3.

562 45 19
                                    

Si trovarono all'interno di una stanza, simile ad una sala d'aspetto. Una parete era completamente occupata da una vetrata che dava sulla strada, altre due erano coperte da quadri di paesaggi. Tutta la stanza era completamente bianca e completamente vuota, eccezion fatta per un divanetto, anch'esso bianco, e un tavolo di vetro. Sulla quarta parete non c'era nulla, a parte una porta, che probabilmente portava da Bayhan, e poco più a destra un ascensore, dal quale si accedeva al luogo in cui si trovavano.

«Vuoi accennarmi al piano o dovrò rimanere all'oscuro di tutto?» provò Yuuto, vedendo che il compagno sembrava perso nei suoi pensieri.

«Fidati, se non sai nulla sembrerà più reale di quanto sarebbe se ti spiegassi tutto.» fu la risposta di Akio.

«Bene allora.» e la conversazione si chiuse.

L'atmosfera idilliaca di poco prima era sparita quando erano entrati in quella stanza. Fudō sembrava essere più freddo nei suoi confronti solo perché si trovavano lì.

Aspettarono altri due minuti. Si sentì improvvisamente la porta scattare e Akio prese per un polso Kidō, che lo guardò con un'espressione interrogativa. Bayhan uscì dalla porta e vedendo quella scena fu sorpreso ma non lo diede a vedere. Piuttosto mise su un ghigno soddisfatto.

«Ma bravo Fudō, vedo che alla fine hai cambiato idea.»

Kidō lo guardava confuso, di che diamine stava parlando?

«Non potevo lasciare che i miei sentimenti intralciassero il gioco.»

A quelle parole a Yuuto venne automatico credere che fosse una messinscena. Il piano di cui non doveva sapere niente. Ma poteva fidarsi di Akio? Dopo anni senza sue notizie riappare e gli rivela i suoi sentimenti. E poi lo porta dal suo capo. Quanto poteva fidarsi, in circostanze del genere?

«Stronzo, mi hai ingannato!» diede manforte Kidō, solo per non lasciare che tutto sembrasse poco convincente. La verità era che anche lui sembrava poco convinto di ciò che stesse facendo il compagno.

«Davvero credevi che io ti amassi sul serio? Che sciocco. Ti ricordavo più furbo.»

Fudō lo guardava con un espressione fredda, e quello che stava accadendo sembrava improvvisamente reale e doloroso per Yuuto.

Li guardò per qualche secondo, poi Bayhan prese parola. «Dato che hai cambiato idea, non avrai problemi ad assistere.»

Yuuto non capiva cosa volessero fargli. Akio parve improvvisamente sconvolto, ma cercò di rimanere impassibile. «No, certo.»

Con uno schiocco di dita di Garshield dal suo presunto ufficio uscirono due uomini vestiti di nero, all'apparenza le guardie del corpo di Bayhan.

«Fudō, ci fai il piacere di portarci tu, vero?» Lui annuì e i due uomini e il capo lo toccarono pronti a farsi teletrasportare. Pochi secondi dopo Kidō riuscì a mettere a fuoco il luogo in cui si trovavano. Uno spazio che assomigliava molto ad un seminterrato e la cosa che non sfuggì ai suoi occhi era che c'era solo una sedia al centro della stanza. Una finestrella lasciava passare un raggio di sole. Yuuto venne spinto contro la sedia e si dovette sedere. In quel momento capì il suo destino. Volevano torturarlo. Le sue mani vennero legate alla sedia dai due omaccioni. Bayhan si avvicinò al povero Kidō.

«Adesso risponderai alle mie domande, altrimenti credo tu abbia intuito cosa succederà, vero? Bene.» Yuuto deglutì. Akio lo guardava impassibile, e Kidō sperava in un qualsiasi cenno o sguardo particolare che gli avrebbe fatto capire che era ancora dalla sua parte, che era solo il suo piano.

«Per prima cosa, so che sei l'unico erede delle aziende Kidō.»

«Per il momento è mio padre l'unico a esserne a capo. Io ho un mio lavoro.» Non riuscì a continuare che gli venne dato un pugno nello stomaco.
«Sappi che qui parlo io e poi tu rispondi e basta. Se non mi darai la risposta che desidero, ogni errore sarà un pugno. Ora, in futuro erediterai le aziende di tuo padre e di sicuro ne diventerai il capo. A noi interessano quegli affari, ma tuo padre non ha intenzione di collaborare con noi.»

Disappear || FudouKidouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora