Capitolo 4. Rinchiusa ancora.....

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ɪʟ Dottore la prese per le manette che le tenevano legati i polsi e rifece la strada all'indietro. Lo sguardo della ragazza era basso e i suoi occhi sempre più spenti, aveva smesso di guardarsi intorno. Il dottore la rimise in stanza e chiuse a chiave la porta.
Si sedette a terra mentre non riusciva più nemmeno a pensare.....
Nella sua piccola stanza c'era una finestra... O una fessura.... Al livello quasi del soffitto che lasciava entrare un pò di luce, quanto bastava per non rimanere completamente al buio. La ragazza fissava quella le per ore ed ore finché pian piano non arrossiva.... E lasciava spazio alla flebile luce della luna e delle stelle.
Qualcosa però quel giorno stava per cambiare..... Si vide un'ombra muoversi, veniva proiettata dalla luce sul muro e lei la osservava come se fosse nel suo cinema personale. Sembrava un volatile ma non aveva davvero quella forma.... Poteva assomigliare quasi ad una farfalla o giù di lì.
La ragazza riuscì con fatica a rendersi conto di essere di nuovo in stanza e che quella era un'ombra sconosciuta, per un attimo si appiccicò al muro, aveva gli occhi sbarrati e i suoi riflessi erano leggermente più reattivi del solito, cercava di comprendere la natura di quella figura ma nel suo piccolo database di informazioni spezzettate non c'era nulla di simile.
L'ombra sembrava far su e giù per la lunghezza dell'altissima  finestrella rettangolare come se stesse danzando o cercando uno spiraglio per entrare.
L'indifesa paziente si avvicinò all'ombra sul muro e come tentò di acchiapparla come un gatto con un laser l'esserino sembrò fermarsi ad osservarla dal vetro opaco che lasciava mostrare solo le sagome.
Le sue orecchie sentirono qualcosa di mai sentito prima.... Un verso, sarà un richiamo?ma era flebile.... Ovattato dal vetro e dalla distanza ma non inudibile per via del silenzio che l'isolamento portava con se a braccetto.
Si voltò pian piano notando chi non faceva passare la luce e produceva quello strano suono, un esserino che zampettando su due zampe e sbatteva le ali come per farsi notare.
Alivyre si avvicinò alla finestrina per quanto poteva arrampicandosi sul materasso e tendendo le braccia.
All'improvviso però l'esserino scomparve quando il dottore aprì la porta :
<<alivyre..... Perché sei lì? Scendi subito!!>>
La prese per il camice e la fece scendere.
<<che ne dici di andare fuori?.... Abbiamo un giardino qui.... Ricordi?>>

Continua....

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 22, 2019 ⏰

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Alivyre..... 10 anni prima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora