I. Guerra

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Ed eccolo li. Che stava in piedi, con le braccia distese lungo il corpo. Delle scure gocce di sangue colavano dal braccio sinistro, per una ferita che si era procurato. I suoi folti capelli erano incollati alla nuca dal sudore e la bacchetta nella sua mano destra pendeva in modo morbido con la punta scura rivolta verso il suolo. Le occhiaie sotto ai suoi occhi facevano contrasto con la pelle chiara, ed i suoi occhi azzurri sembravano aver perso ogni traccia di vitalità dopo la battaglia di Hogwarts.
Aveva visto morire davanti ai suoi occhi Goyle, il padre, e di poco anche la madre. Aveva visto l'ultimo respiro di molte persone allontanarsi leggero mentre gli avada kedavra volavano in aria, senza riuscirne a riconoscerne un mittente. Mangiamorte e maghi ora erano distesi a terra, tra le macerie, senza vita. Non sapeva se gli altri stessero bene, o se fossero vivi. Blaise si era solo procurato una costola rotta, mentre Pansy si era rotta un polso e una gamba. Di quelli delle altre casate aveva notato solo la presenza, qua e la in alcuni corridoi della scuola. Più volte aveva intravisto la treccia spettinata della Granger che svoltava l'angolo o che entrava in un'aula, Potter e Weasley invece li aveva solo incrociati nella stanza delle necessità.
"Lascia stare la mia ragazza!" aveva urlato lenticchia. Wow, la sua ragazza. Doveva essersi proprio perso molto.

La polvere nell'aria rendeva faticosa la respirazione, e con aggiunta all'affanno della corsa, era complicato fare dei respiri profondi. La sua giacca di jeans ormai era tutta rovinata, con buchi qua e la, e delle chiazze marroni di sporco, molto probabilmente non pulibili. Si era provocata un taglio sulla guancia, che accentuava il suo aspetto malandato, coronato dalla sua treccia, ormai quesi sciolta, composta da capelli crespi.
La scritta "sanguemarcio" sul braccio le pulsava fortemente provocandole un dolore acuto al braccio. Ma esso non era anche solo paragonabile al dolore che Hermione provava a livello del cuore. Vedere la salma di Fred, Tonks e Lupin le aveva provato una fitta di tristezza orribile, sentendosi in colpa. Sindrome del sopravvissuto si disse non appena ebbe un secondo per pensare con lucidità.
In oltre, anche se decisamente meno importante, c'era la questione del bacio a stampo che Ron le aveva dato in fretta e furia nella camera dei segreti dopo essere quasi stati uccisi distruggendo l'Horcrux. La aveva spiazzata quando nella stanza delle necessità aveva urlato "Lascia stare la mia ragazza!" a Malfoy, lasciandola confusa. La sua ragazza. Wow, non sapeva di essere fidanzata.

E adesso si trovavano entrambi lì, nell'atrio distrutto della scuola, a guardasi dritti negli occhi, distrutti dal sonno e dalla fatica.
Lei si perse in quelli di lui, gelidi come il ghiaccio, ma bellissimi. Le ricordavano le onde del mare della Cornovaglia, che si infrangevano sugli scogli, dove di solito andava con i suoi genitori d'estate.
Lui si perse in quelli di lei, ambrati, che cambiavano colore in base alla luce. Le pagliuzze dorate nelle sue iridi gli ricordavano il grano ad Agosto dietro al Malfoy Manor, che lui si perdeva sempre a guardare incantato dal movimento delle spighe accarezzate dalla brezza estiva.
I suoni intorno a loro sembravano essersi attutiti, come anche lo sembrava leggermente il dolore nei loro cuori. Entrambi si sentirono finalmente sollevati, leggeri.

« Hermione! » aveva urlato. Per Godric! In quel momento le veniva da strozzarlo. Era riuscita finalmente da giorni ad avere un momento di calma, nel quale sentirsi leggera, sollevata da tutte le responsabilità, ma lui no. Lui doveva per forza venire li ed urlarle nell'orecchio.
« Cosa vuoi? » disse seccata, interrompendo il contatto visivo con il ragazzo.
« È così che si saluta il proprio fidanzato? » disse il rosso ridacchiando ed avvicinandosi a lei per baciarla. Lei si scostò subito, mettendo un mano tra loro due. « A proposito di questo.. Tu sei una persona fantastica, simpatica e coraggiosa.. oh ma che sto a dire, è inutile arricchire con fronzoli che ti faranno stare solo più male. La verità è che no me la sento di stare con nessuno in questo momento.» ecco fatto. Lo aveva detto. « M-Ma il bacio nella camera dei segretI? Ci siamo sporti entrambi per darcelo! » rispose lui. il suo volto stava diventando sempre più rosso. « Per Godric! Tu pensavi che io mi stessi sporgendo per baciarti? Io mi stavo sporgendo per darti un'abbraccio, sei tu quello che mi ha baciato! » Rispose esausta Hermione.
« Ma io ti amo! E tu mi ami! Siamo fatti per stare insieme!» rispose testardo il rosso. « Su questo ti sbagli in parte Ron, anche io ti amo, ma non come vorresti tu. Io ti amo come si ama un fratello, non come si dovrebbe amare un fidan- » non ebbe tempo di finire la frase che Ron si era già fiondato sulle sue labbra. « S-staccati» disse Hermione appena il suo migliore amico si staccò da lei per respirare. « Mai » disse, e si rifiondò sulle sue labbra. La Grifondoro continuava a cercare di divincolarsi, di staccarsi da quella presa che man mano si faceva sempre più forte. « R-ron basta, c-così mi fai male » diceva Hermione mentre delle lacrime iniziavano a scendere delicate sulle sue guance.
« Qualche problema Lenticchia? »
Quella voce entrambi i Grifondoro la avrebbero riconosciuta a distanza di chilometri. Malfoy. Si stava avvicinando a loro con una mano in tasca, per nascondere parzialmente il marchio nero, e con un ghigno stampato in viso. « Cosa vuoi Malfoy? Non vedi che io e la mia ragazza ci stiamo "divertendo"? » rispose Ron. « A dire dalla espressione che la Granger ha sul viso non direi proprio » disse divertito il principe delle serpi. « E tu cosa ne sai? » aggiunse Ron che stava iniziando a diventare rosso in faccia come i suoi capelli. « Beh con tutte le ragazze che ho avuto - disse in modo pavoneggiante - so riconoscere quando una ragazza è felice o meno di baciarti, e lei, » disse indicando Hermione, « lei non lo sembra affatto. » disse concludendo la frase.
« Vai al diavolo Malfoy! » disse con veemenza il rosso, afferrando strettamente il fianco di Hermione, e dirigendosi verso la Sala Grande. Lei continuava a divincolarsi, e solo dopo un paio di strattoni riuscì finalmente a staccarsi dalla presa del migliore amico, puntando i piedi a terra e le mani sui fianchi in segno di disappunto. « Non ha tutti i torti Malfoy » disse. Non riusciva a credere di aver appena dato ragione a Draco. « Cosa le hai fatto?! » iniziò a sbraitare Ron, diventando sempre più aggressivo. « Come mai ti sta dando ragione?! Dimello furetto! » disse. « Ron smettila! » disse Hermione esausta. « Io NON, ascolta bene eh, io NON ti amo Ron, e non lo farò mai nella vita, perchè tu sei il mio migliore amico, non il mio fidanzato e neanche la mia cotta. Quindi smettila, perché io non starò mai e poi mai con te! » concluse Hermione. Le lacrime iniziavano a scenderle lungo le guance, ormai stava piangendo. Si girò sui tacchi ed iniziò a dirigersi con passi sempre più svelti verso la biblioteca, uno dei pochi luoghi ad essere poco rovinato, mentre i due ragazzi che aveva lasciato alle spalle la guardavano incredula.

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