Ore 3
"K-Kookieee...Kookiee"
Mi sveglio colpito sul viso da una piccola mano. Profumo di vaniglia. Fatico a mettere a fuoco.
"Soonmin..che succede?" "Ci sono i mostri. Li ha visti anche kookie rosa. Non possiamo stare lì"
Ecco il mio follettino arruffato con il suo coniglietto rosa.Guardo la sveglia. Cazzo le 3. Fanculo a tutto.
"Sun, non c'è nulla nella stanza. Ritorna a dormire"
"Non puoi dire che non c'è nulla. Non sei neppure andato a vedere"
Il suo ragionamento logico alle 3 del mattino mi disarma.
"Vuoi dormire qui?" "Kookie rosa dice di sì"
"Dai, vieni. Ma dobbiamo dormire, domani è il primo giorno di scuola e non si può far tardi"
Ore 6:30
"Sun, mangia i tuoi biscotti, mentre io mi preparo. Dobbiamo andare altrimenti non arriveremo mai in tempo"
Mio padre non è rientrato oppure è già andato al lavoro. Non ci parliamo da dieci giorni, da quando è tornato dopo 4 anni dall'altro capo del mondo comunicandoci che ci trasferivamo a Seoul con lui.
Fanculo. Poteva stare dove stava con i suoi sassi, tanto non che negli ultimi 4 anni si sia dato una gran pena per tenere i contatti con noi.
"Vostro papà è molto impegnato. Non gli è possibile chiamare da dove si trova" ai compleanni, a natale, nelle feste, nonna ci raccontava di quanto fosse incredibile questo padre fantasma, che vagava nei deserti come Indiana Jones. Arrivavano cartoline da posti mai sentiti che cercavo sull'atlante immaginandomi le sue avventure.Fanculo.
"Vieni Soonmin, prendiamo la tua cartella. Sei eccitata per la nuova scuola? Chissà quanti nuovi amici ti farai" lei di sicuro, io col cazzo.
Mio padre ha scelto questa scuola privata in Itaewon-ro, che sarà piena di coglioni spocchiosi. L'unico vantaggio è che non è distante da casa e dall'asilo di Sun, visto che l'unico mezzo di trasporto che ho qui a Seoul è la bicicletta che sono riuscito a portarmi da Busan. La bicicletta di mio nonno.
Nemmeno questo mio padre è riuscito a procurarmi.
Ore 8
Eccomi. Vorrei che ci fosse qualcuno che tenesse la mano anche a me come ho fatto io mezz'ora fa con Soonmin.
Solo, di nuovo, come sempre. Gli unici amici me li sono lasciati indietro, come l'unica persona che mi raccoglieva ad ogni caduta, mia nonna. Non voglio pensare al suo sguardo quando ce ne siamo andati. Odio mio padre anche per questo.Obiettivo di oggi è non farmi notare. Mi guardo attorno e mi sento estraneo. Soprattutto con questo stupido foglio tra le mani in cui è annotata la mia classe e l'orario delle lezioni.
E' come se fossero un circolo coeso, come parlano, sorridono, si vestono. Gli abiti che la maggior parte di loro indossa costa più dello stipendio mensile dei genitori dei miei amici di Busan.
Come quel ragazzo biondo con gli occhiali da sole. E' irreale. Le ragazze accanto a lui lo guardano incantate. Si è sfilato gli occhiali e il suo sorriso è l'assoluto, ma in attimo qualcosa cambia.
Sembra si sia perso in qualche pensiero che lo fa arrossire abbassando la testa.
Ore 8:20
Sento i loro sguardi mentre attraverso l'aula. Individuo un posto libero, uno qualsiasi.
"E' libero?" davanti a me c'è questo ragazzone dallo sguardo, penso, bovino, ma mi sento subito in colpa, che ne so di chi sia? Come mi permetto di giudicare?
"Si, se vuoi puoi sederti"
Mi butto sulla sedia, non mi presento e non gli chiedo neppure come si chiama, mi rinchiudo nel mio mondo.
Sento ancora tutti gli occhi su di me, ed uno in particolare. Non posso fare a meno di girarmi e lo vedo. E' il ragazzo biondo, quindi è nella mia stessa classe.
I suoi occhi nocciola mi fissano, come è possibile che sia così bello. Tutti qui sono incredibilmente belli rispetto ai miei compagni di Busan, ma lui è diverso. Qualcosa in lui è diverso, ma non so spiegarmi cosa.
Improvvisamente la sua espressione cambia, il volto contratto, si volta di scatto verso la finestra.
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Seoul Blues - Part 1
FanficUn incontro. Uno sguardo. Due vite che si incrociano e ricominciano da quel momento. Questa storia è una Jikook, ma non solo. Gli incontri che cambiano la vita capitano, spesso quando non li rincorri più.