7 - John

69 8 19
                                    

Brian se n'era andato, e Roger era rimasto con John, maledicendosi per non avere fermato il riccio in tempo. Non guardò nemmeno John, una volta resosi conto che sì, la sua ferita era rimarginata del tutto, e continuò a camminare nervosamente avanti e indietro per la sala del Cappellaio, continuando a pensare al fatto che fosse sempre talmente stupido da comportarsi in quel modo.

In un'altra situazione, probabilmente Roger sarebbe stato felice di sapere che Brian fosse geloso di lui e John, ma non in quel momento. Era incazzato con se stesso, perché non si era accorto di stare praticamente ignorando Brian, facendogli pensare che John fosse al centro dei suoi pensieri, ora.

Sbuffò e si passò una mano fra i capelli biondi, chiedendosi se il riccio lo avrebbe perdonato facilmente come sperava.

"Cosa... cosa è successo con Brian, Rog?", gli chiese timidamente John, che era rimasto seduto e zitto sulla sedia, interdetto.

Dalle labbra di Roger uscì un altro sbuffo, e poi il biondo si girò verso il ragazzo. "È successo che sono solo un coglione che non capisce mai come comportarsi", borbottò, fermandosi in mezzo alla stanza.

Sul suo viso era dipinto un broncio che al rosso ricordava incredibilmente un bambino. John sorrise teneramente, alzandosi ed avvicinandosi a quello che, ormai, sapeva sarebbe diventato un suo amico. "Pensi veramente che a Brian possa passare per la testa che tu preferisci me a lui?", chiese, dandogli un buffetto sulla guancia.

Roger inclinò la testa, interdetto. "Si... si capisce così tanto che...", iniziò, con un tono interrogativo.

"Che ti piace?", completò per lui il rosso, sorridendo. "Lontano un miglio, Rog. O forse sono io che ho il gay radar, non saprei", continuò, fingendo di rifletterci su.

Il biondo fece un'espressione confusa ed alzò un sopracciglio, interrogativamente. "Tu hai il cosa?", chiese, interdetto.

John lo guardò, scrutandolo con sospetto. Pensava lo stesse prendendo in giro, ma Roger non aveva capito seriamente a cosa si riferisse, quindi scoppiò a ridere, stupito del ragazzo. "È un modo di dire, Rog!", esclamò, continuando a ridere. "Cosa pensavi, che io avessi un radar che-"

"Non so nemmeno cosa sia un radar", borbottò l'altro, facendo ricomparire sul viso il broncio di poco prima.

John scrollò le spalle come a dire Oh, non fa niente, e poi sospirò, rendendosi conto per la prima volta di una cosa. Si chiese se fosse una buona idea parlarne, e dopo qualche momento di riflessione decise che sì, decisamente poteva. Del resto, Roger non voleva parlare dell'equinozio di primavera, né di Brian, ovviamente, e non avrebbero potuto passare tutto il tempo in silenzio.

Prese un respiro e fece un passo verso la finestra, guardando fuori ed osservando tutto ciò che lo circondava. Nulla sembrava normale, là: era proprio quella la conferma del fatto che John non fosse più sulla Terra, ma in un altro posto. "Roger... non ho trovato il tempo di chiedertelo, prima, mi faceva troppo male il fianco.", iniziò, cercando di trovare un modo cortese per esprimere ciò che aveva in testa.

"A causa di una ferita che non mi vuoi spiegare, tra l'altro", osservò il biondo, facendo arrossire leggermente John.

Eppure quest'ultimo ignorò queste parole e ricominciò. "Ecco, io... mi chiedevo se tutti voi, qua, foste così... strani", buttò fuori alla fine, abbozzano un sorrisetto.

Roger vide nella sua espressione dell'imbarazzo per avere posto quella domanda e lo osservò, girato verso la finestra e perso in chissà che riflessioni. Era maturo, sembrava molto più maturo di quanto dovesse essere per avere solo diciassette anni, e non per la prima volta si chiese da dove venisse tutta quella gentilezza e, al contempo, tutta quella forza interiore che non gli aveva concesso di lamentarsi, durante il tragitto.

𝐢𝐬 𝐭𝐡𝐢𝐬 𝐭𝐡𝐞 𝐫𝐞𝐚𝐥 𝐥𝐢𝐟𝐞? [𝐢𝐧 𝐩𝐚𝐮𝐬𝐚] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora