9.

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Sono sul mio letto.
Sto guardando il soffitto da più di mezz'ora. 
Mi sono svegliata per uno stupido incubo in cui c'eri tu a farmi sentire soffocata da tutto. 
Guardo l'orologio sul comodino che segnano le 4 di mattina. Chiudo gli occhi ma senza dormire. Li sento stanchi, pesanti. Meno pesanti del tuo bacio sull'autobus, pensando che ti avrei aperto le braccia. Lo stavo per fare, lo ammetto, però tu non lo hai meritato. Tu mi hai chiuso le tue braccia la stessa sera in cui io ti avevo permesso di prenderti qualcosa di me, di prenderti la mia intimità. Ti ho aperto il cuore, le braccia, ogni cosa.

Prendo il cellulare e guardo le notifiche che ci sono sui social. Entro su instagram ed inizio a scorrere sulla bacheca, cliccando due volte nelle foto che mi piacciono. Tra poco è Natale. Anche la sezione notizie è piena di frasi sul natale, foto di alberi, presepi, regali che iniziano a intasare, a circondare, il piccolo spazio sotto le luci che cambiano colore. 

Io non ho fatto l'albero. Quest'anno il Natale lo passerò da sola, lontano da casa, lontana da chiunque.
Solo per paura di tornare, di soffocare. Io che il Natale non sapevo come si festeggiasse davvero.

Tommy: Che ci fai sveglia?
Tu: Niente. Ho avuto un incubo e non riesco a dormire.
Tu che ci fai sveglio?
Tommy: Sono appena tornato da un compleanno.
Un diciottesimo. Abbiamo fatto baldoria!
Domani pomeriggio parto per Francia, poi vado a Firenze.
Tu: Ah.. capito.
Tommy: Tu che fai per Natale?
Tu: Niente.
Tommy: Non torni a casa?
Tu: Sono già a casa!!
Tommy: Intendevo dalla tua famiglia..
Lo so che sei a casa, piccola.
Tu: Non mi va di ritornare giù..
Mi fa paura.
Tommy: Capisco..
Tu: Buonanotte Tommy.
Tommy: Bonne nuit petit coeur.

Poso il cellulare e decido di dormire. 
Che forse non tutti capiscono ciò che più temi. Che a volte la gente è indifferente perché non sa aiutarti. Perché non sa aiutare nemmeno se stessa.

[..]

E' il 24 dicembre e Milano è più caotica di quanto già non lo fosse di per sé nei giorni normali.
Quasi diventa impossibile camminare, guardare nei negozi, e fare la spesa. E' tutto un grumolo di gente, pesante, come se ti sentissi schiacciata dentro una campana di vetro con dentro tante cose.
Ti ho preso un regalo che non ti darò.
L'ultima volta che ci siamo visti, di nuovo, è stato sull'autobus 3 giorni fa. Mi pento di essere andata via ma era l'unico modo per non farti vedere che, dopo aver messo piede fuori da lì, il mio viso fosse rigato dalle lacrime.

Si piange quando non si ha più forza di trattenere ciò che si vorrebbe buttar fuori.
Ed io volevo buttarti fuori dalla mia vita così facilmente come si buttano le lacrime. Ma tu non sei una lacrima. Sei quelle lacrime che tornano comunque, nonostante si cerca di trattenerle. Sei le lacrime amare di un cuore spezzato, e lacrime dolci come una carezza. Sei stato anche una carezza per me, sai?

Sospiro ed entro dentro il supermercato. Inizio a girare per gli scaffali alla ricerca di qualcosa da cucinare per stasera, che possa riscaldare domani a pranzo. Guardo lo scatolo dei cereali, poi i biscotti, del the, una tisana rilassante. La pasta, i sughi già pronti, una bottiglia di coca-cola che consumerò in due settimane, dimenticandomene quando la sete si prende la mia bocca e cerco solo qualcosa che non abbia il suo sapore. Bevendola di notte apposto dell'acqua perché sentivo il bisogno di sentire qualcosa bruciarmi la gola, così dolce e amaro allo stesso tempo, sentendo di nuovo la bocca asciutta pochi minuti dopo.

Il cestino diventa pesante. Lo appoggio per terra.
Mi metto dritta e cerco il solito bagnoschiuma alla vaniglia che trovo solo in questo supermercato. Dopo averlo trovato, allungo la mano per prenderlo ma, un'altra mano si appoggia alla mia, afferrando con me la boccia in plastica. E' calda la sua pelle. Mi giro appena, il giusto per scorgere il tuo tatuaggio all'interno del polso. 

Baci nel buio. -  Rkomi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora