Annarita sale sull'autobus proprio mentre il sole di Roma si mette a giocare con le porte le finestre e ogni possibile superficie di vetro, spandendo schizzi di luce dappertutto, senza preoccuparsi di nulla e senza alcuna economia. Così a quell'ora Roma diventa fatata, diventa interamente fatata e la gente non se ne rende conto, la gente normale non se ne rende conto.
La gente normale, sì, ha sempre tanto da fare, tante cose da fare e da pensare e alla fine non si rende conto di quasi nulla, pensa Annarita. La gente normale si ricorda di vivere solo quando è abbastanza vecchia per lamentarsi che non ha più il tempo, non ha più il modo, non ha più le possibilità. La gente normale, alla fine, è stupida. Stupida in modo del tutto speciale.
La gente normale, non si rende conto di come le cose possono essere terribilmente nuove. Basta un evento, un incidente, un imprevisto. Qualcosa così, ma una cosa che ti sorprende, che non hai scelto tu.
Non scelgo io, non scelgo io proprio nulla pensa Annarita, mentre guarda la gente nell'autobus, tutta intenta a rinchiudersi dentro il cellulare oppure a far finta di non avere alcuna partecipazione nel mondo, stare lì così ma in fondo sapere che l'importante è altro, è sempre altro.
La gente normale pensa che il mondo è così com'è, così come lo vede. E non si rende conto di quanto il mondo invece cambia. Per esempio, quando sei innamorata. Eppure cambia, e cambia tanto. Diventa tutto diverso, all'apparenza uguale ma con sapori tutti nuovi.
Annarita prima di salire sull'autobus era sul lungotevere con Paolo e lui l'ha finalmente baciata, l'ha stretta e l'ha baciata, in modo così atteso e così imprevisto che lei è rimasta senza fiato, proprio senza fiato. Tanto che non ha potuto parlare per un minuto buono dopo che era cascata dentro in quel bacio. Che poi di fatto, pensa, ha resistito solo un attimo poi ci è cascata dentro del tutto e con tutte le scarpe. E ci si è trovata anche bene.
Certo ci ha messo un po' pure lui, a capire che ormai poteva baciarla, anzi a questo punto doveva baciarla. Che lei stava aspettando, stava aspettando che quello scemo facesse la sua mossa, che si decidesse, che cedesse all'evidenza assai palese - per lei - di avere davanti una persona che voleva essere baciata. Ci ha messo un po' ma l'ha capito, alla fine. Sarà stata Roma che quando vuole sa fare bene ogni cosa importante, come avviluppare di bellezza tutto quanto così che alla fine ti sembra una pazzia completa la semplice eventualità di non baciare qualcuno. Sarà quello o qualche altra cosa, chi lo sa.
Roma è bella ma adesso è bellissima, pensa Annarita guardando fuori dai finestrini dell'autobus, che la sballotta qui e là ad ogni fermata, sbuffa e scatarra e la gente mormora e si lamenta poi torna a guardare il cellulare oppure a chiacchierare, chi può. E nemmeno guardano fuori, lo spettacolo che c'è. Annarita vorrebbe dirlo a tutti che è innamorata, è una cosa che tutti dovrebbero ascoltare, dovrebbero proprio sapere. Ma non fa niente anche così è contenta, è una sensazione frizzante che la fa guardare le cose con più leggerezza. A ben guardare anche le persone sono simpatiche, hanno un fondo di leggerezza, se le osservi bene per qualche motivo sono sempre interessanti.
Innamorarsi è così bello che le persone dovrebbero sicuramente provarci più spesso. Annarita pensa che alla fine, tante cose che si cercano e che si fanno è solo perché non si è innamorati abbastanza. Come tutto il tempo perso buttato dentro i cellulari e i social e queste cose, che papà e mamma poi non avevano nemmeno alla sua età. Chissà cosa facevano quando non erano innamorati, loro. Forse cercavano con più decisione qualcuno o qualcosa di cui innamorarsi. Forse c'erano meno distrazioni per rimanere nella fase del non innamoramento. Forse era più fastidioso ma almeno eri spinto ad uscirne, in qualche modo?
Comunque le cose belle accadono e non decido io. Oggi non avrei proprio deciso niente anzi ero anche stufa perché non capivo più questa amicizia strana che però non diventava altro e poi lui quando ormai non mi aspettavo più nulla mi ha stretta a sé con una forza strana e io mi sono girata per capire come, cosa insomma, cosa stava succedendo. E lui ha avvicinato le labbra e mi ha baciata ed intanto con la mano mi accarezzava i capelli (che buffa la sua mano dentro i miei capelli) ed io ho un po' aspettato e in caso cercavo la strada per tirarmi indietro e dirgli secca che magari che non era il caso ma già l'attimo dopo non volevo dirgli nulla, proprio nulla, perché dirgli qualcosa era interrompere il bacio e un bacio buono non si interrompe troppo facilmente e così mi sono emozionata e sono rimasta così.
Nel bacio e nella meraviglia.
STAI LEGGENDO
Sì, viaggiare
Short StoryRacconti brevi da autobus. Lunghi più o meno fino alla tua fermata (o quella dopo, se ti distrai)