"Buongiorno." Dissi con un sorriso. Guardai Camila, che stava controllando Sofi dal tavolo.
"Uno dei miei capi mi ha mandato a darti questo perché mi ha detto che sei una cliente abituale e... Wow, mia sorella ha ragione, hai gli occhi più belli del mondo!" Esclamò prima di lasciare quello che aveva tra le mani sul tavolo.
La guardai nuovamente, un po' sorpresa da quello che aveva appena detto sua sorella, e notai che era arrossita e aveva chiuso gli occhi.
"Grazie mille, piccola." Le dissi.
"Adesso, se vuoi scusarmi, penso che mi sgrideranno." Sofi se ne andò correndo verso la cucina, accelerando il passo quando incrociò sua sorella.
Osservai ciò che mi aveva dato. Il mio sorriso si allargò al vedere un croissant ancora caldo. Poteva essere stata solo un'idea di Camila e piano piano iniziavo a capire il perché di quei gesti. La colsi ad osservare la mia reazione con un piccolo sorriso. Alla fine, abbassò lo sguardo e se ne andò in cucina con sua sorella.
Non le vidi più per tutto il giorno, me ne andai prima che uscissero dalla cucina. Mi sarebbe piaciuto ringraziarla personalmente.
La settimana dopo Camila non venne ed io tornai a vederla solo la settimana successiva. Stava piovendo quando arrivai alla caffetteria. Chiusi il mio ombrello per entrare, ma nel momento in cui cercai di aprire la porta, un'altra mano spinse allo stesso tempo, toccandomi. Ritirammo le mani e ci guardammo. Eccola lì, con i capelli umidi, a guardarmi timida. Sorrisi e le aprii la porta, così da farla passare. Sussurrò un 'grazie' ed entrò. Feci lo stesso, ma le afferrai il polso perché mi guardasse. Arrossì leggermente.
"Grazie per il croissant. Avete cambiato la ricetta, giusto?" Lei sorrise, un po' imbarazzata.
"Eh che l'ho fatto io... Mio padre non poteva..."
"Lo preferisco così. E guarda, mi sembrava impossibile superare quello di sempre." Il suo sorriso si fece più grande. Abbassò lo sguardo.
Non so in quale momento la bambina etero arrogante era sparita per lasciare posto a quell'incanto di persona che volevo riempire di baci...
Camila andò a sedersi al suo tavolo, io al mio, e facemmo le solite cose. Quando finii di studiare e di mangiare, misi le mie cose nello zaino e uscii. Avevo appena fatto i primi passi quando sentii la porta dietro di me chiudersi nuovamente. Mi sorpresi di vedere Camila venire verso di me, per mettersi sotto il mio ombrello.
"Posso camminare con te? Non ho l'ombrello..." Disse timida.
"Certo."
"Dove vai?"
"Al mio appartamento, è a qualche isolato da qui."
Averla così vicino, faceva sì che il suo profumo mi inebriasse, così mi allontanai leggermente. Adesso l'ombrello copriva solo lei. La pioggia stava bagnando la parte dei miei capelli che l'ombrello non copriva.
"Se continui così, metà dei tuoi capelli si inzupperà e l'altra rimarrà asciutta, non penso che staresti bene..." Disse sorridendo e prendendo il mio braccio per farmi avvicinare nuovamente.
E ancora una volta impazzii per il suo profumo. Continuammo a camminare in un silenzio un po' disagevole. Disagevole perché quella ragazza era ancora un mistero per me, non capivo quei suoi sbalzi d'umore.
"Volevi tornare a casa?" Chiesi vedendo che eravamo quasi arrivate alla mia strada.
"E... Sì..."
"Vivi vicino?"
"In realtà no... Era dall'altra parte..." Disse rilasciando una risata nervosa dopo qualche secondo.
Arrivammo ai piedi dell'edificio dove abitavo e ci fermammo. La osservai, cercando di leggere il suo sguardo.
"Non so perché non me l'hai detto prima, adesso dovrai tornare a casa sotto la piog..." Mi interruppe.
"Lauren, posso chiederti una cosa?"
"Ehm... Sì..."
"Hai detto che hai smesso di guardarmi perché hai perso interesse..." Rimase in silenzio per qualche secondo, guardando da un'altra parte. "Hai perso interesse in me?" Mi guardò negli occhi. Rimasi sorpresa dalla sua domanda. "Io... Voglio solo sapere se ti piaccio ancora..." Ammise, abbassando lo sguardo.
"Davvero vuoi saperlo? Non so come la prenderai..."
"Sì, voglio saperlo..."
"Bene, in realtà non mi piaci più come prima, Camila..." Volevo andare avanti, ma notai il cambiamento del suo sguardo e mi preoccupai. "Camila... Guardami..." Mi guardò e confermò quello che pensavo. Era sul punto di piangere. "Stai piangendo?"
Si stropicciò gli occhi velocemente e cercò di asciugarli.
"Scusa... È che... Sono stata una stupida... Tu... Mi piaci molto, sai." Mi guardò negli occhi e sentii il cuore salire in gola. "E immagino che sarebbe meno patetico dirti che me ne sono accorta tardi, ma non è vero... Non mi hai mai fatto schifo, al contrario, mi sei sempre sembrata perfetta. Ma non sapevo come avvicinarmi, sei una cliente di mio padre, sembri così sicura e sei anche più grande di me. Non ho mai pensato che potessi piacerti. Per questo mi sono avvicinata in quel modo così rude... Per avere un pretesto per parlarti... E quando mi hai detto che mi osservavi perché ti sembravo bellissima, non me l'aspettavo, mi sono innervosita e ho pensato che la cosa migliore sarebbe stato fingere che non mi piacessi... E mi piacevi ogni volta che mi rispondevi con così tanta calma e sarcasmo... Ma cavolo, sai cos'ho provato quando hai iniziato a ignorarmi? Ho provato paura perché, nonostante sapessi che tu non avessi una ragazza, non volevo sapere che la settimana successiva non ti sarei piaciuta o che avresti trovato qualcun altro..."
Finì di parlare lasciandomi sotto shock. Rimanemmo così qualche secondo, mentre cercavamo qualcosa da dire. E alla fine lei continuò a parlare.
"Ma va bene, adesso so che se è così è perché ho sbagliato tutto dall'inizio... Mi dispiace... Non ti darò più fastidio..."
Si voltò per andarsene, ma l'afferrai per un braccio e la guardai.
"Dove pensi di andare?"
"A casa mia..."
"No, non ho alcuna intenzione di lasciarti andare... Primo, perché con questa pioggia ti ammalerai e secondo, perché devo ancora dirti una cosa..."
"Cosa?"
Mi avvicinai a lei e le misi una mano sulla guancia. Asciugai le lacrime.
"Non piangere... Quello che ti ho detto è vero... Non piaci più come prima... Perché adesso mi piaci molto di più. E anche se hai fatto degli errori e io ho cercato di ignorarti, non sono riuscita a smettere di provare quello che provo per te."
"Che provi?" Chiese Camila con un filo di voce.
"Qualcosa di stupendo... Non so se è già amore, ma se ce ne diamo l'occasione, possiamo accertarlo..."
Il mio sorriso si congelò quando sentii le sue labbra unirsi alle mie. Un milione di emozioni mi invasero, era così dolce... Ma Camila si allontanò velocemente.
"S... Scusa, so che è presto... Io..." Iniziò a balbettare. "È che... Le tue labbra... Sono così..."
"Presto? Ci hai messo un po'..." La interruppi ridendo e posando una mano sul suo collo per baciarla. Lasciai cadere l'ombrello e misi entrambe le mani sul suo collo per approfondire il bacio sotto la pioggia fredda. Accanto a lei, il freddo non esisteva.
Il sabato seguente smettemmo di sederci a tavoli diversi. Con il tempo iniziammo anche a condividere il cibo, il letto, i sogni, una casa e tutta una vita insieme.
FINE
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La Ragazza del Caffè - Traduzione Italiana
FanfictionLauren prende sempre il suo caffè e il suo croissant nello stesso posto. Ne approfitta sempre per osservare spudoratamente Camila, la figlia del proprietario della caffetteria. (Storia breve) Traduzione italiana dell'originale. Tutti i diritti vanno...