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-MeERDA!-esclamò Jin stizzito, voltandosi. Di tutta risposta l'artefice di quella che ben presto sarebbe diventata una pulsante ustione scoppiò a ridere, gettando la canna ormai spenta per terra e osservando la macchia rossastra di cenere rimasta sul braccio del più grande. Lui si passò velocemente la mano sulla bruciatura, emettendo un gutturale gemito isterico, e sospirò.

-Andiamocene, sei fatto da legare, guido io...- affermò alzandosi e tirando un Taehyung infastidito per un braccio fuori dalla stanza. Prima di richiudersi la porta alle spalle rivolse il suo sorriso angelico ai compagni.

-Divertitevi!- disse. Poi ci ripensò -...ma moderatamente, domani c'è scuola...- aggiunse, mettendo su un adorabile broncio. I due annuirono, e questo parve bastargli per tornare a sorridere. Gli lanciò un plateale bacio e se ne andò definitivamente. Jimin ridacchiò sommessamente, stringendosi di più alle braccia che lo circondavano.

-A volte mi sembra tutto così monotono.- asserì, inspirando il fumo che aleggiava ancora nell'aria. Sollevò il viso, desideroso di sentire un'altra opinione -Eh, Jackie?- incalzò. Jackson ci pensò su, corrucciando le sopracciglia e piegando il labbro inferiore in una strana smorfia.

-Eppure un sacco di gente sognerebbe di passare le serate in giro a bighellonare, bere e fumare, senza una morale o un coprifuoco...- gli rispose -...o, OH CAZZO, CHIMICA, DANNATA CHIMICA, PERCHÉ A ME!- gemette, alzandosi in fretta e furia e recuperando lo zaino dall'angolo della stanza in cui l'aveva gettato. Tirò fuori il telefono dalla tasca e, dopo essersi lasciato crollare sulla sedia della scrivania, composte velocemente un numero. Jimin si alzò lentamente, solo per rivolgergli uno sguardo confuso, poiché quando fece per aprire bocca, Jackson lo bloccò portandosi un dito alle labbra.

-Ehy, sweety, ti disturbo?- rimase in silenzio, aspettando una risposta dall'altro capo, e, dalla faccia che fece, Jimin si disse che, sì, probabilmente l'interlocutore era disturbato.

-Oh, di già le 00:30? No, sì, hai pienamente ragione ma, insomma, sono in difficoltà, sono Jackson Wang e sono sicuro che aneli a finire in paradiso quindi, ehi, eccomi qui con la tua buona azione del giorno!- sì, quando si trattava di argomentare Jimin non conosceva nessuno di più bravo, e la capacità di quel cinese di entrare nel cuore di chiunque ne avesse uno era sorprendentemente unica.

-Hai centrato il segno, mi serve chimica...No, proprio chimi...oh, dopodomani dici? Ok, prima o poi scriverò l'orario e tutto il resto e scusa, non importa, ci vediamo domani Hyuna! Notte notte sweetheart!- mimò un bacio e schiacciò l'occhio, poi riattaccò velocemente.

-Questa parentesi nella nostra serata si è conclusa più velocemente di quanto non mi aspettassi.- affermò, guardando assorto il muro di fronte a sé. Jimin sorrise e gli avvolse le braccia attorno alle spalle.

-Stavi dicendo che un sacco di gente desidera questa vita?- gli chiese, senza aspettare una risposta -Ma in fondo la quotidianità è monotonia per chiunque, finché non viene sbalzata...- riflettè. Jackson si girò a guardarlo, stralunato, e si passò una mano tra i capelli bianchi mentre sul suo viso compariva un ghigno.

-Come mai ti deprimi facendo il filosofo, quando ti basterebbe toglierti i pantaloni per squotidianarti allegramente?- domandò mentre lo spostava di peso sul letto. Jimin lo guardò malizioso.

-Credo che sia dequotidianarti.-ribbattè, infilandogli le mani sotto la maglia.

-Se mi lasci al mio vocabolario, ti lascio dormire qui.- propose Jackson. Il ragazzo sotto di lui non rispose: si limitò a spegnere la luce.

-

Quando Jimin si risvegliò al suono di American Idiot, il corpo dell'altro era ancora abbarbicato al suo. Lui e Jackson erano amici sin da piccoli, e non c'era mai stato troppo pudore tra i due, ma avevano iniziato a farlo solo più recentemente, da un annetto circa. Non ricordava come fosse iniziata, probabilmente un goccio di troppo, però alla fine si erano trovati bene, e tra loro era cambiato solo che il divertimento era raddoppiato. Tra una botta e via e l'altra non si rimaneva mai a secco. I loro amici lo sapevano e nessuno aveva niente in contrario, perciò non c'era alcun problema a portare avanti senza scadenze quel genere di rapporto. Jimin guardò Jackson e come sempre notò quanto fosse bello; si era chiesto tante volte perché il suo migliore amico non avesse una relazione seria. Che lui sapesse, c'era stata solo una frequentazione importante nella vita del ragazzo, diversi anni prima, finita decisamente male, anche se non era a conoscenza dei dettagli (una delle poche cose taciute tra i due). Voleva aiutarlo a questo proposito, a trovare più felicità di quella di facciata che mostrava a tutti.

DIFFERENT~yoonmin~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora