Feliz Navidad

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Tolgo la mano dallo stereo e lascio che la radio diffonda nell'intero abitacolo le note di Feliz Navidad. Sembra sia il pezzo più in voga quest'anno e oggi più che mai non c'è posto per altra musica che non sia quella natalizia. Perché è la notte di Natale.

 Manca un'ora soltanto alla mezzanotte, ma noi, con la dovuta calma, abbiamo quasi raggiunto la nostra destinazione. Bruno, mio marito, guida in silenzio godendosi la musica e tiene gli occhi fissi sulla strada semighiacciata.

Mi fa ancora uno strano effetto definirlo "mio marito", anche dopo ben dieci mesi dal giorno del nostro matrimonio. E' un uomo tutto d'un pezzo, avvocato con una brillante carriera ad attenderlo, e primogenito del già ben noto avvocato De Deo. Forse l'uomo più famoso dell'intero paese.
Quando le mie amiche avevano saputo che Bruno era venuto a dichiarasi proprio a me non ci volevano credere. Era il periodo di Natale anche allora, e per me era bastato come regalo di quell'anno.
Anche mia madre sarebbe rimasta incredula e al contempo estasiata da una notizia del genere. Lo so bene. Se solo fosse stata ancora viva quand'era accaduto.

Mia madre.
Probabilmente di donne così non ne nasceranno mai più. Un essere di una fattura e di una tempra ineffabili. Perché non sono mai stata in grado di trovare le parole adatte a descrivere quel suo carattere, da una lato una grande qualità, dall'altro, forse, un inevitabile difetto. Era pronta a tutto pur di ottenere ciò che le passava per la testa in un dato momento. E raramente l'avevo vista fallire.
Soltanto il tumore era stato, alla fine, un po' più forte di lei.
Si chiamava Maria, come la madre per eccellenza, ed io non conoscevo nessun altro che potesse fregiarsi di tale appellativo al suo stesso modo. 

Ed oggi, è proprio grazie a lei, e al suo sapere essere madre e bambina al contempo, che io e Bruno abbiamo deciso di trascorrere una notte di Natale diversa dal solito. Giunti a destinazione, lui frena e posiziona l'auto in modo da illuminare con i fari un punto ben preciso del bosco.
Di fronte a noi, un grande e possente abete si staglia fiero distinguendosi nettamene dal resto della vegetazione.

Tanto tempo fa, io e mia mamma l'abbiamo scelto per questo, perché ci era sembrato speciale, e abbiamo subito saputo entrambe che saremmo state in grado di riconoscerlo anche a distanza di molti anni dal giorno in cui l'abbiamo designato come "punto fermo".
 Segno imperturbabile dello scorrere del tempo.

 Nietzsche definiva l'esistenza come un albero che cambia le foglie ma non il fusto. E dal mio canto, sento come se la mia intera vita sia oggi racchiusa tra gli aghi di quell'abete. Come se da questa piccola collina, sulla quale è situato, abbia osservato ogni mio movimento, e come una specie di diario, abbia registrato in ogni sua diramazione le mie gioie e i miei tormenti.

 Tiro un profondo sospiro e apro la portiera dell'auto. Un freddo gelido ci investe e Bruno mi porge la sciarpa che ha appena recuperato dai sedili posteriori. La E di Emanuela è parte di quella sciarpa da quando mia mamma ha deciso di cucirvela su affinché non si confondesse con quelle dei miei compagni di scuola. Per questo, io non ho mai trovato il coraggio di liberarmene, seppure non la indossi più da anni. Stasera però, stasera è diverso.

 Scendo sulla neve e mi fermo a guardare l'abete illuminato dai fari dell'auto. Qualche ago innevato brilla debolmente. E forse, penso, sono quelli con dentro i ricordi più belli.
Bruno fa il giro e apre il cofano per tirarne fuori una scatola di cartone bianco di discrete dimensioni. Dentro c'è un quantitativo spropositato di palline, stelle e decorazioni di Natale dal carattere bicromatico: rosso e argento, e niente più. Perché a lei piaceva così.

 A passo lento, ci avviamo nella neve. Vedo il vapore acqueo condensarsi ad ogni mio espirio e poi dissolversi finché l'ultima nuvoletta di fumo non finisce per confondersi tra gli aghi dell'abete.
Passo sotto la sua chioma e tocco il suo tronco. Mi tolgo un guanto e con le dita cerco il peculiare intaglio che avevo notato molti anni fa. E' ancora lì.

Feliz NavidadWhere stories live. Discover now