CAPITOLO UNO

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Georgi osservò intensamente il suo interlocutore in attesa di una risposta, poggiandosi distrattamente ad un mobile scuro di legno intarsiato. Boris aveva seguito attentamente il suo discorso con aria scettica, non sembrava affatto convinto della validità del suo piano. «Siete sicuro che funzionerà»? chiese arrotolando distrattamente una ciocca dei suoi lunghi capelli biondi intorno ad un dito.

«Certo, Cécile è perfetta, le ho parlato ed è proprio la persona di cui abbiamo bisogno».

«Perché. Somiglia a Caterina?».

«Noo, non ha proprio nulla in comune con lei!».

«E allora perché pensi sia la persona giusta?» replicò Boris guardando Georgi nelle profondità scure dei suoi occhi. I due uomini erano diversi come il giorno e la notte. Boris era alto, atletico e snello, il suo viso angelico era contornato da lunghi capelli biondi, lisci come seta e reso ancora più affascinante da un paio di occhi azzurro pallido. Georgi invece aveva selvaggi capelli scuri lunghi fino alle spalle e due occhi altrettanto neri. Inoltre era molto più basso e più robusto di Boris e aveva dei lineamenti più marcati.

«La prima volta che l'ho vista è stato in occasione del ricevimento che ho organizzato il mese scorso. L'ho sorpresa in biblioteca. Stava curiosando tra i libri, soprattutto libri di viaggi e di avventure, miti e leggende, creature soprannaturali come vampiri, licantropi e così via. Quando l'ho sorpresa alle spalle, non ha avuto timore, abbiamo conversato un po'e si è dimostrata una donna forte e coraggiosa, amante dell'avventura e dei viaggi, piena di vitalità».

«E perché una come lei dovrebbe interessarsi ad un uomo cupo e solitario che sta perennemente chiuso in casa?» chiese Boris continuando a non seguire il ragionamento di Georgi.

«Non capisci? È proprio quello che ci vuole per lui, invece! Credi che una donna triste e solitaria riuscirebbe a spronarlo? E comunque le ho parlato di lui ed è interessata a conoscerlo».

Il biondo sbuffò nel notare tutto l'entusiasmo e l'ottimismo sfoggiati da Georgi. «Ammesso che tu abbia ragione, come pensi di farli incontrare?».

«Al ricevimento che organizzerò in onore del mio fidanzamento».

Boris rise fragorosamente. «E perché dovrebbe partecipare? Non va mai a nessuna festa!».

«Fidati di me, scommettiamo 10 sterline?».

«Affare fatto!» rispose Boris stringendogli la mano. Era certo di avere la vittoria in tasca, anche se lo sguardo trionfante del suo interlocutore gli provocava qualche piccolo dubbio.

Il giorno seguente Georgi raccolse il coraggio a quattro mani e decise di proseguire con il suo piano. Fece preparare una carrozza e si mise in viaggio.

Lungo la strada non fece altro che torcersi nervosamente le mani ripassando mentalmente il proprio piano. Sarebbe andato tutto bene! Sarebbe andato tutto bene! Poteva farcela! Cercava di ripetere a sé stesso come un mantra per convincersi. Nel tentativo di distrarsi decise di guardare fuori dal finestrino e godersi il paesaggio come se stesse andando a fare una semplice visita di cortesia, la città lasciava man mano posto alla natura aspra e selvaggia.

Dopo una ventina di minuti comparve di fronte a lui un'enorme villa con un ampio giardino incolto e selvaggio: sembrava quasi la prosecuzione di ciò che si estendeva al di fuori del maniero.

Georgi scese dalla carrozza e si avviò lentamente verso la dimora che sembrava apparentemente disabitata. Trasse un profondo respiro e si decise a bussare.

Dopo pochi minuti la porta si aprì con un cigolio sinistro e una figura familiare apparve davanti ai suoi occhi. Suo fratello Igor era rimasto immutato. Folti capelli color della notte incorniciavano il suo viso spigoloso, due occhi scuri e penetranti scrutavano Giorgi con aria interrogativa.

«Ciao Igor, ti trovo in forma!» esclamò Giorgi allegramente. «Non mi fai entrare?» aggiunse notando che il fratello rimaneva immobile, con un'espressione indecifrabile stampata in volto.

Igor si limitò a mugugnare qualcosa di incomprensibile e si spostò di lato per farlo entrare. Giorgi si accomodò su un'elegante poltrona rossa decorata con disegni dorati e andò dritto al punto. «Avrei il piacere di invitarti venerdì sera alla mia festa di fidanzamento».

Igor lo osservò come se Giorgi avesse perso il lume della ragione, ma lui non si perse d'animo. «So quanto odi le feste, ma ci terrei tanto che tu ci fossi e che conoscessi la mia fidanzata».

Il volto di Igor rimase imperscrutabile. Sapendo quali tasti premere Giorgi proseguì: «Tu sei il fratello maggiore, se non verrai la gente penserà che non approvi questa unione. Basta che tu venga per pochi minuti, potrai stare da solo in un angolo a disprezzare tutto e tutti, non dovrai fare altro».

Igor sospirò rumorosamente: «D'accordo! Maledizione, sai che il mio senso del dovere mi impedisce di esimermi dal partecipare».

«Sapevo che avresti accettato!» esclamò Giorgi sorridendo trionfante. «Mi hai fatto pure vincere una scommessa con Boris».

«Avevate scommesso sulla mia partecipazione?» affermò Igor guardandolo con uno sguardo di disapprovazione.

Giorgi rise di gusto nell'osservare l'espressione schifata del fratello. «L'ho sempre detto che sono il fratello che ti conosce meglio!» aggiunse mentre il suo sorriso si ampliava ulteriormente.

«Boris non è nostro fratello!» grugnì Igor infastidito.

«In un certo senso lo è. Ci vediamo venerdì!» lo salutò Georgi mentre lasciava il maniero con aria trionfante. Tutto procedeva secondo i piani.

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