16 ottobre 2018, sera
Arrivo a Roma, finalmente.
Scendo dal treno, respiro quell'aria che mi era mancata da una vita.
Da una vita che volevo studiare a Roma, da una vita che aspettavo di andare all'università.
Raggiungo la porta di casa.
Sono curioso di conoscere i nuovi coinquilini, di vivere la mia nuova vita, ma proprio mentre sono lì davanti alla porta, con le chiavi in mano, per la prima volta ho paura.
Non solo, mi sento timido.
Proprio io.
Non ho mai provato tutto questo, e se da una parte mi spaventa, dall'altra mi incuriosisce terribilmente.
Spingo la porta, entro e faccio per richiuderla, ma la maniglia resta nel mio pugno chiuso e, prima che riesca a fermarla, la porta si chiude con gran fragore.
Vedo quattro, anzi cinque facce che spuntano fuori da diversi punti del corridoio.
Le cinque figure si avvicinano a me, mi osservano, mi scrutano, mi disorientano.
-Tu sei quello nuovo!
-Finalmente sei arrivato!
-Infatti pensavamo non arrivassi più!
-Volevamo fare in salotto in camera tua, in realtà.
Si presentano.
Sono i miei nuovi coinquilini. Ci avevo pensato spesso, chissà come potevano essere, che vite avessero, se saremmo diventati amici.
Tanti dubbi, ora di fronte a me, dubbi fatti realtà.
-E tu da dove vieni?- mi chiedono.
-Io sono di Colle Castello, un paesino sulle montagne qua dietro.
-Che bello! Figo!
Li osservo.
Sono vestiti tutti elegantemente, forse stanno uscendo.
Gaja ha dei lunghi capelli rossi, una faccia simpatica, si sta finendo di preparare, va un po' di fretta in giro per la casa.
Arianna ha i capelli neri, non troppo lunghi, è alta, mi guarda incuriosita. Lei è già pronta, diligente, freme per uscire.
Leoluca ha i capelli ricci e scuri, sembra simpatico, mi fa domande, è estroverso.
Lino ha i capelli corti e neri, ha un accento un po' del nord, anche lui sembra simpatico.
E poi c'è Giuse, un amico di Leoluca che non vive con noi.
-Ehm... questa- inizio a dire alzando la mano, riferendomi alla maniglia che è rimasta fra le mie dita serrate.
-Ah, non preoccuparti, è così- mi dice Gaja.
-Noi stiamo uscendo per andare al sushi- cambia argomento Arianna.
Io non sono mai andato al sushi. Da una parte sono curioso di conoscere i nuovi coinquilini, dall'altra mi sento di troppo, perché loro si conoscono tutti.
-Accetto. Ci sono anche io!- dico.
E poco dopo usciamo.
La porta si chiude dietro di noi, scendiamo le scale, usciamo dal portone che sbatte con gran fragore dietro di noi, e siamo in strada... sul viale Nazionale, a Roma. Il mio primo giorno a Roma.
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Il tempo è passato
General FictionUna biografia. Il tempo è passato. Non è il presente, né il futuro. Il passato è l'unica cosa che possiamo raccontare, l'unica di cui possiamo scrivere autenticamente. Il tempo scandisce la nostra vita, le nostre emozioni: sembra razionale, e invece...