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Il clima era rigido da diversi giorni e, nonostante il sole riscaldasse pigramente quelle lande che altrimenti sarebbero stato gelide, si prevedeva un bianco Natale.

Non che ad Alec interessasse tutto ciò. Non aveva mai amato il Natale poiché era una festa da passare in famiglia, e lui non aveva mai avuto quel concetto di parenti stretti da cui dipendere. Aveva Iris, certo, e i genitori erano pur sempre coloro che l'avevano messo al mondo, ma non c'era calore tra loro, e la sorella da sola non poteva rimpiazzare un'intera famiglia.

Smise di guardare fuori dalla finestra il cielo che, come avevano detto le previsioni, iniziava ad annuvolarsi, e fece dietro-front con difficoltà, ritrovandosi a fissare la porta in noce della stanza. Quei colori caldi gli fecero passare il gelo interiore che si era sviluppato mentre guardava fuori.

Non poté fare a meno di pensare a Adam e chiedersi come vedeva il Natale. Eleanor era ancora peggio di Louise quando si trattava di calore familiare, ma non riusciva a immaginare Adam non amare una festa come quella. Avrebbe messo la mano sul fuoco sul fatto che avesse una passione quasi infantile per il Natale, quindi si ripromise di non rovinarglielo.

A seguito di quei pensieri, il desiderio di incontrarlo si fece sempre più pressante, perciò alla fine sbuffò e zoppicò fino alla porta per ritrovarsi in corridoio. Si disse che poteva anche fargli una visita e chiedergli di passare un po' di tempo insieme, visto che era da parecchio che non si esponeva così tanto.

Non aveva ancora una camminata fluida e non sapeva se mai l'avrebbe ottenuta, ma conosceva così bene quel tratto tra la propria stanza e quella di Adam che riuscì a percorrerlo in poco tempo anche nella penombra rischiarata solo dalla luce proveniente da dietro, dall'atrio in cui erano le scale.

Bussò alla porta prima che cambiasse idea e attese nervosamente, cercando di inventare una scusa per essere capitato lì all'improvviso. Tuttavia, Adam aprì così presto che non ne ebbe il tempo.

«Alec!» Lo accolse con un sorriso mentre si abbottonava i bottoni di una camicia dai delicati motivi astratti, già infilata perfettamente in un paio di jeans scuri. Alec alzò un sopracciglio dopo averlo studiato a fondo. Lo vedeva vestito così di tutto punto solo quando indossavano la divisa scolastica.

«Stai uscendo?» s'informò subito, anche se era evidente.

Prima di rispondergli, Adam lo prese per un gomito e lo aiutò a entrare e chiudere poi la porta. Alec si sentì osservato, ma non disse nulla poiché era una prassi già calcolata: ogni volta che Adam lo vedeva camminare doveva assicurarsi che non risentisse troppo della fatica e altre cose che non aveva mai ascoltato perché non gli interessava. Lo lasciava fare, ma solo perché impedirglielo sarebbe stato troppo d'impiccio.

«Ho bisogno di comprare qualche regalo» confermò il giovane Brass, attardandosi con la stretta sul suo braccio per prolungare il contatto.

Alec si ritirò e Adam lo lasciò andare per non farlo sbilanciare. Dopodiché fissò lo sguardo a terra. Lui non era solito comprare dei regali. Dacché non gli piaceva il Natale, non si era mai scambiato doni con Iris, con i suoi o con gli amici, ne aveva sempre e solo ricevuto uno e mai ricambiato. Però... forse quest'anno poteva pensare di cambiare. Il fatto che voleva passare il pomeriggio con Adam, non importava cosa, contribuì a fargli compiere quella scelta.

«Anche io» esordì, tornando a guardarlo. «Vengo con te.»

Adam smise di sistemarsi i polsini della camicia e gli rivolse un'occhiata critica. «Alec...» iniziò, ma lui gli parlò sopra.

«Non cominciare, Adam!»

Ma il ragazzo continuò: «Sai che non devi sforzarti. Io e i miei amici andiamo a Seattle, e non so quanto dovremo camminare per...»

Frammenti di AlexavierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora