Intervento a cuore aperto

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Sai, mamma, quando ho iniziato io a pensare è stato difficile capire quando avessi maturato il pensiero del pensare. Era difficile scindere quello che era il mio pensiero da quello degli altri, conficcato come un coltello nel mio cuore. E la cosa più strabiliante è che imparare a gestirlo ancora mi è difficile come la prima volta, come anche mi è difficile controllare le emozioni. So che a volte mi guardi e ti chiedi dove sia finita la tua creatura, quale mostro l'abbia azzannata e sbranata fino a farle uscire gli occhi dalle orbite e le ossa dalle braccia e dalle gambe. Ma non preoccuparti, sto bene, non mi ha mangiato, ha solo spolpato le ossa. Ora conviviamo e a volte lascio che sia lui a comandare, a volte riprendo il controllo. Potrò sembrarti fuori di testa, ecco perché a volte vorrei solo tacere per sempre. Che dici, le comprano le lingue al mercato nero? O le gole mozzate?

Vorrei trovarmi nel centro stesso di un tornado e decidere che va bene anche se mi tira via i vestiti e la pelle. Voglio sentirla spezzarsi, maciullarsi, mi va bene qualsiasi cosa che comprenda la distruzione. Voglio il Caos con la maiuscola, voglio il buio mischiato al dolore, lo voglio sentire nelle ossa. Sai come si traducono, nel mio cervello, le tue parole sporche e luride? Gridano come agnellini sgozzati e corrono come le galline senza testa. Sono orchi neri che divorano le membra. Sono mostri dal corpo grondante di inchiostro.

Uccidimi. Piantami gli artigli nel petto, conficcami i tuoi denti nelle vene e lascia scorrere il veleno. Lo sento, eccolo, finalmente sto morendo. Finalmente raggiungo quello che è quell'agognato silenzio. Eppure trovo le tue urla anche nel silenzio e le tue parole sono come un giradischi rotto che riproduce le stesse sillabe. Tirami giù dall'Inferno, so che lo conosci, giusto? Tu ci vivi dentro, siamo noi i tuoi demoni. La tua lingua biforcuta lascia assaggiare all'aria le corde vocali che ti si spezzano. So che vorresti qualcosa di più, che la tua aspettativa di vita era diversa, ma io non sono dio. Dillo a lui, che è uno stronzo e che dovrebbe vergognarsi, ché tu volevi vivere una vita come nei film e hai avuto solo quello che hai. Il tuo materialismo a volte mi fa quasi paura, ma probabilmente è solo perché senza quello non avresti ricordo alcuno degli affetti che mancano.

In definitiva, mamma, per favore poni fine alle sofferenze come solo tu sai fare, e se non ti importerà di farlo allora farò da me. Ma sarai solo ipocrita se, dopo tutto questo terremoto di terrorismo, sarai capace ancora di dire di volermi bene. Non essere ipocrita. Stai al tuo posto ricco di oggetti, usa quello che resta della mia giovinezza. Lasciami solo esprimere l'ultimo desiderio: possa dio capire chi sta dalla parte del torto e agire di conseguenza. Prenda le mie spoglie come fossero del suo figlio più amato e mi lasci precipitare come Lucifero in un Inferno senza uscita alcuna.

Liberami dal male, AmenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora