Mi distesi curiosa, tranquilla e fiduciosa sul lettino.
Chiusi gli occhi e, seguendo le parole e i consigli della mia mentore, cercai di rilassarmi, mi sforzai di liberare la mente da ogni pensiero, da ogni preoccupazione, bella o brutta che fosse .
Mi sembrava tutto fluisse regolarmente, come quando, alla sera tardi, vi ritrovate finalmente ospiti del vostro caldo, tiepido e accogliente letto ed aspettate che il sonno sopraggiunga.
All' improvviso cominciai a capire che quello che mi stava accadendo era qualcosa di strano, mai provato.
Un profumo buono e intenso, dolciastro, cominciò a pervadere la stanza mentre, lentamente, il mio corpo iniziò a tremare, sempre di più......avrei desiderato fermarmi, ma inconsciamente stavo reagendo a stimoli che provenivano dal profondo e che volevano uscire e rivelarsi, stanchi di essere stati nascosti dentro di me da chissà quanto tempo.
Avrei voluto fermarmi, risvegliandomi, ma le emozioni che sopraggiunsero mi inghiottirono sempre più e mi ritrovai sott' acqua......stavo cercando di capire cosa stesse accadendo quando iniziai a mettere a fuoco, in maniera più precisa, quello che mi circondava.
Vedevo le mie braccia e le mie mani......piccole, come se fossero appartenute ad una bambina piccola, di tre o forse quattro anni, che si protendevano, per chiedere aiuto, verso l' alto, verso un volto di donna.....
Ero sul fondo, melmoso, fangoso, di un laghetto.
Era inverno e sopra di me una coltre di ghiaccio ricopriva lo specchio d acqua.
Sentivo un gran freddo, come se tante lame mi stessero trafiggendo.....l'acqua gelida mi penetrava in gola e cominciavo ad affondare nel fango. La disperazione e l' angoscia crebbero quando mi accorsi che stavo morendo.....mi mancava l' aria, mi sentivo soffocare.....stavo davvero morendo.
Quella mano che mi tratteneva con prepotenza apparteneva ad un volto che però difficilmente riuscì a focalizzare.....sentii però che quella era una donna....mia madre.
Inorridii ed il cuore lentamente cessò di battere.....
Vidi poi, come fossi improvvisamente uscita dal mio piccolo corpicino senza vita, mia madre supina, estrarre le braccia dalla superficie del laghetto, tornare sulla riva......il volto trasfigurato.
Una piccola seggiolina a rotelle aspettava la piccola Isabelle.......che non tornò più.
Perché mi aveva ucciso? Era forse stato un incidente? Ero per sbaglio caduta in quello stagno ghiacciato?
Sapevo dentro di me che le cose erano purtroppo andate in altro modo!
Sapevo, sentivo, intuivo quanto grande potesse essere, per questa donna, la delusione, l amarezza, la vergogna di aver creato un essere così imperfetto e quanto la frustrazione e la disperazione l' avessero spinta a compiere un gesto così orrendo e contro natura!
Cominciai ad allontanarmi da tutto e a seguire una voce!
Quella voce calma, rassicurante mi costrinse, con dolcezza, a rientrare nuovamente in me!
Il mio corpo, lentamente, cominciò a rilassarsi, estraniandosi da tutto ciò che era avvenuto poco prima.
Iniziai a respirare più regolarmente e i tremori svanirono pian piano.
Le palpebre si aprirono, con molta fatica. Rividi il volto familiare della mia mentore e capii che era accaduto un evento impensabile, straordinario, terrificante, irripetibile.
Avevo spalancato la mia anima e, come quando si apre un libro a caso e la curiosità ti spinge a leggere cosa vi è scritto tra quelle righe così io, me, avevo scoperto cosa si celasse oltre......
Le lacrime cominciarono ad uscire copiose dai miei occhi e, ripensando all' accaduto, cominciai a riflettere.
Pensierosa, me ne tornai a casa...diluviava.....gli occhi ancora spalancati e increduli!
A casa c' era la mia famiglia che aspettava io arrivassi.
Feci finta di niente.....sdrammatizzai e quasi ridicolizzai la mia esperienza.
Ma arrivò il momento, a tarda sera, di chiudere gli occhi e riposare.
Il sonno, alla fine, prese il sopravvento.......vidi Isabelle che mi sorrideva, felice di essere rinata.....in ME.