Monotonia

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Era una fredda mattina d'inverno, la neve cadeva silenziosamente e si appoggiava delicatamente sulle strade e sui tetti delle case, rendendo il panorama completamente bianco e immergendo gli abitanti di quello  sperduto paese nel mezzo delle montagne nel Natale. Sydney si alzò dal letto, appoggiò i piedi sul pavimento agghiacciato e un brivido le percorse la schiena. Dopo essersi infilata le morbide ciabatte pelose si recò più velocemente possibile in bagno per prepararsi e, come tutti i giorni passarono 25 minuti prima che lei uscisse. Fece colazione dopo aver salutato il cane,Marley, e condivise, come d'abitudine, il plum-cake con lui. Poi tornò in bagno. Come tutti i giorni si recò a scuola, il tragitto da casa sua a quel luogo che la opprimeva così tanto durava un ora, lei lo passava per lo più a parlare con una delle sue poche amiche. Cercando di non pensare ai problemi. Poi varcava, guardando rigorosamente il pavimento,l'entrata della scuola e si recava il più velocemente possibile in classe. Non so perché avesse così tanta fretta di raggiungere l'aula, non credo lo sapesse neppure lei. Sapeva che una volta entrata sarebbe stata giudicata da molte persone che, nonostante avessero passato con lei ormai quasi due anni di liceo, non la conoscevano affatto. In fondo per loro era più semplice credere alle cose di cui venivano a conoscenza da altre persone, invece di parlarle. Ormai questa situazione non la toccava neanche più, certo era molto fragile anche se cercava,per quel che poteva, di dimostrarsi forte e menefreghista. Era sola. Ma lo era sempre stata. Non aveva nessuno. E non intendo fidanzato o cose simili. Le persone che aveva  intorno era come se non ci fossero. Si sentiva come se fosse vuota, come se dentro di lei ci fosse un robot che non provava emozioni, durante il giorno, la sera invece crollava. Ascoltare la musica la aiutava, la calmava e le permetteva di riorganizzare in un qualche modo i pensieri, di pensare ad una soluzione o di semplicemente addormentarsi più spensierata, anche se non lo era affatto.
Affrontava le giornate così, la solita monotonia, le solite sopportazioni, i soliti problemi e poi finalmente si coricava nel suo amato letto che, in quell'ultimo periodo le era stato tanto vicino e si lasciava andare. Molto spesso parlava con quella che lei definisce "la sua persona", ma non le raccontava quasi mai dei suoi problemi, non le piaceva passare per la vittima della situazione o cose simili, preferiva fingere che andava tutto bene.
Cercava una via di fuga e finalmente le si presentò davanti agli occhi. L'America. La soluzione ai suoi problemi. Aveva infatti avuto l'occasione di trasferirsi a San Francisco grazie ad un test per exchange student che aveva fatto qualche mese prima. Sarebbe dovuta partire da Milano il mese seguente a febbraio e sarebbe rimasta lì per un anno intero. Non desiderava altro. Nuove persone con cui poter iniziare una nuova vita, anche se sarebbe durata solo per un anno. In più le venne in mente che vicino a San Francisco si trovava anche la sua crush, lo era stato per circa quattro anni.  Lui per lei era il prototipo di ragazzo perfetto. Capelli rossi, lentiggini, occhi azzurri e un sorriso da far girare la testa. Inutile dire che lui non si era accorto minimamente di lei. O almeno questo era quello che lei pensava. Non sapeva che, durante un viaggio fatto insieme, lui aveva cercato di dichiararsi ma lei aveva rovinato tutto con delle stupide parole, che tra l'altro lei neanche minimamente pensava, dette ai suoi genitori. Sydney, dopo aver finito il trimestre passò un Natale spensierato e al contempo pieno di desideri e di sogni che ormai aveva in serbo per la sua nuova esperienza. Ne aveva già fatta una simile, due per dir la verità, ma erano entrambe durate solo due settimane. E vedersi davanti un anno intero lontano dai parenti la spaventava come un intera montagna da scalare. Le quattro settimane che aveva passato fuori casa le aveva trascorse due in Germania, lì aveva conosciuto persone per lei eccezionali alla quale voleva un mondo di bene. Purtroppo abitavano tutte triplo lontane per lei ma cercava comunque di mantenere i rapporti con loro. In Germania si divertì. Scoprì un lato di se che non avrebbe mai pensato di avere, era masochista e molto più divertente di quanto avrebbe mai potuto pensare. I suoi amici erano tutti maschi, meglio così, almeno non sparlano, pensava.  Le femmine con le quali aveva parlato, nonostante fossero anche loro simpatiche, non la convincevano molto, forse per l'esperienza forse perché aveva bisogno di amicizie solo maschili. Fatto sta che le ragazze le stavano antipatiche.
Le altre due settimane le passò a Malta. Lì non fu così bello come in Germania ma ebbe comunque bei ricordi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 17, 2019 ⏰

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