Oggi c'è un po' di vento a St. Patrick. Ma a Lee piace il vento, le piace più della pioggia, più del sole, le piace e basta. E quando viaggia in treno apre sempre un po' il finestrino perché vuole sentire il vento che le sfiora la pelle e che le scuote i capelli e che le fa chiudere gli occhi e non la fa pensare. Oggi avrebbe preso il treno delle 16.50 solo per andare da Jake. Avrebbe tanto voluto portarlo con sé. Qui a St. Patrick, gli sarebbe piaciuto. Qualche estate fa aveva stilato una lista dove c'erano le persone che potevano o no andare lì con lei. Sua madre è la prima nella lista dei no. Jake è il primo nella lista dei sì, seguito da suo padre. Quanto gli sarebbe piaciuto quel posto. Quelle scogliere alte, quel mare sempre in tempesta, quel prato morbido e magari avrebbe scritto di lei, sua figlia, che ritrovava sé stessa in quel piccolo angolo di paradiso. Sorride, Lee. Quanto le piaceva leggere ciò che scriveva il padre. Lui diceva che lei era troppo piccola per comprendere quelle cose ma lei le leggeva e, al contrario delle aspettative dell'uomo, le capiva. Lee è una ragazza intelligente. Lee è una bambina che è cresciuta troppo in fretta. Nella lista dei no ci sono i suoi amici. Perché quello è l'unico posto in cui non vuole chiasso, non vuole battute, non vuole che le parole insulse e dette a vanvera inquinino il suo angolo di paradiso. Ha deciso di chiudere gli occhi e fare tre passi in dietro e cinque avanti. Non sa perché. Basterebbe fare due passi avanti ma lei ha deciso così. E quindi uno, due, tre. E poi ancora: uno, due. Una margherita le sfiora il piede. Ha deciso di portarla a Jake. Magari facendogli vere quanto fosse bella quella margherita potrebbe convincerlo a lasciare la birreria solo per un giorno. E ci spera tanto. Perché vuole ascoltare le sue storie di gioventù lì. Tra le margherite. E non c'è nessuno. Lì. Proprio nessuno. Ha deciso di andare alla stazione sennò perde il treno. Voleva andare da Jake. Doveva dirgli la sua. Magari questa volta lo spiazza o lo zittisce. Ha sempre sognato farlo. Già, strano come sogno. Ha sempre sognato vederlo darle una pacca sulla spalla e alzare la sopracciglia rosse come la barba come per dire "Mi hai fregato, ragazzina." Magari oggi ci riesce. C'è poca gente sul treno. C'è una bambina di due anni, circa, con la nonna, un ragazzo sui venti ed una ragazza che dovrebbe avere diciassette anni, come lei. Forse l'ha vista al corso di letteratura inglese. Non ricorda. E' una bella ragazza, pensa, e poi sorride. Non la conosce nemmeno. Però si capisce a pelle che quel sorriso dalle labbra rosse ed i denti bianchi è di una persona bella. Perché le persone belle sorridono con gli occhi. Che begli occhi che ha. Chiari come il mare sotto la scogliera di St. Patrick. Tutti lì hanno gli occhi chiari. Lei no. Le origini spagnole si fanno sentire. Soprattutto dalla carnagione bronzea che spicca tra quelle bianche dei coetanei e degli irlandesi. Di irlandese ha solo il nome, ed una madre, in effetti. Non le piace nemmeno la birra, che irlandese! Deve prendere la metro per arrivare da Jake. Magari fa tardi se non si sbriga. Cammina e si nasconde tra la folla della grande città. Non le piace Dublino, troppo grande ed affollata. Non le piace. Preferisce St. Patrick perché è un posto tranquillo. E perché la rispecchia.
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Young and Free
Short StoryÈ arrivata a casa Lee. Sua madre non c'è, ha il turno in ospedale. Forse è meglio. Perché oggi vuole stare più sola che mai.