Il ritorno dei ricordi

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Ursula sistemava le gialle gerbere sulla bianca lapide di Giusy mentre il tiepido sole scaldava le sue ruvide mani.
Il debole vento cantava ancora, dopo tutto quel tempo, quella melodia e i cipressi, antichi guardiani di quel posto, sorvegliavano quell'eterno dolore.
Ursula sistemò l'ultima gerbera sulla bianca lapide e se ne andò senza nemmeno posare uno sguardo sulla tomba di quell'uomo tanto amato, divenuto oramai solo un vecchio ricordo.
Arrivata al cancello d'ingresso, sentì fortemente un bisogno, quasi un istinto di tornare indietro.
Ripercorse velocemente la strada da poco lasciata pensando al fatto di come sarebbe stato ricordare.
Giunta lì fece quasi fatica a riconoscerla.
La scritta era sbiadita dal tempo, l'erbacce intrecciate tra loro, coprivano il gelido marmo tanto quanto il cuore di Ursula.
Si domandava spesso e volentieri il perché le cose fossero andate così.
Con la coda dell'occhio guardò la foto di Emilio ma il suo sguardo fu interrotto quando il suo udito fu attratto dal dolce suono di un piccolo e indifeso passerotto che si riposava sopra la testa di una candida statua raffigurante un angelo, proprio davanti la tomba di famiglia dei Biolcati, amici di vecchia data di Emilio.
Tornarono, nella mente di quella donna il dolore e la sofferenza, quel dolore e quella sofferenza che la resero impassibile per anni dinnanzi ad ogni situazione, ma cosa più importante, tornarono i ricordi, quei ricordi tanto amati quanto odiati.
Continuò a camminare.
Ad un tratto scorse in lontananza un qualcosa di tremendamente luccicante.
Un qualcosa che spiccava, in mezzo alle solite erbacce.
Non ci pensò due volte ad avvicinarsi e a verificare.
Ursula, amava profondamente tutto ciò che emanava luce, tutto ciò che fosse, in un modo o nell'altro, splendente; Tanto che veniva chiamata da tutta la città Gazza ladra proprio per la sua fobia.
"Un anello!"
Esclamò.
Un vecchissimo anello lasciato lì, chissà da quanto tempo, a marcire.
Ursula riconobbe subito che non aveva un valore inestimabile ma che si trattava di semplice bigiotteria, in fin dei conti qualcosa aveva pur imparato
quando lavorava all'oreficeria del vecchio signor Tornsky.
Lo guardò e lo riguardò come se non avesse visto nulla di simile prima d'ora.
Lo controllò con estrema delicatezza e attenzione senza tralasciarne nessun particolare.
Notò una piccola incisione all'interno di quell' ormai dimenticato anello, era indecifrabile tanto che riuscì a leggere, poco e male, soltanto una lettera, la G.
"La mia bambina..."
Disse con un filo di voce...per poi scoppiare in un atroce pianto.
Sembrava come che le sue lacrime fossero diverse da qualsiasi altre lacrime, un dolore tutto e solo suo che custodiva come il più prezioso dei ricordi.
"È un segno" pensò.
Solo chi ha patito troppo sa riconoscere quella sofferenza, quel filo di voce spezzata, quelle lacrime amare, così amare che perfino i suoi occhi miele, delle volte, si rifiutavano di versare.
Passarono pochi secondi e quel pianto che sembrava infinito, cessò.
Strinse l'anello al suo cuore con tutta la forza che aveva in corpo, quella forza che forse mancava da tanto, guardò il cielo e sorrise, convinta che in un modo o nell'altro potesse ancora sentirla.
Potesse ancora, dopo tutto questo tempo, percepirne l'odore, potesse riconoscere i suoi passi tra quelli di mille persone che in fin dei conti non avevano mai il suo passo svelto.
"Se esiste un dio" la frase che ripeteva sempre, negli ultimi istanti della sua vita, alla fine di ogni concetto o discorso e che poi non finiva mai.
"Se esiste un Dio, perché lì, da qualche parte del mondo so che può sentirmi, se esiste un Dio, perché so che esiste e so che in questo momento mi sta ascoltando...se esiste un Dio, guardami come mi guardasti l'ultima volta...perché se esiste un Dio, guardami ancora una volta negli occhi ed io sarò salvata."
Queste parole rimbombavano nella testa di Ursula come se fossero le ultime parole....ma in fin dei conti lo erano.
Il passato è passato ma vallo a spiegare a chi è condannato a viverci in eterno, a chi non trova la sua luce per poter fuggire lontano, in un posto dove è sempre sole.

Il passato è passato ma vallo a spiegare a chi è condannato a viverci in eterno, a chi non trova la sua luce per poter fuggire lontano, in un posto dove è sempre sole

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 17, 2021 ⏰

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