2.«𝗉𝗋𝗂𝗆𝗈 𝗂𝗇𝖼𝗈𝗇𝗍𝗋𝗈»

2.2K 157 30
                                    

:: ▸ 𝗉𝗈𝗏 𝗍𝖺𝖾𝗁𝗒𝗎𝗇𝗀

mi sveglio sentendo qualcosa di viscido sul mio viso.
apro gli occhi e vedo yeontan, il mio piccolo cagnolino, che mi lecca la faccia.
ridacchio dolcemente prima di prenderlo in braccio e coccolarlo.

dopo una buona mezz'ora, passata tra giocare e farci le coccole, prendo il telefono, appoggiato sul mobile accanto al letto, e vado in cucina a fare colazione.

rovisto, tra la dispensa e il frigo alla ricerca di qualcosa da mangiare ma non trovo niente che mi possa piacere,
metto la mano sullo stomaco che si contrae per la fame, e mi guardo in giro sperando che mi venga qualcosa in mente.
passano dieci minuti ma ancora niente.
all'improvviso mi ricordo del dolce che mi ha portato Jin-hyung ieri sera.
apro il frigo e vedo la torta,  cucinata dal mio hyung, postata su un piatto di ceramica decorato con una rosa rossa a lato.
la prendo e ne taglio una fetta e  inizio a mangiare.
finita la fetta, rimetto il dolce nel frigo e vado in camera a vestirmi, essendo una bella giornata di sole e non ho turni al lavoro porterò tannie a fare un giro fuori.

entro in camera e mi dirigo subito davanti allo specchio per vedere in che condizioni sono.
dire che che sono osceno e dire poco.
lasciando stare il mio aspetto, per il momento, apro l armadio per prendere dei vestiti.
resto davanti ad esso per quasi un quarto d'ora nel guardare e scegliere tra pantaloni della tuta,jeans, camice e altri capi che nemmeno sapevo di avere.
alla fine opto per un semplice jeans azzurro, una felpa grigia oversaize, e un giacchetto di jeans.

dopo essermi vestito vado in bagno a truccarmi un po per coprire le occhiaie, ultimamente non dormo da giorni e quando mi addormento mi risveglio di sobbalzo con giramenti di testa e la sensazione che qualcuno mi stia osservando.
immerso nei miei pensieri finisco di truccarmi e devo dire che il risultato è abbastanza decente, tanto chi mi deve vedere.
continuo a guardare allo specchio nella speranza di riuscire a fare qualcosa per i capelli tutti arruffati e scoloriti.
prendo la piastra da un cassetto del mobile e me li liscio.
finito con la piastra metto la mano per scompigliarli di poco.
al tatto gli sento molto aspri, sembra di toccare della paglia.

lasciando stare i miei capelli ritorno in camera prendere un cappellino bianco , lo poggio sulla testa nel tentativo di coprire un po sta oscenità che mi ritrovo in testa; e il mio zainetto gucci dove metto il portafoglio, le chiavi, il mio sketchbook insieme a un set di matite e una ciotolina per yeontan.
dopo aver preso tutto quello che mi serve, mi riguardo un attimo allo specchio e vado a prendere il guinzaglio di tannie per andare a metterglielo.

messo il guinzaglio esco fuori dal mio appartamento, chiudendo la porta a chiave e vado al parco.

percorrendo la strada verso il parco non mancano i soliti complimenti a tannie, gente che dal nulla viene e inizia ad accarezzarlo come se fosse il loro animale e quelle pochissime, se non rare, persone che chiedono cortesemente se possono accarezzarlo.

arrivato al parco vado subito nelle stradine pocco percorse, lontane un po da tutti, con ai lati delle panchine ormai rovinate nel tempo, cespugli, e uccellini che cinguettano una meravigliosa melodia accompagnata dal suono delle cicale e dello sfrusciare delle foglie, mosse dal vento.
sembra di essere completamente immersi nella natura, ed è una cosa bellissima.
Nessun bambino che piange o che urla, persone che parlano tra di loro e rumori della città.

passeggiando tra le stradine e i sentieri abbandonati ritorno, se così si può dire, nel "centro del parco" dove ci stanno i vari giochi per i bambini, una fontanella di cemento con delle decorazioni scolpite, e le panchine sparse in giro.

Mi siedo su una di essa e mi guardo in giro.
bambini che giocano tra i vari giochi, parlano e ridono tar di loro.
adulti soli, che accompagnano alcuni bambini o semplicemente sono soli.
il mio sguardo vaga tra le varie persone fino a quando non cade su qualcuno in particolare.
il ragazzo dell'altalena.
ogni giorno, sempre sulla stessa altalena, con la testa bassa a guardare il terreno con i capelli corvini che gli ricadono davanti.
Non sono mai riuscito a vederlo in faccia ma da quando lo visto mi ricorda kookie.
il ragazzo, sentendosi osservato, alza la testa e incatena i suoi occhi con i mei.
a quel punto abbasso la testa e prendo lo sketchbook dallo zaino, insieme al set di matite e inizio a disegnare.

la mia mano si muove in modo fluido e sinuoso sul foglio, tracciato da linee grigie, e la mia menta si naviga trai pensieri.
pensieri tutti legati a questo parco.

quando ero piccolo mia madre mi portava sempre qui a giocare.
Mia mamma era una donna bellissima,dolce,gentile apprezzata e amata da tutti.
il fisico snello e con delle curve da fare invidia alle migliori modelle.
i lunghi capelli , lisci e splendenti incorniciavano il suo viso di carnagione bianca come la porcellana.
le labbra rosse e carnose e due occhi grandi e neri, dove c'era sempre una scintilla magica di felicità.
Mio padre era tutto l opposto.
un alcolizzato, aggressivo e violento.
si divertiva nel picchiare me e mia mamma.
man mano, con il tempo, le torture di mio padre diventarono insopportabili per mamma.
e un giorno decise di togliersi la vita.

con la sua morte, quel uomo diventò ancora più violento.
per lui ero il suo giocattolino che usava quando si annoiava o tornava a casa ubriaco.
La mia vita andò avanti tra atti di bullismo e abusi fino alla fine del liceo.
l'unica cosa bella del liceo è stata l'aver conosciuto due persone speciali come jin e Jimin.

Ripensando al mio passato,sento gli occhi farsi lucidi e una lacrima si fa strada sulla mia guancia e cade sul foglio.
mi passo le mani sul viso e mi calmo.
Non voglio ripensare al mio passato. ora sto bene.
ho lavoro, che mi da abbastanza soldi per avere un tetto sopra la testa e ho due amici che mi vogliono bene.

Alzo la testa dal mio sketchbook e noto che il ragazzo mi guarda con uno sguardo curioso,
lo guardo a mia volta e sorrido,
il corvino ricambia il sorriso prima di alzarsi e andare via.

Osservo la sua figura allontanarsi fino a scomparire dal mio campo visivo.
rimango ancora seduto sulla panchina a pensare alla bellezza del ragazzo.

resto per ancora un po nel parco fino a quando non si fa tardi e decido di ritornare a casa.

«A/N
sto ripubblicando questa storia.
gli aggiornamenti saranno molto lenti

:: ▸ 𝗆𝗒 𝗅𝗎𝖼𝗂𝖿𝖾𝗋 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora