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Mi svegliai di soprassalto nel bel mezzo di quella gelida notte di inizio settembre. Ormai l'estate era giunta al termine.
Uscii sul terrazzo della mia camera, o meglio quella di me max che in qui mesi aveva ospitato solo me visto. L'aria che soffiava dal maree era leggera, una brezza frizzantina, quelle che ti fanno arrossire le guance e ti fa sentire libera. Misi una mano sul mio ventre e lo accarezzai, lentamente e delicatamente come se avessi paura di far del male alla creatura. Ero ormai giunta al termine di quella difficile e solitaria gravidanza.
Il principato era illuminato da delle calde luci e la vita non si fermava mai. Il mio pensiero in quel momento era unico ed era quello che mi girava per la testa da ormai un mese: come sarebbe stato il parto? Doloroso? C'è l'avrei fatta? Non lo sapevo con certezza. Non avevo niente di certo.
Rientra in casa e mi sdraiai su quel letto matrimoniale immensamente vuoto.
Dopo quella litigata sui social con Max tutti i giornali avevano iniziato a parlare di noi.
Non mi piaceva essere al centro dell'attenzione ma avevo proprio bisogno di sfogarmi.
Presi il telefono e inizia a guardare i miei social, c'è chi era in giro a far festa, chi a casa a guardare un film.
Vidi che mi arrivó un messaggio

L.N.❤️
Sei sveglia?

Si

Posso venire di lì da te

Si

Già Lando mi era stato accanto e adesso che sono quasi al termine è voluto star qui per esserci sempre e sostenermi.
La porta socchiusa si spalancò e un lando mezzo insonnolito si presento davanti a me con un ciuffo spettinato.
-Sembri cornuto con quei capelli- gli dissi sorridendo, mettendomi seduta sul letto.
-Be io sicuramente non lo sono- disse buttandosi sul letto a capofitto e iniziando a farmi il solletico
-Smettila ahhahah... Dai... - gli urlavo mentre lui continuava.
-Okay la smetto solo perché ho paura di far male all'orsetto- l'aveva soprannominato così il bebè, anche se non sapeva se era maschio o femmina perché io non volevo saperlo, lui aveva deciso che sarebbe stato un orsetto.
-Coglione- gli dissi solo, sdraiandomi sul letto e osservando il soffitto. Lui si mise sdraiato di fianco a me guardandomi.
-a che pensi?- mi chiese
-a Max- dissi
-ah... -
-Lo so Lando che sono una cogliona. Ma, max é tutto- dissi, pensando hai momenti felici che mi aveva riservato la vita con lui.
-lo so... - disse solo.
Una fitta al ventre però mi distro dai miei pensieri e subito dopo, le lenzuola del mio candido letto si bagnarono tutte
-Lando merda... Dobbiamo andare in ospedale si sono rotte le acque- gli dissi preoccupata. Lui subito si alzó, prese il cellulare che aveva lasciato sul comó e si diresse in cucina a prendere il borsone mentre io mi vestivo. Lo sentii parlare al telefono ma non sapevo con chi. Forse era charles o arthur. O mia madre. Non lo so.



-Quanto cazzo ci vuole a fare uscire sto coso?- dissi scazzata, mentre l'infermiera controllava la mia dilatazione. Ero lì da 12 ore e il mio corpo non accennava ad aiutarmi a far nascere il bimbo o la bimba. So solo che continuavo ad avere le contrazioni che mi stavano sfinendo.
Charles, Arthur e Lando erano fuori dalla stanza, erano tutti lì da 12 ore e tra poco sarebbe arrivata anche giada.
-signorina, non possiamo portarla in sala parto finchè non ha una dilatazione giusta. Mi spiace- disse l'infermiera, penso che l'avrei uccisa se avessi avuto le forze per farlo.
-Ma io le doglie ce le ho già- dissi piangendo
-Le daremo un tranquillante e degli antidolorifici. Non possiamo fare di più- disse prendendo una flebo, quanto odiavo quel liquido freddo in vena.
-Lisa che ti ha detto?- chiese arthur appena entró
-che non posso partorire ancora- dissi, arrabbiata. In questo momento avrei voluto solo una persona lì con me, ed era Max. Lui avrebbe saputo che dire, come tranquillizzarmi.
-È tutto ok?- mi chiese Giada appena entrata quando mi vide.
-No- dissi semplicemente
-Dimmi tutto-
-Mi manca Max. Ho bisogno di lui. Passare non so quanti giorni senza di lui mi sta consumando. E ora ho un male boia, sono agitata e lo vorrei solo vedere e sentire le sue braccia attorno a me, la sua mano nella mia, o le sue labbra sulle mie. Mi manca troppo- dissi piangendo, quei tranquillizzati mi davano alla testa.
-Se vuoi lo provo a chiamare. Deve esserci- disse sorridendo, io annui solo tra le lacrime. So che Lando e gli altri mi ammazzerebbero in questo momento ma io ho bisogno di lui.
Le doglie erano sempre più forti, e gli antidolorifici non facevano più niente. Stavo andando in panico oltretutto e tutto ció che mi serviva era quell'olandese per cui ho perso la testa.
-Ha detto che verrà... Era preoccupatissimo- disse giada rientrando, sorrisi solo, non dissi niente, non avevo le forze per farlo.





Ero lì sul letto seduta, dopo 24 ore che ero chiusa lì dentro, a vomitare in un secchio o quel che era. Avevo provato a mangiare, ma il vomito prevalse ed espelsi tutto.
Max non era ancora arrivato, Giada mi diceva che era tanto lontano ed aveva avuto dei problemi per gli aerei ma che sarebbe arrivato, mentre io continuavo senza sosta a vomitare.
-Allora, come sta?- ecco che la mia amica infermiera entrava di nuovo con quei guanti blu
-Ma secondo lei. Sto vomitando l'anima e le contrazioni aumentano. La prego non c'è la faccio più- dissi
-Noto signorina. Be una buona notizia gliela posso dare. Tra poco la porteremo in sala parto. Sarà mamma- disse, uscendo con un sorriso. Io non riuscii a sorridere, anzi un conato di vomito mi passo per la gola e subito me lo trovai in bocca.
-È fantastico. Lisa tra poco tutto ció sarà finito- disse Giada, mentre entrarono i tre moschettieri
-Lisa. Madonna mia tra poco sarai mamma- disse Lando abbracciandomi forte, po' abbracciai, era bello sentire il suo profumo circondarmi e sapere che qualcuno era lì con me
-Lando ho paura- riuscì solo a dire tra le lacrime
-Non devi averne, ci sono io- disse, dandomi un bacio sulla fronte. Non volevo lui peró. Io volevo max in quel momento.
-Lisa c'è qui qualcuno per te- disse giada entrando in camera seguita da Max.
Era come me lo ricordavo, con quegli occhi, la barba tagliata, il sorriso uguale. Aveva un mazzo di fiori in mano e una scatoletta nell'altra. Charles e Lando uscirono subito dalla camera e giada si prese Arthur per lasciarci soli
-Ciao Lis-
-Max... - non potevo alzarmi ero stanchissima.  Se no gli sarei corsa in contro l'avrei abbracciato e poi baciato
-Mi spiace Lis- rimase lì impalato, gli feci segno di avvicinarsi
-Non preoccuparti...-
-Ho lasciato Dilara. Mi mancavi troppo- disse solo, si sedette di fianco a me e mi spostó una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sorrisi. Cercai di alzarmi per poterlo baciare. Lui non so se interpreto o cosa, ma si avvicinó e mi bacio, io misi subito le mani nei suoi capelli, chiusi gli occhi, e mi feci trasportare da lui. Mi era mancato.



- Lisa spingi ci sei amore- disse Max, mentre io continuavo a piangere e urlare
-Max sono stanca- dissi solo, spingevo con tutte le mie forze, ma ero sfinita
-Dai tesoro, ci sono io qua con te, sono sicuro che ce la fai ancora. Dai è l'ultima spinta te lo prometto, solo che devi essere bella decisa- annui tra le lacrime, max conto fino a tre e iniziai a spingere, le lacrime scendevano, la testa mi stava scoppiando, chiusi gli occhi e vidi le più belle scene della mia vita, con Jules, con Lando, con Charles e Arthur, con gli altri piloti, il mio matrimonio, la piccola Soledad che presi in braccio in ospedale, l'incidente di Max, Charles sul podio a Monza e infine Max sul lungo mare che mi aspettava. Tutto ció venne interrotto da un pianto.
-è finita amore, sei stata bravissima- disse Max, io continuavo a piangere, mentre lui mi bació.
-è un bel maschietto cara- disse la mia ginecologa dandomi in braccio quello scricchiolo tutto sporco che piangeva
-Omiodio- sussurrai, era così piccolo e delicato, sembrava come un pezzo di vetro che se non satvo attenta avrei potuto rompere.
-Sei fantastica Lis- disse Max guardando il nostro bambino.
-Ti amo Max- dissi e ci baciammo. Forse eravamo tornati più forti di prima

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