Capitolo 4-

2.9K 156 11
                                    

-Abbie, ho fatto la pasta! Vieni?- Mi urla Eleanor dalla cucina e guardo l'orario nel telefono: le due.
Ho fatto così tardi?
-Arrivo!- Salvo un attimo mezza intervista scritta, per precauzione, e lascio il mio computer in standby.
È da due ore che scrivo, sono sfinita e mi fa male la schiena.
-Che profumo!- Esclamo, entrando in cucina.
-Proprio all'italiana! Visto?- Mi fa, realizzata e contenta allo stesso tempo.
-Viste le tue origini...- Ha la mamma nata in Italia. -Adoro la cucina italiana!- Rivelo, sedendomi a tavola, elettrizzata.
Quando c'è buon cibo in tavola, sono sempre felice.
Sono uguale a mio fratello in questo caso, già... ma nessuno potrà mai batterlo. L'unica differenza è che il suo metabolismo è molto più veloce rispetto al mio.
Bello, vero?
La vita è ingiusta.
-Beh, prima mi ha chiamata Louis e mi ha avvisato che questa sera andremo proprio in un ristorante italiano, piuttosto lontano da qui. Hai presente?- Chiede, mentre mi mette un po' di pasta fumante nel piatto.
-Oh, si... ho capito.- Rispondo, prendendone una forchettata. -È buonissima.- Le faccio i complimenti e lei mi sorride debolmente, sedendosi di fianco a me.

Iniziamo a mangiare.

Mi ritrovo a pensare che sia davvero strano il fatto che sia silenziosa.. di solito, ha sempre una nuova news da dirmi o qualche cosa da raccontarmi.
Tra l'altro, quando alzo lo sguardo, lei lo distoglie immediatamente. Segno che mi stesse fissando, quasi incerta su come comportarsi.
Pensa che non l'abbia vista?

-Avanti. Cosa c'è?- La precedo, posando momentaneamente la forchetta nel piatto e aspettando una sua veloce risposta.
-Nulla!- Risponde, sforzando una risata, confusa. -Perché me lo chiedi?-
-Dai, spara.- Continuo, ovvia.
Ha qualcosa da dirmi ma non non sa come farlo, semplice.
Ormai la conosco e riesco a percepire tutto di lei, con i suoi comportamenti.
-Abbie, davvero, non ho niente!- Cerca di farmi credere, tra una risata e l'altra.
Certo, come no.
-Come vuoi.- Rispondo indifferente, riprendendo a mangiare.
Tempo di qualche secondo..

Cinque..
Quattro..
Tre..
Due..
Uno..

-Com'è andata con Zayn?- Domanda di botto. L'ha domandato così rapidamente che se non avesse detto il nome del ragazzo alla fine, non avrei capito.
L'avrei dovuto immaginare, comunque.
Emetto uno sbuffo esasperato: non ho voglia di parlarne. Non c'è niente da dire.
-Devo dirtelo per forza?-
-Non sei obbligata..- Sforza a dire, anche se la sua faccia fa intendere il contrario. Vuol dire: sì, lo devi fare.
-È andata che lui stronzo era, stronzo rimane.- Rivelo scocciata, riprendendo a mangiare.
È l'unica parola adatta a lui.
-Perché? Cosa ti ha detto?- Le rivolgo uno sguardo truce per farle capire che non ho l'intenzione di spiegare niente.. lei sembra aver capito dal momento che mormora un 'okay' sconsolato, riprendendo a mangiare la pasta dentro al piatto.

-Il ristorante italiano è piuttosto lontano da qui e noi non abbiamo macchine.- Riprendo il discorso di prima, dopo qualche minuto passato in silenzio.
-Già.. beh, potremmo chiedere al tuo corteggiatore, no?-
-Eleanor!- La rimbecco, facendola ridere.
-Ma almeno ha la macchina!- Mi fa notare.
In effetti...
-Hai ragione!- Acconsento, facendola vantare; ci verrebbe comodo.
-Bene, allora chiamalo!- Si alza da tavola, prende il suo telefono appoggiato sul lavandino e me lo porge.
-Posso anche chiamare con il mio..-
-Ho le chiamate gratis.- Risponde ed annuisco, prendendolo e cercando sulla rubrica il nome di Steve.
Steve è il mio collega di lavoro.
Lavoriamo per lo stesso giornale ed è davvero un bravo ragazzo.
Da quando ci conosciamo Eleanor non fa che dire che sia innamorato di me e che io non me ne accorga... le solite.
In verità, tutte queste strane attenzioni non le ho mai viste, tranne per qualche eccezione.
Lei è sempre stata esagerata.
Appena vede qualcosa di strano arriva subito alla conclusione che è amore. Ma non è sempre così.
Anzi non lo è mai.

Abbie Horan 2-False identità.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora