Passo dopo passo,
ora che la mia tristezza-amica
– non quella che non ha la forza di
viaggiare con la mente, bensì quella che mi spinge
al totale isolamento tramite mezzi che io,
nella mia presunzione, trovo leciti: insomma
la tristezza che muove il mio animo,
non quella che lo affloscia –
sta tornando.Sono riuscita a guardarmi tutto Donnie Darko,
e sento di avere la forza di leggere un libro.Vorrei poter chiamare questa una «ripresa
dal maligno malessere»,
ma mi sento così disperata ed assonnata,
sento di aver così tante lacrime da versare,
però questo forse è meglio:
preferisco provare infinito dolore
che infinita apatia.
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diari (no, non quelli di Sylvia Plath)
Randomflussi di coscienza, poesiole da quattro soldi ed una mente giovane e superba tutto qua