Lo vide uscire dopo pochi minuti che stava aspettando.
Il solito passo indietro rispetto ai compagni
e quella solitudine maligna.
Se lo lasciò transitare a fianco, poi lo fermò
toccandolo sopra un braccio.
Coser si voltò attonito e Orler ne approfittò
per sussurrargli : "Il solito quattro in chimica, vero?"
Fabio rimase sorpreso ma, per qualche strano ragione,
non si diede immediatamente alla fuga.
Il suo volto era una mistura di rabbia e di stupore:
rabbia perché un estraneo conosceva il segreto delle sue
frane scolastiche, stupore perché si trovava di fronte
una persona che aveva un'aria bizzarramente familiare.
Damiano si presentò e l'altro fece lo stesso, dopo
un momento di indecisione.
"Non salire sull'autobus con quei deficienti,
ti accompagno io fino a casa tua. è sufficiente
che mi dici dove abiti."
Il ragazzino restò un momento perplesso. Poi,
quando si vide sul mezzo di trasporto pubblico,
preda dell'idiozia di quelli che si definivano
i suoi "amici", fece rapidamente la scelta:
"Via Del Granaro, 15."
"Bene, seguimi lì dietro.
Ho la macchina parcheggiata a 50 metri."Così si avviarono sotto lo sguardo famelico e beffardo
delle altre piccole bestiole, che si vedevano sfuggire la loro
vittima sacrificale, il loro abituale capro espiatorio.
"Sarà un frocio."
Si sparse ben presto la voce sul pullman.
"Non di sicuro un parente. Magari Coser è proprio culo.
Stupirebbe qualcuno?"
Si levarono grida selvagge in segno di diniego.
"Gliela faremo pagare".Nel frattempo la mazda verdognola due posti di Damiano
imboccava strade a velocità folle, e faceva la barba
ai marciapiedi e ai pedoni.
"Dimmelo se guido veloce. Io sono abituato così."
Borbottò Orler, mentre lanciava rapide occhiate al viso
impassibile di quello che sapeva essere diventato il suo
nuovo confidente.
In una decina di minuti arrivarono sotto casa
di Fabio e si spalancarono le portiere.
Camminarono insieme fino all'imbocco del vialetto,
parlando un po' di tutto: dalla musica, alla scuola,
passando per la scrittura, che Orler intuiva essere
un chiodo fisso del giovane segaligno."Scrivi ancora male, vero? non sei soddisfatto? Sai perché?
Non Ti astrai. Usi le pagine delle tue poesie come un diario
di dolori e sofferenze varie.
L'esterno ti arriva addosso come una valanga.
Quando imparerai a separare dolore e creatività
sarai pressoché un genio."
L'altro ascoltava e, per la prima volta, sorrideva.
Gli piaceva la sicurezza del suo nuovo amico,
il modo in cui si sbatteva sulle questioni con poche,
affilate, e sagge parole.
Era implacabile nei giudizi e tranciante
nelle definizioni. In parole povere era ciò
che Lui sarebbe voluto essere da grande.Si salutarono con una stretta di mano e Orler
promise che la sera successiva sarebbe passato
da casa sua, per portarlo fuori a divertirsi,
e a sentire un po' di musica. Che si tenesse pronto.
"I miei genitori e mio fratello saranno stupiti,
e forse abbastanza..."
"Preoccupati? Non crucciarti.
Parlerò Io con loro e ti riporterò a casa a per un'ora decente.
Magari potrebbero pensare che Io sia un invertito,
ma ti assicuro che dopo una bella chiacchierata
saranno soddisfatti di saperti insieme a me,
invece che a quegli imbecilli dei tuoi
cosiddetti compagni. Te lo assicuro".Fabio annuì vigoroso e sollevato, poi camminò rapido
dentro il vialetto, fermandosi a salutare a mano aperta
dalla soglia di casa.*
Al mattino i deficienti lo strinsero in un angolo dell'autobus
e lo presero a calci e pugni, gridandogli contro: "Frocio!".
Poi, in vista della scuola lo lasciarono andare,
ma Fabio era troppo pesto e confuso per presentarsi
dignitosamente in classe, e così decise di lasciare perdere
non transitando attraverso il cancello, ma dirigendosi
verso il fiume, sul cui embankment attese che gli passasse
il dolore.Non fu affare di qualche ora perché lo avevano legnato
di brutto, ma, alla fine, riuscì a rimettersi abbastanza
in sesto per tornare a casa alla solita ora.
Lì ebbe la sorpresa di trovare Damiano Orler che sorbiva il tè
con la sua vecchia, mentre papà era ancora fuori per il suo
turno di lavoro.
Sentì le risate fin dall'ingresso, e quando fu nel soggiorno
comprese che Damiano aveva capito tutto, mentre
la mamma restava all'oscuro della brutta faccenda.
Si sedette sul divano ancora un po' dolorante,
ma si morse il labbro, e mascherò la sofferenza e la pena.
Il suo nuovo amico gli sedette di fronte
mentre Anna preparava il pranzo.
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Il fuoco (dentro)
SpiritualDamiano Orler vive lentamente e disaffezionato a un lavoro e a un'esistenza standard nella loro inconsistenza e mediocrità. Ma possiede una vivacità e vibrazioni latenti che non tarderanno ad affiorare e a rivelarsi. Racconto a puntate.