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Adam si girò verso di lui e non poté fare niente per non mostrarsi commosso. Rimase a guardarlo, pensando a quanto avesse indovinato persino il titolo, perché quella melodia che gli era entrata sottopelle conteneva davvero frammenti della sua anima.

Adam era stato in grado di cogliere la sua intera essenza.

«È bellissima. Vorrei poterla ascoltare all'infinito» sussurrò rapito nel silenzio che era calato. Era quasi fastidioso, troppo vuoto.

Adam emise una risata imbarazzata. «Non esagerare, non era così...»

«Era la cosa più bella che io abbia mai sentito!» disse ad alta voce, poi si vergognò per la sua esuberanza e sentì le guance scaldarsi. Distolse lo sguardo.

Sentì Adam muoversi quindi gli lasciò andare la spalla. Un attimo dopo si era alzato e gli stava davanti. «Guardami, Alec.»

Fece come gli era stato detto, e si accorse che anche i suoi occhi erano un po' umidi. Era per via dell'alcol? Ma no, era passato già un bel po'... Che fosse emozionato anche lui?

«Buon Natale, Alexavier» sussurrò Adam, avvicinandoglisi. In un attimo il calore del suo viso investì il suo, ma se ne rese a malapena conto prima di percepire le sue labbra sulla guancia. In quel punto si scatenò una piccola scarica, e Alec provò l'istinto di girarsi quel tanto che bastava per sfiorare quelle labbra con le sue; ma non si azzardò. Il solo pensiero lo immobilizzò e non fu più in grado di fare altro se non starsene in piedi, rigido.

Poi Adam si allontanò, e il sangue tornò a scorrergli nelle vene, anche troppo velocemente, forse.

«È stato un bellissimo regalo» farfugliò, sia per dire qualcosa che per mostrare apprezzamento; aveva paura che non l'avesse fatto abbastanza, o che l'altro ci fosse rimasto male per la sua immobilità.

Adam tornò pimpante, sempre con il sorriso, e si voltò giusto il tempo per prendere dal bordo più lontano dello strumento musicale un pacchetto quadrato e schiacciato, che gli porse subito dopo. Era avvolto in una carta da regalo argentata con dettagli blu, scintillante al riflesso della luce che arrivava dalle spalle di Alec. Non era difficile capire cosa fosse.

«Questa è la versione fisica. Mi ha aiutato un amico a incidere il cd» spiegò.

Non appena sentì la parola "amico", Alec provò quella che ormai aveva imparato a riconoscere come gelosia, ma la scacciò perché non aveva senso. Si lasciò invece rapire da ciò che Adam gli aveva lasciato tra le mani: la possibilità di ascoltare quante volte voleva la sua Frammenti di Alexavier.

Aprì il pacchetto e trovò il cd dentro una cover semplice che riprendeva i colori dell'incarto. Il titolo della canzone era scritto a caratteri piccoli ed eleganti.

«Grazie» riuscì solo a dire. Davanti a ciò che aveva fatto Adam per lui, il suo regalo sembrava stupidissimo. Certo, il maglione era bello, ma non era niente a confronto, per non parlare di ciò da cui veniva accompagnato...

No! Non posso dargli una cosa simile dopo che lui ha fatto questo, concluse. Che figura ci avrebbe fatto? Ma come poteva dirgli che non aveva più un regalo per lui? Poteva inventarsi che l'aveva ordinato su internet e che il corriere aveva fatto ritardo. Sarebbe stato in grado di dirgli una bugia simile? Doveva provare, sempre meglio che portare Adam in camera e dargli lo stupido pacchetto rosso che stava sul suo letto con un'idiota targhetta col suo nome sopra. Solo il pensiero lo faceva sentire uno stupido senza eguali.

Quei ragionamenti generarono alcuni momenti di silenzio, ma non era fastidioso come prima. Alla fine Alec decise che avrebbe provato a mentire perché era a fin di bene, ma Adam lo sorprese e gli fece perdere il filo logico dei suoi ragionamenti.

Frammenti di AlexavierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora