Prendiamo il volo

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Prendiamo il volo
perché,
dentro ad una fiaba,
la realtà ci sta stretta
e ha bisogno di mani,
sporche e sudate,
per la corsa fin qua.
Prendiamo il volo
come un unico organismo
che ha ali e cuore,
così forti che i polsi ballano
d'entusiasmo.
Gli occhi truccati,
le luci e i vestiti
non c'entrano niente.
Ti ritorna in testa
il titolo di un libro,
chissà perché poi
non l'hai più finito.
Sul comodino appoggi
i desideri,
dicono chi eri,
tra la lampada e il telefono,
il passato è polvere.
Prova a soffiare,
vai a vedere
se è magica per davvero,
se è un sogno vero
che ti sveglia,
in piena notte.
Prendiamo il volo
con i piedi ben piantati per terra,
la rincorsa ce la dà il sorriso,
e, sul viso,
la pioggia
è bagnata magia.
Sei tu che manchi qui,
lo dice il biglietto,
il treno che,
veloce e schietto,
mi porterà da te.
Tra le labbra sentirò
la voglia che ho
e ricominciare sarà l'unico verbo da scrivere,
poi a casa tornare
e riconoscere,
dentro un secondo,
che è ancora nostro il mondo.
Prendiamo il volo,
per non lasciare solo
quel sogno che dice tanto
al mio canto.
Prendiamo il volo
abbracciati,
e andiamo a capire
come si fa
a non bruciarsi gli occhi
se la vita ci ha abbagliati
con luci fredde che rendono pesanti
i più sottili abiti griffati.
Prendiamo il volo,
ci riposeremo sulle correnti
che portano via le nuvole
e lasciano là sole
quelle giornate,
senza canzoni dedicate.
Adesso non serve che menti,
dimmi chi sei,
con te rimango
e, da tutto il fango,
nasce il Sole alle sei.

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