Capitolo 14

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"Il 20 Dicembre verso le 21:30 entrando nella piscina della scuola dove si trovava Guzmán, hai avuto una discussione che poi è degenerata, allora hai afferrato il trofeo e l'hai colpito alla nuca. Pare non sia morto sul colpo, quindi vuol dire che l'hai lasciato li a dissanguarsi. Questo pensiamo sia accaduto e più importante ancora e ciò che il giudice pensa sia accaduto. Hai qualcosa da dire in tua difesa?"

TRE SETTIMANE PRIMA, LA SERA DEL BALLO...

h 20:00

"C'è l'ha Jada" dissi a bassa voce per non farci sentire.

"Te l'ha detto?" mi domandò agitato mentre la musica nell'altra sala veniva sparata al massimo.

"Più o meno, ho ascoltato la sua conversazione una settimana fa" si spostò avanti e indietro per lo spogliatoio.

"Si può sapere che ha in mente?" guardò l'orologio.

'Ladies and Gentlemen benvenuti al ballo d'Inverno 2018!'

"Vuole scappare con Guzmán. Hanno un piano!" iniziammo a cambiarci per la festa, indossando uno smoking elegante e una maschera a tema.

"Quando se ne va?" chiese guardandosi allo specchio mentre si aggiustava i capelli.

"Se ne andrà sta notte durante la festa,la tengo d'occhio" presi la giacca e la indossai.

"Significa che la scatola rossa è qui Ismael" nascondemmo gli zaini nella cesta degli asciugamani bagnati "Che la festa abbia inizio!"

h 20:30

"Non ti cambi?" sbucò da dietro Guzmán mentre ero seduta nelle scale principali della scuola.

"Tra un po'" si sedette al mio fianco "Volevo aspettare il più possibile" indossavo ancora la divisa scolastica "E' l'ultima volta che la indosso"

"Solo per qualche settimana" mi prese la mano.

"Bene bene come stanno i nostri piccioncini felici?" con aria disinvolta s'intromise Lucrecia.

"Che fai qui Lu?"

"Porto un po' di fascino, no anzi ne porto tanto a questo evento che è un tantino squallido"

"Io vado" mi alzai per raggiungere gli spogliatoi a cambiarmi.

"Jada perché te ne vai? Non voglio distruggere il tuo lieto fine" andai "Davvero puoi rimanere! Ma che donna complicata, non avrai vita semplice!" riferendosi a Guzmán.

h 21:00

Dopo gli ultimi ritocchi presi un respiro e andai in palestra. La musica faceva da protagonista e le maschere nascondevano per bene le persone che c'erano dietro. La palestra era grande, decorata con enormi creazioni di palloncini rossi, bianchi e neri insieme a stelle filanti che cadevano dal soffitto. Il tema era la Divina Commedia diavoli e angeli insieme per una sera, c'era chi  si divertiva scatenandosi in pista, chi faceva la gara ad ingerire più punch e chi rimaneva seduto ad osservare.  

Le luci si fecero più soffuse quando il preside prese in mano il microfono e l'occhio di bue lo faceva sembrare il Grande Signore."Buonasera alunni del Colegio Sagrado Corazon" Guzmán mi raggiunse con il punch "Volevo ricordarvi che per uno di voi del penultimo anno questo premio non conferisce soddisfazione per un lavoro ben fatto ma soprattutto una borsa di studio per frequentare il nostro liceo in Florida , da dove si potrà fare domanda per il Florida Southern College e il vincitore o la vincitrice è..."  tutti avevano le dita incrociate ed erano ansiosi della risposta "Jada Zahir" sputai il punch che avevo in bocca mentre Guzmán rimase immobile dallo stupore. Raggiunsi sul palco il preside che mi passò il microfono.

"Salve vi ringrazio per il premio, ma credo lo meritasse più qualcun'altro" iniziai così il discorso inaspettato "La verità è che io non ho molto di cui essere orgogliosa anzi vorrei approfittare per chiedere scusa, perdonatemi per aver deluso le persone che amo" cercai tra la folla lo sguardo della nonna ignara che sua nipote sarebbe partita per due settimane "Quelle che mi hanno dato tanto in poco tempo. Ho cercato di evitarlo e magari avessimo avuto una macchina del tempo avremmo incominciato da zero, ma sono stata me stessa, una testa dura sempre spericolata e sempre in mezzo ai guai, mi dispiace" Guzmán fece partire un'applauso "Grazie a tutti" chiusi così scendendo quelle scale con un premio che non mi aspettava del tutto. Mi recai in piscina dopo aver preso lo zaino dall'armadietto, dove avrei aspettato Guzmán seduta sui gradoni attendendo il suo arrivo e mentre le lacrime scendevano, continuai a ripetermi nella testa se stessi facendo la cosa giusta. Sentii dei passi "Che ci fai qui?" gli domandai.

"E tu?" 

"Dovevo pensare Ismael"

"Jada resta per favore" i suoi occhi erano rossi "Io ti amo, non ce la farei a stare senza di te" camminava avanti e indietro.

"Ismael non hai visto quello che ho passato, qui non ho più niente e nessuno, ho bisogno di staccare" 

"Hai me! Quel riccone di merda non ti da niente" si toccava la testa dalla disperazione "Tu sei tutto per me Jada, non so come farei senza di te...tu sei mia!" 

"Io non sono di nessuno, forse è questo che non ti è chiaro"

"Se ti ho perdonata io dopo quello che mi hai fatto, pure la nonna ti perdonerà"

"E in che modo?"

"Non fuggendo! Fuggire non servirà a niente sopratutto con qualcuno che non conosci bene"

"No" mi prese con forza buttandomi per terra, nello stesso momento in cui arrivò Guzmán.

"Lasciala stare!"urlò arrivando alle spalle di Ismael,  i due iniziarono a picchiarsi davanti a me.

"Smettetela" iniziai a gridare cercando di dividerli.

"Dammi la scatola" sbucò dal nulla l'amico di Ismael.

"Non ho niente" mi ero completamente dimenticata della scatola rossa.

"Maledizione Jada dammi quella scatola!" mi spinse contro il muro "Puttana di merda dammi quella scatola" Guzmán si alzò rapidamente dopo la breve pausa tra la lotta e afferrò il ragazzo buttandolo in piscina.

"Vieni qua" mi abbracciò Guzmán "Scap..." sentii una botta. Il sangue iniziò a scorrere velocemente giù dalla testa e il mio cuore iniziò a battere sempre più forte mentre Guzmán si accasciò sul pavimento, alzai lo sguardo e vidi Ismael con in mano il mio trofeo insanguinato.

"Scappa fratello!" i due amici se la svignarono lasciandomi li da sola. 

"No no aiuto! Aiutatemi!" urlai spaventata, cercai il cellulare e chiamai i soccorsi. Sfinita dal dolore mi buttai di fianco al corpo ormai senza vita, non riuscivo a respirare, non riuscivo a crederci, gli presi la testa cercando in tutti i modi di riportarlo da me, gli sforzi erano inutili avevo appena perso l'amore della mia vita. I soccorsi arrivarono dopo un quarto d'ora insieme e tutte le persone che erano presenti al ballo. Un ragazzo della polizia mi ammanettò e mi portò all'esterno lontano da tutta la confusione. Iniziai a cantare a bassa voce la canzone della mamma, cercando di scappare per un'attimo dall'accaduto. Un signore si avvicinò verso di me con andamento ondulante, mi veniva il mal di mare solo a guardarlo, si appoggiava a un bastone, con il piede sinistro scaricando il peso su quel pezzo di legno.

"Piacere sono il Commissario Castiglio, tu sei Jada giusto?" tirò fuori dal taschino destro della giacca un quadernino nero abbinato a una penna metallica.

Annuii.

"Bene ora mi deve spiegare cosa diavolo è successo dentro quella piscina!"

"Io non centro niente signore ve lo giuro" la voce mi tremava.

"Allora facciamo così, se tu non parli andiamo a fare una bella vacanzina a Cruz del Sur. In caso collaborassi allora possiamo ripensare alla condanna che ti attribuirà il giudice".



CRIMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora