Capitolo 2

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Aidan tornò a casa a testa bassa, continuando a pensare a lei....e in particolare a tutto ciò che li teneva separati.
Camminando sulla strada di casa sua si sporse subito in avanti, per vedere se lei era ancora lì ad aspettarlo fuori la porta. Ma questa era ormai già chiusa, e lei non c'era.
Entrò in casa. Sua madre lo salutò, ma lui neanche la sentiva. Era preso da mille pensieri, mille paranoie. Si sdraiò sul letto e cercò di soffocare la visione di Cate, sorridente, con le guance rosee. Una visione bellissima.
Arrivò la sera, ma Aidan non aveva appetito. Continuava a sentire un nodo allo stomaco...un malessere interiore che lo stava distruggendo.
Si chiuse in camera. Si sentiva solo, pressato, vincolato da sua madre....e privato della vera felicità.
Si mise a scrivere...una canzone. L'unico modo che aveva ormai per esprimersi liberamente, senza restrizioni.

Notte.
Oscurità
di un nero pastoso
nessuno attorno
e il silenzio
pieno di te.

Una lacrima cadde sul foglio bianco, e mischiandosi all'inchiostro lo macchiò.
Aveva gli occhi lucidi. Guardò fuori dalla finestra. Lei aveva le tende chiuse. Si sentì più solo di quanto non si era mai sentito.
Strinse gli occhi, come faceva sempre quando cercava di essere forte. Perché chi può sollevarci dai momenti difficili siamo noi. E lui questo lo sapeva.
"Devo essere forte, per me." pensava. E così faceva ogni volta.
Si sdraiò e si addormentò in un attimo.

"Smettila, smettila di pensare a lui. Smettila di piangere." si ripeteva Cate quella sera. Un po' come ogni sera...
"Non saremo costretti a questa vita per sempre....un giorno potremo vederci, uscire...innamorarci. Quel giorno non è oggi....ma presto troveremo modo di stare insieme, lo so."
Si addormentò con questo pensiero.
Chi dice che il destino non esiste, beh è un bel coglione. Perché chi si ama troverà sempre il modo di incontrarsi.
Il problema è che non sapevano ancora di amarsi.
Il giorno dopo entrambi andarono a scuola, entrambi si diressero silenziosamente nella propria classe, ed entrambi non prestarono la minima attenzione alle prime due ore, troppo presi dal pensarsi a vicenda.
Alla terza ora arrivò il collaboratore scolastico in classe, con un documento in mano. Lo lesse.
"In occasione del 50° anno dalla nascita di questa scuola, ci sarà tra tre mesi uno spettacolo teatrale che coinvolgerà gli studenti interessati di ogni classe o plesso."
Cate, che non aveva alzato gli occhi dal banco fino ad allora, a queste parole sbarrò gli occhi, e le venne subito in mente lui.
Il cuore cominciò a batterle forte. Le si strinse lo stomaco.
Finalmente avrebbero potuto incontrarsi, ma solo se lui avesse voluto partecipare allo spettacolo...
Nel frattempo Aidan pensava la stessa identica cosa. Entrambi trascorsero il resto della giornata con un sorriso stampato in faccia.
Finita la giornata scolastica, successe che Aidan, invece di tornare in macchina come faceva sempre, andò a piedi...e impiegò quindi più tempo.
Arrivati alla via per le loro case, uno doveva girare a destra, l'altro a sinistra. Si trovarono uno di fronte all'altro su marciapiedi opposti.
Erano lontani pochi metri, ma entrambi, appena alzarono lo sguardo, non riuscirono più a respirare.
Dopo qualche attimo, che a loro erano parsi minuti...si sorrisero.
Proprio in quel momento, passò una fila di macchine sulla strada che li divideva, e i due si persero di vista.
"Non è il caso di attraversare....insomma...lei potrebbe non volermi accanto..neanche mi conosce" pensò Aidan. Lo stesso fece lei.
Così, ancora una volta, i due tornarono a casa da soli, entrarono. Magari trovavano i genitori, parenti, o chiunque altro...ma erano soli.
Perché non erano insieme.

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