioso di loro.

Si ferma davanti a casa sua e suona il clacson per avvisarla della sua presenza. Gigi esce correndo dalla villa ed entra in auto.

"Amico!"

"Tesoro!"

Si danno il cinque per poi ripartire verso la scuola.

"Ehi Louis, allora cosa ne dici?" Gli chiede Gigi, mostrando il suo outfit un po' particolare. Una giacca in tartan nera con una gonna abbinata e sotto un gilet rosso con una maglietta bianca, il tutto accompagnato da un buffo cappello. Louis è abbinato a lei, indossa una giacca in tartan gialla con dei pantaloni eleganti abbinati.

"Hai fatto shopping con Arlecchino?" Scherza.

"Beh, almeno non ho scuoiato un Collie per fare il mio zaino," afferma, prendendogli lo zaino bianco.

"È finto pelo," afferma scocciato, girando a destra per andare a scuola premendo l'acceleratore.

"Pronto, era un segnale di stop!"

"E non mi sono fermato!?"

"Sì, certo." Lo guarda sconvolta.

Finalmente arrivano a scuola.

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