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Quando i due tornarono a casa loro, Jisung andò diretto in camera sua e chiuse la porta

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Quando i due tornarono a casa loro, Jisung andò diretto in camera sua e chiuse la porta.

Si distese sul letto, scosso da un turbinio di emozioni che non riusciva a spiegarsi. Si sentiva triste e un po' più vuoto. Ma quando l'immagine di Minho gli si presentò davanti tutto sparì, o almeno, si affievolí.

Non riusciva a spiegarsi come quel ragazzo potesse condizionare tanto la sua vita. E vi assicuro che era così, che la vita Jisung era cambiata drasticamente da quando aveva conosciuto Minho ed ancor di più quando quest'ultimo aveva iniziato a ricambiare il suo Amore.

Il ragazzo continuava a guardare il soffitto della sua camera, pensieri che vagavano da una direzione all'altra, senza un filo logico.

Si interruppero quando qualcuno bussò alla porta di camera sua. Guardò l'orologio appeso al muro per vedere se potesse essere Minho, ma era troppo presto.

La porta si aprí e presentò un'uomo sulla quarantina, basso e con i capelli chiari. Woojin, il domestico, con un vassoio ricco del suo pranzo. ''Buongiorno Jisung, ti ho portato il pranzo. Buonappetito! '' Sorrise l'uomo al ragazzo, appoggiando il vassoio sulla scrivania.

Jisung lo ringraziò e poi se ne andò lasciando nuovamente il ragazzo solo tra i suoi pensieri. Woojin era stata una figura sempre presente nella vita di Jisung. Praticamente l'aveva visto nascere. Jisung parlava spesso con lui, specialmente quando era ancora un bambino poi però, crescendo smise di farlo.

Soprattutto dopo gli avvenimenti degli ultimi mesi. Il ragazzo si alzò dal letto, prese il vassoio di legno e si accomodò nuovamente sul materasso. Mangiò tutto il suo pollo al limone accompagnato dalle carote lesse dopo di che, riappoggiò nuovamente il servito sulla scrivania.

Quando Minho arrivò trovò Jisung intento a disegnare, seduto alla scrivania. Jisung, che aveva sentito il maggiore entrare, non aveva smesso di disegnare.

Finì il suo lavoro in fretta e furia ed alzò lo sguardo verso Minho. Quest'ultimo si era accostato dietro la sua sedia per vedere l'opera del minore il quale si alzò e si avvicinò alle morbide labbra di Minho.

Avvinghiò le braccia dietro il collo del maggiore e si lasciò trasportare dal movimento di quei morbidi boccioli.

Quando si staccarono, Minho sorrise al minore, prese il suo zaino e tirò fuori un sacchetto trasparente con caramelle assortite. Gli occhi di Jisung scintillarono e prima di prendere il colorato sacchetto baciò ancora una volta il suo amato, in segno di ringraziamento.

I due iniziarono a parlare, distesi sul letto, di qualsiasi piccola cosa. ''Come stai? '' Chiese Minho, abbassando lo sguardo per guardare la nuca di Jisung appoggiata sul suo petto.

Intrecciò alcune ciocche more con le dita. ''Bene, perché sei qui con me! '' Disse il minore alzandosi di poco per poter guardare la reazione dell'altro, il quale sorrise imbarazzato ma felice di sentire quelle parole.

''Ma seriamente, come stai? Se non fossi con te ora '' Continuò. ''Non lo so. Oggi io e mia madre siamo andati dal medico, ancora una volta'' Guardò in basso. Minho lo guardava attentamente.

''Non penso conti qualcosa per me, però per mia mamma si. È come se il medico stesse aiutando più lei che me''

Guardò le labbra di Minho, e senza dire niente si avvicinò per lasciargli un bacio veloce. Poi sorrise mentre il maggiore si fece rosso in viso.

''Jisung! '' Provò a rimproverarlo ma scoppiò a ridere. Il moro si riposizionò sul petto dell'altro e prese una caramella dal sacchetto.

''Sai Minho, da quando mio padre ha fatto quel che ha fatto, il mondo di mia mamma sembra crollato non solo su di lei ma anche su di me''

Minho lo ascoltava attentamente, interessato da qualsiasi cosa il minore dicesse o facesse. ''Eppure non lo biasimo, mio padre. Nessuno ci dice di chi innamorarci, non possiamo controllare niente e nessuno e se mio padre iniziò ad amare un'altra donna al punto di uscirne ossessionato, non posso dire niente che faccia cambiare le cose''

Una lacrima calda scese sulle guance di Minho. Ogni volta che sentiva il racconto del suo amato sentiva sempre più dolore.

Eppure, Jisung sembrava non provare questo dolore immenso. O almeno, non lo dava a vedere.

Era un ottimo attore, il suo Amore.

''Poi, quando mia madre trovò il corpo di quella giovane donna morì dentro'' sospirò.

''Sai, la vidi anche io. Era come se stessi vivendo la cosa in prima persona. Ma non riuscii a dire o fare niente. So solo che quando mio padre fu messo in carcere, per mia madre, era come se fosse morto. E con lui anche lei''

Il tono di voce di Jisung era distaccato. Come se veramente non gliene fregasse niente di quel povero padre rinchiuso al freddo ed al gelo.

Ma ognuno paga per ciò che prende.

Minho ammirava il modo in cui il minore ne parlava. Forse deriderava che nel profondo del cuore di Jisung ci fosse ancora una parte calda alla quale dispiaceva davvero per tutto ciò che stava succedendo.

Ma non sapeva che quella parte aveva smesso di battere da tempo, o che forse, mai aveva pulsato.

''Come sta ora tua madre? Quando sono entrato non sembrava star bene'' Chiese Minho, assorto in quel turbinio di pensieri.

''Perché parliamo dei miei genitori? Facciamo qualcosa, io e te'' Jisung si posizionò a  sedere sul letto, dopo aver guardato l'altro negli occhi.

''Ti va di giocare? ''

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 31, 2019 ⏰

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