(T/n) si risvegliò nello stesso letto d'ospedale, accanto a lei dormiva su una sedia il bambino che aveva visto prima di chiudere gli occhi, i capelli erano scompigliati e un minuscolo rigolo di bava gli usciva dalla bocca, sembrava essere lì da un bel po', probabilmente tutta la notte. Aveva delle profonde occhiaie e sembrava tremendamente stanco, stanco non solo per la notte passata quasi del tutto insonne, stanco come se avesse un immediato bisogno di riposarsi.
La (c/c) si guardò intorno, la pallida luce del sole appena sorto filtrava dalle tende di un azzuro opaco tramite le quali poteva scorgere un giardinetto dove degli uomini, probabilmente prossimi alla dimissione, passeggiavano. La stanza, singola, era di un bianco candido, fin troppo, tanto che le dava quasi fastidio agli occhi. Da fuori veniva un vociare confuso e assordante che avrebbe dato tremendamente fastidio a chiunque ma che comunque ti impediva di sentirti totalmente solo. Poi sentì la porta della sua stanzetta battere talmente forte che il letto aveva quasi iniziato a tremare"(T/n) (T/c)," disse freddo un uomo grande e grosso, i capelli rossi come fiamme, gli occhi azzurri la squadravano torvi come pronti a darle fuoco nonostante trasmettessero un senso di gelido disprezzo:
"i tuoi genitori sono morti," la freddezza con la quale lo disse la colpì in profondità, la schiacciante realtà, forse fin troppo pesante per una bambina piccola, l'aveva investita, niente sorrisi di circostanza, niente condoglianze, niente mi dispiace, solo la dura e cruda realtà. L'uomo continuò con voce irritata, per lui sprecare un po' del suo prezioso tempo per una lagnosa bimbetta che gli si era infilata in casa:
"da ora in poi sei sotto la mia custodia, a quanto pare tutti i tuoi parenti vivono lontani da qui." l'uomo rivolse uno sguardo veloce alla porta prima di procedere con rabbia:
"E quelli stronzi si sono rifiutati di prenderti con loro. Cazzo dovevi proprio svenire nel mio giardino?! Ora che i giornalisti lo sanno non ti posso abbandonare, la mia reputazione ne uscirebbe distrutta.".Aveva parlato a bassa voce e velocemente, quasi come se nessun altro dovesse sentirli. Se quello era il suo intento, beh, ci era riuscito, il bambino giaceva ancora addormentato accanto a (T/n) non si era mosso. Appena finito di parlare l'uomo si era precepitato fuori dalla stanza. Solo allora la (c/c) aveva lasciato andare le lacrime che premevano per uscire e aveva pianto, un pianto silenzioso, un pianto doloroso. Quelle lacrime le venivano dritte dal cuore, perché in un attimo aveva perso tutto, perché lei era ancora viva. In un millesimo di secondo tutto era sparito, non vedeva più i muri troppo bianchi, non vedeva più le persone che passeggiavano nel giardinetto, non vedeva più il pigro sole, non sentiva neanche più i rumori di sottofondo. C'era solo lei e il suo oceano di lacrime. Oceano. La mamma le aveva promesso che quell'anno sarebbero andati in crociera. Le aveva promesso che avrebbe visto quella infinita distesa d'acqua. Le aveva promesso che avrebbe preso ferie e avrebbe passato più tempo con lei. Le aveva promesso molte cose ma non poteva più mantenerle. Le aveva promesso che la mamma ci sarebbe sempre stata per lei. Ma aveva mentito. Ora la mamma non c'era più. Ora (T/n) era sola. Sola contro il mondo. Proprio in quel momento decise che sarebbe diventata un eroe ad ogni costo. Avrebbe salvato tutti.
(T/n) sentì qualcosa di freddo come il ghiaccio toccarle la mano. Il bambino si era appena svegliato:
"Hey... Io sono Shouto Todoroki e..." si fermò un momento cercando di trovare le parole giuste, nel prenderle la mano aveva agito d'istinto ma non sapeva esattamente come consolarla o perché piangesse così fissandola dritta negli occhi le disse la prima cosa che gli venne in mente:"non ti preoccupare non sei sola, ci sono io con te."
Poteva sembrare una frase insignificante ma per lei era un ancora di salvezza, una speranza e si attacco con tutta la sua forza a colui che in quel momento di pura disperazione sembrava l'unica via di scampo dalla dura realtà. Un abbraccio. Stretto, forte, inseparabile. Lei l'aveva stretto a sé iniziando a singhiozzare sputando fuori tutta la disperazione che nell'arco di pochi secondi l'aveva attanagliata. (T/n) aveva preso l'occasione al volo e si era legata indissolubilmente a quel bambino, a Shouto. Lui sentiva l'improvviso bisogno di proteggerla, stringerla forte a sé e mantenerla al sicuro in quel caldo abbraccio. Un'altra frase che le sarebbe rimasta impressa dentro, fu quello che lui disse in quel esatto istante:
"Io ci saro sempre, non importa cosa succederà, ti proteggerò."
Quelle parole fecero aumentare il pianto se possibile, mentre i singhiozzi si potevano udire da metri di distanza nell'ospedale, agrodolce culla di speranze. (T/n) non era una principessina inerme e non avrebbe mai avuto bisogno di qualcuno a salvarla eppure quella frase le aveva portato alla mente i genitori.
Nessuno dei due sapeva da quanto tempo fossero in quella posizione quando la porta si aprì violentemente e con la stessa violenza si richiuse sbattendo contro il muro producendo un tonfo sordo. Lo stesso uomo dai tratti decisi e lo sguardo freddo era rientrato nella stanza e senza curarsi del pianto disperato della bimba proclamò acido:
"I dottori mi hanno detto che hai un quirk potente, forse, dopotutto sarai utile come sacco da boxe per Shoto.". Poi, poco prima di continuare a parlare, chiamò urlando un dottore:
"Sei già pronta per essere dimessa, smettila di piangere e sorridi davanti ai giornali"(Angolo Autrice che potete benissimo saltare visto che consiste solo in io che mi deprimo/sclero)
Shalve personcine, mesi d'attesa ma, hey, ho scritto ben 924 parole (come se fossero tante).
Che poi resti tra noi ma le ho quasi tutte scritte oggi pomeriggio al posto di fare francese. Se mi dovessi beccare una nota ne è valsa la pena.
Non so che raccontarvi, la mia vita è noiosa e sono terribile nello scrivere scenette comiche, quindi sclererò sul fatto che abbia fatto ben tre stelline. I mean... Credevo che nessuno si sarebbe cagato la mia storia. Ho visto storie scritte divinamente che sono praticamente sconosciute mentre 'sto schifo qualcuno se l'è letto.
Hey... Personcina che ha letto le 500 parole di nota d'autore che hanno cessato di esistere, giuro ho buone ragioni per averle asfaltate (e no, la brutta persona non ha magicamente ripreso a parlarmi).
Comunque la mia vita fa ancora schifo e i consigli per socializzare sono comunque ben accetti.
Luv u all e giuro entro fine scuola porto il capitolo 3 (cit.).
E se siete interessati ho intenzione di iniziare a scrivere una raccolta di one-shot su richiesta principalmente x reader (poi accetto anche eventuali ship), la prima sarà una Bakugou x reader di più di 2000 parole che mi manca poco a finire.
Vi ringrazio profondamente.
(Ora, dopo circa 500 parole di nota d'autore (chiedo nenia), grazie.)
Arigatō per aver letto il mio sproloquio.
Ma scrivere mi aiuta a sentirmi meglio. Arigatō, arigatō, arigatō e ancora arigatō.
Adoro voi tutti che avete letto quello che ho scritto. Ancora arigatō.
~Vostra Toishiko(924 parole)
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- Electra Heart - Todoroki Shouto x Reader
FanfictionSei cresciuta insieme a Shouto perché i tuoi genitori sono morti quando eri ancora molto piccola e Enji ti ha accolta a casa sua solo per sfruttarti come avversario per Shouto. Hai un quirk potente, ben allenato e vai alla Yuei, fai parte della 1°B.