Salutare Minho non fu facile.
Varcare il cancello della struttura è stata una pugnalata in pieno petto.Non lo salutai subito.
È stato un rifiuto personale, forse mi aspettavo un ripensamento dell'ultimo minuto ma voltate le spalle incominciai a piangere, I sensi di colpa mi intrappolarono fino a farmi mancare il fiato.Ritornai indietro, potei sentire la sua risata mentre mi nascondevo nel suo petto , perché ai suoi occhi - per l'ennesima volta - sembravo un bambino.
L'ultima volta che vidi Lee Minho
Passarono sei mesi, non ci contattamo spesso.
I primi mesi aspettavo ogni sabato una sua lettera,la leggevo e scoppiavo in un pianto credendo di non potercela fare a star lontano da lui.'sei diventato dipendente da lui?'
Spesso i ragazzi scherzavano sul mio stato psicologico, ero capace di non uscire per intere settimane e leggere per intere notti le sue lettere soffermandomi sul suo modo pessimo di scrivere.
Smisi di spedirgli testi e scritti.
' Caro Minho,
Con le lacrime che scorrono per favore,
Non spedirmi più niente, farò lo stesso.
Grazie, ti amo.
Ogni luna, ogni tramonto'Minho non era una droga, neanche un'ossessione.
Era una ragione.Nella biblioteca scolastica trovai un bellissimo libro di detti giapponesi.
Trovai la parola ikigai semplicemente delicata e in un baleno la collegai a lui.L'ikigai è l'equivalente delle espressioni "ragione di vita", "ragion d'essere". Nella zona di Okinawa l'ikigai è visto come "una ragione per svegliarsi al mattino". La parola può inoltre indicare una persona di cui si è profondamente innamorati.
I mesi, ancora peggio I giorni, sembravano non passare mai.
Il giorno di natale fu orribile, persi totalmente il controllo.
Fu difficile superare quel giorno.
Mi trascinavo dietro il peso di anni di dolore.'Beh Jisung lo sapevi che primo o poi la magia della felicità sarebbe finita'
Ero rinchiuso in una cupola di vetro pronta per esplodere.
I pezzi si sarebbero conficcati dentro di me e io sarei pian piano sparito.Non mi ricordo come arrivai al telefono di casa, con il numero già immesso, dell'istituto in cui si trovava.
Bip... Bip...
'Centro di recupero, chi parla?'
Sospirai e dissi solo il suo nome
'attenda in linea prego'
'sono Lee Minho, chi è in linea? '
Il mio cuore si fermò, aveva un tono così calmo e spensierato.
Il suo nome l'aveva pronunciato fieramente, era fiero di sé stesso.
Io pensavo e pensavo, restando zitto, non ricordo se piansi, tanto differenza non faceva.'Oh piccolo Jisung'
Ero sempre stato il suo piccolo Jisung
'non parlare se non te la senti, okay?
Parlerò io, ti ricordi quando ti calmavo dagli attacchi di panico?
Ti raccontavo degli aneddoti stupidi di quando ero piccolo o di quando avevo appena incontrato Chris.
Tu mi guardavi con degli occhioni spaventati per poi rilassarti.
Una volta eri così stanco che ti addormentasti sul mio petto.
Eri proprio bello.
Ho sentito le mie guance andare a fuoco, posai il mio capo al muro sorridendo come uno stupido.
Non mi importava se ti piacessi o meno, sarei stato al tuo fianco in qualsiasi modo, che tu lo volessi o meno.
Jisung posso dirti che ti amo?
E non ho mai smesso di farlo per un solo secondo?
Dio sono di nuovo rosso'Riuscì solo a smorzare una risata
'ti ho sentito eh,
Ora ascoltami bene però.
Anche io voglio tornare a casa e vivere la mia vita ma devo ancora stare qua, ci starò fino all'ultimo.
E tu Jisung non devi star male, non dipendere da me.
La tua felicità non deve dipendere da me.
Stavo pensando che nel mentre io sono qua, tu potresti andare in terapia, farti aiutare.
E appena tornerò andremo via, un viaggio, solo io e te.
Recuperare il tempo, non perso, ma in cui non siamo stati insieme.
Ti meriti di star bene, di essere quel sole che dici di essere.
Ci stai? 'Chiusi la telefonata.
Per qualche motivo il 4 Gennaio mi ritrovai a ricominciare un percorso ambulatoriale per star meglio dal mio disturbo mentale.
Anche questo grazie a Minho.
' grazie'
Sussurai alla luna