Capitolo Quattro

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Quando io e Bran camminiamo verso il supermarket di Patrick per comprare qualcosa da sgranocchiare prima di andare a scuola, sono ancora immersa nei miei pensieri.
Lui parla. Parla tanto. Tantissimo. Bran è un chiacchierone egocentrico, perché parla sempre di se stesso, delle sue emozioni e delle sue fantasie. Di solito lo ascolto, gli rispondo e lo consiglio, ma stamattina proprio non ci sono con la testa. Quella bruciatura sulla pelle di mia madre mi è rimasta impressa dietro le palpebre e continuo a vederla come ce l'avessi davanti.

     «Ci siamo ritrovati praticamente soli nello spogliatoio della palestra. E lì ho visto per la prima volta gli addominali di Drew. È un figo pazzesco. Mi si è anche avvicinato per chiedermi dello shampoo e io non riuscivo a togliere lo sguardo da tutto quel ben di Dio. Balbettavo e sudavo, e lui mi sorrideva. Secondo te è gay? Dovrei fare la prima mossa? Perché a me piace da impazzire», ridacchia e io ritorno alla realtà.

«Stai parlando di Drew?» chiedo fermandomi per fissarlo negli occhi.

«Sì, non mi stai ascoltando?» assottiglia lo sguardo e io gli lancio un'occhiataccia.

«Ti ho detto più di una volta che devi stare lontano da lui. Drew è un amico di tuo fratello. Fa parte del branco e probabilmente sta cercando solo di metterti alla prova per divertirsi un po'. Se farai la prima mossa, quanto tempo pensi che ci impiegherà prima di metterti in ridicolo davanti a tutti? Drew sa fare solo questo. È cattivo e tu non devi fidarti di lui».

Alza gli occhi al cielo e riprendiamo a camminare. «Lo so. Mi fai sempre la stessa ramanzina ogni volta che ti parlo di lui, ma i suoi sorrisi sono così sinceri. E poi non è la prima volta che rimane negli spogliatoi da solo con me. Sembra che lo faccia di proposito, come se gli piacesse essere guardato da me».

«Non fidarti!» ripeto e varchiamo la soglia del supermarket. «Dammi retta una buona volta».

«Che palle» borbotta, ma io non ho più voglia di rispondergli. Sono troppo concentrata a dare una risposta ai miei pensieri per rimproverarlo ancora. Bran è adulto e sa anche che Drew è un campo minato vivente. Prima o poi ti farà esplodere e non voglio che sia Bran quello a cadere a pezzi.

Ci aggiriamo tra i reparti dei dolciumi e scelgo la solita barretta energetica alla frutta, mentre lui è perennemente indeciso tra la bustina di skittles e la barretta al cioccolato e burro di arachidi.
      «Prendile entrambe», gli consiglio ogni mattina, ma intanto mi avvio alla cassa per pagare la mia barretta.

      Patrick è impegnato con un altro cliente prima di me e ne approfitto per tirare fuori le monete dallo zaino, ma qualcosa mi blocca. Una mano si posa sulla mia per impedirmi di aprire la zip e la voce di Liam Weston supera quella in sottofondo di Tina Turner che canta River Deep.
      «Pago anche questa», dice Liam e Patrick annuisce, prendendo le monete che gli offre il ragazzo.

      «Non devi». La mia voce è poco più che un sussurro, ma il mio sguardo non si stacca dalla sua mano calda che è rimasta sulla mia.

      «Ciao Kim». La sua voce è calma, vellutata e gentile. Come un dolce bicchiere di latte caldo col miele. Emana sicurezza, conforto e beatitudine.

      Io e Liam Weston frequentiamo lo stesso liceo. È un anno più grande di me, e questo perché io ho cominciato la scuola un anno prima. Raramente ci parliamo, forse perché noto un suo interesse nei miei confronti che mi infastidisce? O forse perché è così carino e gentile con me da farmi sentire a disagio?

     Alzo gli occhi per guardarlo in faccia. Io mi sono pietrificata completamente, mentre lui abbozza un sorriso dolce. Perché lo sta facendo?
     Fisso i suoi occhi ambrati che sembrano sinceri e privi di ambiguità. Ha qualche lentiggine sul naso e i capelli biondo scuro leggermente scompigliati. Sembra essere sceso pochi minuti fa dal letto, ma quest'aria trasandata gli sta benone.

The Wolf || Il lupo cattivo (storia incompleta) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora