Il mancato bacio

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Il lunedì mattina avevo il treno per Verona alle 09:36 e mi dovevo affrettare mi accompagnò Chicca con la sua Suzuki Swift Nera, ha sempre sognato da quando aveva quindici anni di possedere quella macchina.

A Verona non sapevo cosa fare. Ero sola. L’unica cosa da fare era mettersi a studiare.

Alle 16:00 avevo lezione. Arrivai all’Università ed era quasi deserta. Entrai in aula c’erano dodici persone e Luca da solo. Mi dissi tra me e me << Perfetto!>>.

Mi sedetti, ci salutammo e gli domandai per curiosità cosa avesse fatto il week-end mi rispose che l’aveva trascorso con la sua famiglia e che aveva rotto con la sua ragazza. Appena me lo disse dentro di me era felicissima, però fuori mostravo che ero dispiaciuta per lui.  

Dopo la lezione di quasi due ore me ne ritornai a casa felice, di aver scoperto che ora Luca era single e io avevo la mia opportunità per riscattarmi.

Mi misi a studiare fino a tarda sera e mi addormentai sul divano. L’indomani mi svegliai tardissimo, non feci nemmeno colazione, alle 09:00 dovevo essere all’Università per la  lezione.

Infine, mi affrettai inutilmente,  l’Università era chiusa per sciopero dei professori. Non capisco perché scioperano in Italia tanto nessuno cambia niente, il Parlamento se ne frega assieme a lui anche il Governo.

Luca si offrì di farmi visitare Verona benissimo giacché lui era veronese DOC. La girammo alla grande in quel panda vecchia rossa, rifatta per giovani con le casse, gli amplificatori e la radio.

Verso mezzogiorno e un quarto mi venne fame poiché non avevo cenato e non avevo fatto colazione. Luca mi propose di andare a mangiare a ristorante di suo padre e mi disse che voleva che io conoscessi la sua famiglia.

Il ristorante di suo padre si trova un po’ in periferia rispetto al centro. Entrammo ero ansiosa al massimo. Mi presentò per primo sua madre una bellissima donna allegra e giovane fuori e dentro, per secondo suo padre, lo chef del locale, un uomo alto e giovane. Per terza sua sorella una ragazza sulla ventina che aveva tutta l’aria snob e mi chiese << Di che città sei? >> Io gli risposi << Messina >> e prese suo fratello per il braccio e si allontanarono e gli disse nell’orecchio << Ma proprio del sud te l’hai sei dovuta prendere >>. Mi sentì in colpa delle mie origini ma poi pensai che la Sicilia e l’isola più bella del mondo, con i nostri agrumi, il petrolio che diamo al Nord.

Dopo pranzo Luca mi portò al parco e passarono le ore, finché non si fece sera e mi accompagnò a casa. Io lo invitai a cena, però rifiutò inventandosi la balla che doveva studiare. Capì che mentiva dal suo sguardo e di come gesticolava. Me lo ha insegnato il fratello di Chicca, Antonio, che studia la psicologia alle Scienze Umane.

Mentre stava salendo in auto ed io stavo entrando nel portone mi chiese se domani pomeriggio volevo andare la cinema con lui e gli risposi di si.

Salì a casa chiusi la porta alle mia spalle e mi sedetti a terra, dovevo realizzare quel momento. Sapete di solito quando sono a casa da sola, non mangiò spesso. Erano mezzanotte precisa e lui mi mandò un messaggio con scritto “Buonanotte, angelo”, appena lo lessi mi riempi di gioia perché mi aveva chiamato angelo cioè per lui, ero come un angelo, che cosa bella.

L’indomani dovetti sistemare per forza la casa c’era troppa confusione. Mentre stavo pulendo, suonò il campanello e c’era un fattorino con un mazzo di rose rosse. Io scesi, firmai e risalì in gran corsa. Appena arrivai sopra, chiusi la porta presa, il biglietto che e c’erano scritte queste esatte parole “Per sempre il tuo ammiratore segreto” chi sa chi  era quest’ammiratore segreto e pensai << E se fosse Luca >>.

Come divenni reginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora