Prologo

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Thanos se ne va.

Sento le gambe cedermi e cado al suolo sulle ginocchia. In un attimo papà mi raggiunge, sicuramente volendomi scannerizzare per assicurarsi che non abbia nulla di rotto, lo guardo sofferente, non ho nulla di rotto ma di ammaccato o incrinato, tipo qualche costola, sicuro.
Lo stesso faccio io, premendogli una mano sulla ferita, terrorizzata alla vista del suo sangue dalla ferita che gli ha lasciato il cazzone viola, fisso i miei occhi nei suoi, cercando dolore ma trovando soprattutto preoccupazione e senso di sconfitta.

Poi guardo oltre la sua spalla e vedo che Peter sta per raggiungermi anche lui.
Cerco di sorridergli, ci provo, ma tutto quello che ottengo è un minimo movimento verso l'alto di uno degli angoli della bocca, ma sono così stanca che non so neanche quale sia.
Nessuno osa parlare.
Mi guardo intorno: la specie di mago se ne sta seduto su una roccia dopo aver salvato la vita di mio padre ma scambiandola con la gemma per la quale abbiamo tanto lottato, i suoi occhi sembrano riflettere il pensiero "avrò fatto la cosa giusta?".
I quattro tizi dello spazio si avvicinano l'uno all'altro, Antennina fa da supporto a Peter Quill, Drax fissa preoccupato la robottina blu.
Prendo tra le mani la faccia di mio padre, la terra che la ricopriva che si trasferisce sulla mia pelle.
Mi guarda e vorrebbe urlarmi contro, lo vedo, lo sento, vorrebbe sgridarmi per aver rubato uno dei prototipi che stavamo creando insieme, per me, vorrebbe mettermi in punizione per averlo seguito su quella dannatissima astronave e per aver combattuto rischiando la vita, vorrebbe che fossi rimasta sulla Terra a proteggere Pepper.
Ma non fa nulla di tutto ciò perché entrambi abbiamo paura, abbiamo paura che presto accada qualcosa che possa ucciderci.
Per questo prendo l'iniziativa e lo abbraccio stretto, le braccia attorno al collo per non fargli male al fianco .
Guardo Parker e poi gli tendo la mano, lui si avvicina titubante e me la stringe.
Rimaniamo così per qualche minuto poi mi stacco da entrambi e riesco a mettermi in piedi, anche papà si alza, ci distanziamo di qualche passo poi sentiamo la fievole voce di Mantis rompere il silenzio.
- Sta per accadere qualcosa- dice.
Non faccio neanche in tempo a guardarmi intorno per istinto che quando ritorno a posare gli occhi su di lei, Mantis non è altro che polvere nel vento.
Sono immobilizzata.
Terrorizzata.
Pochi attimi dopo anche Drax si trasforma in polvere davanti ai nostri occhi, la sua ultima parola diretta a Peter, il suo capitano.
-Calma Quill- sento pronunciare da mio padre mentre vedo il ragazzo trasformarsi in polvere, sconvolto quanto noi il suo ultimo respiro esce tramite un'invocazione vana a Dio.
Doctor Strange richiama l'attenzione di mio padre che si gira stralunato verso di lui.
- Tony, non c'era altro modo...-
Non faccio in tempo a fare due passi che lentamente anche Stephen si tramuta in cenere leggera davanti a noi quattro rimasti.

-Ragazzi... non... mi sento molto bene... -
Mi giro immediatamente verso Peter
-Non...non so che mi succede...non lo so - Peter comincia a fare quello che gli è comune fare quando entra nel panico: parlare a macchinetta e ripetere le stesse cose.
Prima ancora di rendermene conto l'ho raggiunto e lui si aggrappa con tutta la sua forza a me, in quello che può sembrare un abbraccio disperato.
Mi ritrovo a boccheggiare spaventata all'idea che lui stia morendo, scomparendo dall'esistenza proprio come gli altri.
Tony osserva la scena impietrito, conscio di non poter fare assolutamente nulla per impedire ciò che sta accadendo.
Il peso di Peter è troppo da sopportare quindi crollo sulle ginocchia assieme a lui mentre continua a ripetere implorante -Non voglio morire...non voglio morire Robyn...ti prego...ti prego...non voglio morire...non voglio morire-
Mi ritrovo a piangere e a stringerlo a me con tutta la forza che possiedo, poi lo faccio sdraiare delicatamente al suolo e comincio ad accarezzargli il viso, a passargli le dita tra i capelli, i nostri visi vicinissimi.
- Andrà tutto bene...Andrà tutto bene...Andrà tutto bene... - ripeto mentre nella mia mente mi attraversa il ricordo di quando sono andata con papà a reclutarlo.
I nostri occhi non si separano per un solo istante.
Comincio anch'io a parlare a macchinetta, ripetendo quanto sia un ragazzo fantastico, simpatico, forte e dolce.
Vedo il suo corpo ridursi velocemente in polvere, lo percepisce anche lui e prima di scomparire del tutto mi rivolge solo altre tre parole.
- Tu...mi piacevi...-
Scompare sotto la mia pelle mentre io gli rispondo quando ormai è troppo tardi.
-Anch'io -
Un dolore lancinante si irradia nel mio petto, sento una forte pressione che non posso trattenere. Dopo essermi rinchiusa a riccio, con le mani premute al petto, rivolgo il viso al cielo e urlo, urlo disperatamente più forte che posso, il vuoto e il silenzio spezzati per pochi attimi dalla mia voce, urlo finché non sento la voce grattare la gola.
In tutto questo papà si era gettato su di me in un abbraccio disperato quanto il mio urlo e mi rendo conto che lo sfogo è anche per lui.
Mi stringe forte a sé piangendo all'idea che Peter sia scomparso per sempre.
-Che diamine...? -
Sento papà allentare improvvisamente la presa su di me e mi rendo conto che le mie braccia si stanno tramutando in polvere, guardo le mie mani scomparire davanti ai miei occhi per poi volgerli increduli verso la figura di mio padre.
-No no no no no no no...no! No! No! Nooo!- Tony urla e mi riprende tra le sue braccia, stringendo così tanto che faccio fatica a respirare.
-Robyn...-
Alzo lo sguardo su di lui nello stesso momento in cui lui lo abbassa, è distrutto.
Sorrido lievemente, anche se non so perché.
-Ti voglio bene...Papà -

 MY HERO {MARVEL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora