Lacrime di fuoco

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L'odore di erba bagnata raggiungeva anche i vicoli più stretti della città, ma non riusciva a coprire, non del tutto almeno, il dolore nauseante che impregnava le vie. Ricordo solo le fiamme... e ciò che era stato prima. 

Tratto da "le memorie dei sopravvissuti" libro primo "il delirio di chi vide" di L.A.Ains.


Correvo per le vie della città sollevando polvere e ciottoli.

Erano mesi che non pioveva, del resto era la stagione del fuoco e ciò significava solo una cosa: secco e afa. Non che ci si potesse lamentare, ogni stagione ha i suoi pro e contro, quella volta però il caldo durava da troppo tempo. Non si riusciva più a coltivare e il popolo stava morendo di fame, mentre i nobili non facevano nulla per aiutarlo.

Io però sono solo una bambina e devo solo pensare a giocare... è quello che mi diceva sempre mio padre quando mi sorprendeva ad origliare alle sue riunioni. Sentivo sempre parlare di ribellarsi, ma non avevo idea di cosa significasse. In ogni caso mi piaceva vedere mio padre parlare agli altri... era molto convincente e tutti lo guardavano carichi di ammirazione.

Quel giorno però era diverso: il cielo borbogliava, le imposte sbattevano ed io correvo. Sopra la mia testa nubi, che sembravano immensi cumuli di cenere si ammassavano a grande velocità ed io saltavo, felice. 

Arrivata a casa chiamai la mamma, che si affacciò urlandomi di entrare in casa, con tono spazientito, ma con quella tipica espressione facciale di disappunto simulato che ricorda  il broncio di un bambino e che, sapevo, significare che non era arrabbiata.

Improvvisamente vidi mio padre uscire di casa e guardare il cielo, i suoi occhi brillarono di una luce diversa dal solito, ma al tempo non me ne accorsi, è un particolare che colsi solo più tardi, troppo tardi. Ci fu un lampo del color del fuoco e le nuvole furono percorse da striature di tutte le tonalità del rosso: sembrava che sotto le ceneri un nuovo fuoco fosse pronto ad ardere.

 La piccola fenice emerse improvvisamente dalle nubi e tutte le porte si spalancarono. Ogni uomo, ogni donna, ogni bambino, in grado di reggere un arma uscì di casa  urlando e si diresse verso il castello che sorgeva al centro della città seguendo il volo della piccola fenice. Al tempo non capii, e guardai mio padre partire di corsa, col sorriso sulle labbra. Comiciò a piovere, una pioggia color cremisi che colorò di vermiglio gli abiti della folla.

Una nuova ribellione era nata dalle ceneri di una ormai dimenticata.

Mia madre mi afferrò per le spalle e mi portò in casa: piangeva, ma io non avevo tempo di chiederle perchè, volevo osservare quella pioggia del colore delle rose cadere dal cielo, con la leggerezza dei petali che si staccano dai fiori.

Sentii delle urla, grida e poi... silenzio. 

Infine furono le fiamme... ricordo solo le fiamme... e ciò che era stato prima. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 28, 2020 ⏰

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