Epifania

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Si parla, si riflette. Soprattutto si parla.

Ti muovi tra le migliaia di voci che ti circondano, tra le centinaia di post su Facebook che scorrono sotto i tuoi occhi. Si parla, si riflette, tra le polemiche che hanno intasato telegiornali e web di un argomento che ogni tanto si ripresenta, come un Uroburo che deve necessariamente inghiottirci nel suo perenne movimento circolare: esso fagocita le nostre attenzioni per poi sparire, finché un ennesimo fatto di cronaca non lo rievoca, ed ecco che le famigerate parole riemergono: femminicidio, stupro, è stata uccisa, te la sei cercata, lui è un bravo ragazzo, non toccate le nostre donne, lei lo aveva lasciato, puttana, la colpa è solo tua...

Si parla, si riflette, ma soprattutto si parla... 

Dico la mia.

La violenza non passa solo per un occhio nero, una vita tolta o per cicatrici indelebili procurate con l'acido: questi sono gli ultimi mezzi che i codardi e le codarde hanno per affermarsi, una volta per tutte, su chi dicono di amare.

La violenza, quella che spesso porta al triste epilogo "uccisa dal compagno", striscia come un verme solitario che ti divora dall'interno e ti consuma, si muove sotto la tua ignara, innocente pelle, senza che tu te ne accorga. Ti divora, ma la senti come una lieve carezza, una coccola e un affetto di cui ti sentivi privata per sempre. Si insinua già dai primi appuntamenti, con le prime parole e le prime bramosie carnali, dolci e struggenti. Le meravigliose attenzioni e le promesse di un grande amore che ti vengono rivolte ti sembrano esagerate, ma questo piccolo campanello di allarme viene subito soffocato dal bisogno di felicità che sentivi ormai schiacciato, e lasci correre, in barba ad ogni sospetto di quella razionalità guastafeste che tieni stipata in un lontano anfratto della tua mente. 

Vai avanti in questa meravigliosa illusione, quelle attenzioni che tanto adoravi cominciano a farsi strette come vecchie camicie sintetiche che non riesci a strapparti di dosso. Ma taci. Taci perché "lui è fatto così", "mi ama"... giustifichi le osservazioni, le imposizioni che tenti di vedere come piccole, perché in fondo sai che le storie d'amore sono così, ti devi un po' adeguare, perché "l'amore è venirsi incontro".  Iniziano i primi commenti (poco lusinghieri) sul tuo fisico e sul tuo corpo, sulla tua capacità di fare determinate cose, molti dei tuoi entusiasmi vengono frenati dal su: "Non è una buona idea, non ce la faresti". 

È già tardi quando ti accorgi che i tuoi desideri, fino a ieri legittimi e addirittura incoraggiati da chi ti stava intorno, sono improvvisamente svalutati, o peggio, apertamente contrastati. Altrettanto tardi è quando cominci a vedere che quella persona si è inserita sempre di più nella tua vita, fino a dettare legge su tutto ciò che ti riguarda, compresi i tuoi bisogni fisiologici.
Iniziano dunque le discussioni per i motivi più disparati e disperati, stupidi quanto assurdi: per quel post su instagram che a lui non piace e che vuole farti togliere in nome del rispetto che gli devi, per quel contatto che hai su Facebook che dovresti eliminare perché lo ha deciso lui, per il tempo che vuoi trascorrere con la famiglia o con amiche, perché sei uscita da lavoro alle 13:00 e lo hai chiamato solo alle 13:04... e nel frattempo cosa hai fatto? Con chi ti sei trattenuta? Cosa ti ha rallentato in quei quattro, miserabili minuti?
Non lo sai, non ci hai pensato, non credevi di doverlo fare, ma ora hai appreso che dovrai ricordarti la tua giornata alla perfezione, perché lui vuole saperlo e dovrai saper motivare anche il ritardo di un solo secondo. Lasci passare anche questa pretesa, o meglio, ti ci adegui. Lui è solo un po' esagerato, ma ti ama. Cosa pretendi di più?

Presto comincia a diventare assurdo per te litigare per fargli comprendere che hai ancora una vita, di essere ancora inserita in un mondo di relazioni, impegni e responsabilità. Vorresti studiare, non lo puoi fare, perché lui esige tutte le tue attenzioni. Sai che domani dovrai fare degli straordinari ma lui si arrabbia e ti ricatta dicendoti che se lo ami non dovrai andare al lavoro per amor suo.

La tua esistenza comincia a diventarti estranea, come se la persona che eri prima di incontrarlo non ci fosse più, rinchiusa adesso in una bolla di sapone. Vorresti ascoltare ancora quella parte di te ma non riesci, perché senti le sue grida come incomprensibili, e ti vedi sempre più legata a quella persona da un filo sottile e opprimente, che ti fa disperare alla sola idea di separarti da lui. "Mi ama, in modo sbagliato, ma mi ama", "preferiresti avere a che fare con uno che tradisce alla prima occasione, o con uno dei tanti pezzi di merda che ti illude per poi sparire? "

E tutto va avanti, la tua forza vitale è soggiogata, schiacciata da discussioni continue, dalla continua e insaziabile richiesta d'affetto che non ti lascia fiato, hai la perenne sensazione di essere sempre in debito con lui, e ti adoperi per saldarlo, ma non basta, non fai mai abbastanza. Eh sì, perché se non può piegarti con le urla e le intimidazioni, può farlo con i sensi di colpa, con l'accusa di gettare al vento una storia magnifica come la vostra.
Ma ci sono anche i lati positivi, sai?
Lui sbraita, urla e minaccia di lasciarti alla minima contrarietà, in compenso però è molto presente, inoltre finisce sempre col motivare le sue pretese, razionalizzandole in maniera impeccabile, per cui appaiono meno assurde di quanto pensi.
È anche una persona molto piacevole e benvoluta, sei tu la pazza a pensarti violata in ogni aspetto della tua vita. Vai avanti, ti lasci annebbiare e avvelenare nell'attesa di quella telefonata, l'ennesima della giornata, quella che aspetti con angoscia, perché foriera di momenti di tensione.
La spirale continua, attraversata da questo eterno ritorno dell'uguale, fatto di alti e bassi, momenti bui che diventano sempre più numerosi e quei pochi sprazzi di luce sono sempre più fiochi e soffocati. Ti trasformi nella parte peggiore di te, quella che nemmeno credevi di avere, perché avvelenata fin dentro le ossa... Sei rabbiosa e infelice, nella tua testa solo una parola: "perché?"

Quando giunge il tempo della violenza fisica, la rabbia di chi dice di amarti diventa meno controllabile: quando parte il primo schiaffo ti senti ferita, ma ciò che più ti fa male sono le botte inferte alla tua dignità, al tuo desiderio di sentirti trattata da pari. Capisci che sei solo una cosa nelle sue mani, che ti adora come adorerebbe la sua bambola preferita, a quel punto qualcosa dentro di te si rompe per sempre. Vai avanti per inerzia, nemmeno sai il perché. Arriva il tempo delle sue scuse, ti dice che non lo farà mai più, ma lo sai che ci sarà una prossima volta. C'è sempre.

Contempli in silenzio tutta la serenità che ti viene negata e che invece le altre donne ricevono come un diritto inalienabile. Accogli un raro gesto carino come una grazia ricevuta, sai di non poter chiedere altro, non puoi meritare di più.
L'amore non c'è già più, maledici il giorno in cui lo hai conosciuto, ma non hai il coraggio di scendere da questa inarrestabile giostra. Hai paura delle ripercussioni, temi per te stessa e chi ti sta intorno. Conti i giorni della tua storia come in una prigionia.

Tuttavia, non sai come e non sai perché, il coraggio lo trovi, lo allontani e cerchi di guarire da lui. Da qui in poi, ognuno dirà la sua... per chi lo potrà fare, ovviamente.

C'è chi non sopravvive alla propria volontà. C'è chi fugge per poi tornare sui suoi passi, gettandosi tra le braccia della morte o di un chirurgo che farà di tutto per recuperare quel viso straziato dall'acido o dal fuoco. C'è chi fugge lontano e rinasce, c'è chi si chiude a riccio per sempre, per non dover affrontare il coro di chi ti dice: "Sei stata tu stupida a stare con lui", "non ti eri accorta di niente?". C'è chi non confiderà mai più nella possibilità di amare ed essere amata, c'è chi spererà ancora, nonostante tutto. C'è chi griderà a gran voce e chi starà in silenzio. C'è chi sarà circondata dall'amore della famiglia e degli amici, e chi invece sarà lasciata sola. 

E niente, ho detto solo la mia.

Si parla, si riflette, ma soprattutto si parla. Qualche volta si riflette. 

Genesi (di una violenza)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora